Il delitto di Garlasco. Ok alla semilibertà di Stasi. I Poggi: "Noi amareggiati"

Il via libera del Tribunale di Sorveglianza al condannato per l’omicidio. La famiglia della 26enne uccisa nel 2007: "Speriamo di non incontrarlo mai".

Apr 12, 2025 - 05:53
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Il delitto di Garlasco. Ok alla semilibertà di Stasi. I Poggi: "Noi amareggiati"

Tra qualche mese Alberto Stasi potrà chiedere l’affidamento in prova ai servizi sociali, misura alternativa alla detenzione. Intanto il 41enne, che sta scontando la condanna a 16 anni per l’omicidio della fidanzata Chiara Poggi a Garlasco nel 2007, incassa il via libera del Tribunale di Sorveglianza di Milano alla semilibertà, nonostante il parere negativo della Procura generale basato sulla recente intervista a Le Iene durante un permesso premio, che secondo i magistrati non era stata autorizzata dal carcere di Bollate.

Due anni fa, Stasi aveva già ottenuto il "lavoro esterno", ossia la possibilità di uscire tutti i giorni dal carcere per prestare servizio come contabile in un’azienda a Milano. Potrebbe finire di scontare la pena entro il 2028, considerando pure la liberazione anticipata, con lavori socialmente utili. Stasi, scrivono i giudici motivando l’accoglimento dell’istanza sulla semilibertà presentata dal suo pool di legali, ha tenuto "un comportamento in linea con l’accettazione della condanna" definitiva a 16 anni di reclusione per l’omicidio, di cui ha sempre negato ogni responsabilità, e "ha sempre manifestato empatia e sofferenza verso" la vittima, Chiara Poggi.

Secondo i giudici, dalla recente relazione degli operatori del carcere, aggiornata allo scorso primo aprile, emerge che Stasi ha proseguito il suo percorso "in maniera regolare e la capacità di adattamento (...) lo ha aiutato anche nelle gestione del lavoro all’esterno" e nella "fruizione dei permessi premio". In questo modo ha avuto "l’occasione" di socializzare con persone esterne al contesto di detenzione e ha potuto confrontarsi "con il senso comune, con possibili processi di stigmatizzazione che, invero non sono emersi in modo preponderante". Quanto all’intervista che Stasi ha rilasciato alla trasmissione tv Le Iene, registrata il 22 marzo durante un permesso premio e mandata in onda successivamente, "non si sono rilevate infrazioni alle prescrizioni" sul rapporto con i media.

Ora potrà stare fuori per gran parte del giorno: non solo per il lavoro, ma anche, come prevedono le norme, per attività "istruttive" e di reinserimento sociale. Dovrà tornare a Bollate la sera per dormire e gli orari, comunque, saranno tutti indicati nelle prescrizioni. "Proviamo solo, ancora una volta, tanta amarezza. Speriamo solo di non incontrarlo mai", ha spiegato Rita Preda, la madre di Chiara Poggi, uccisa quasi 18 anni fa a 26 anni. Un provvedimento, quello favorevole a Stasi, che, tra l’altro, va di fatto ad incrociarsi con le nuove indagini a Pavia, che puntano su un nuovo presunto responsabile, Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara. Non tanto nuovo nemmeno, perché archiviato di fatto già due volte. Sempio attende, sempre "sereno e con fiducia" come ripete, l’avvio del maxi incidente probatorio con analisi genetiche, nel quale potrebbe, però, cambiare il perito. E ciò dopo la ricusazione da parte dei pm del genetista Emiliano Giardina, la cui imparzialità viene messa in discussione per un’intervista, sempre a Le Iene, di qualche anno fa.