Il contratto di “sottomissione sessuale” tra il comandante e la vigilessa: «Il sadomasochismo è una spirale incontrollabile»

Sofia Stefani, uccisa lo scorso maggio nell'ufficio di Giampiero Gualandi, aveva conservato tutti gli scambi di messaggi con il suo superiore. Lo psicanalista Bolognini: «Sadomasochismo non va sdoganato in nome della libertà» L'articolo Il contratto di “sottomissione sessuale” tra il comandante e la vigilessa: «Il sadomasochismo è una spirale incontrollabile» proviene da Open.

Mar 19, 2025 - 10:15
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Il contratto di “sottomissione sessuale” tra il comandante e la vigilessa: «Il sadomasochismo è una spirale incontrollabile»

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Per comprendere la relazione tra l’ex comandante Giampiero Gualandi e la vigile Sofia Stefani basta un telefono cellulare. È proprio quello della 33enne uccisa con un colpo di pistola nell’ufficio dello stesso Gualandi ad Anzola, in provincia di Bologna, lo scorso 16 maggio. Nello smartphone la vittima ha conservato tutto con cura, secondo Repubblica Bologna come fosse una vera e propria «scatola nera». Non per mostrare i contenuti alle forze dell’ordine, come se avesse compreso cosa stava per succedere, ma per dimostrare alla moglie del suo comandante che quel rapporto tra lei e Gualandi era vero, non una semplice «debolezza sessuale». Ora la copia forense di quel cellulare è in mano agli investigatori e alla procura: screenshot di messaggi, video, foto e quel contratto che stabilisce la sua totale sottomissione sessuale al 63enne, ora ai domiciliari per omicidio volontario.

Le chat e le foto tenute: lo scontro con la moglie e l’intervento di Gualandi

Sofia Stefani inizia a conservare tutto agli inizi di aprile 2024, un mese e mezzo prima della sua uccisione. È il momento in cui la sua relazione con Giampiero Gualandi esce allo scoperto: la moglie di lui ascolta una loro telefonata e chiede spiegazioni, lui confessa il rapporto extraconiugale etichettandolo come una «debolezza sessuale» durata ben poco. Promette di chiuderla lì e così, mentre continua gli scambi con la sua giovane sottoposta, spiega alla consorte che tutte le telefonate che riceve non sono desiderate. A un certo punto al telefono risponde direttamente la moglie: «Smettila di importunare mio marito». Sofia Stefani risponde a tono, sostiene di non tormentare nessuno e che Gualandi sta continuando la loro relazione «in condivisione».

Ma non le basta: ecco allora che decide di raccogliere materiale per dimostrare che quel rapporto con il comandante è «vero e sincero». Conserva tutto, dalle piccole liti alle richieste sessuali fino agli scambi affettuosi quotidiani. Poi a metà aprile si apposta fuori casa Gualandi, sperando di intercettare la moglie del 63enne e mostrarle tutto. Casualmente esce per primo proprio il comandante, che la convince a non fare nulla. Poi un mese dopo la morte, per un colpo di pistola in volto che – sostiene Gualandi – sarebbe partito per sbaglio.

Il contratto sessuale: «Dipendenza solidissima e ufficializzata»

Una relazione sul posto di lavoro non è certo impensabile, ma ad aggiungere un elemento di novità è proprio quel contratto di sottomissione. Un documento fisico che certifica, secondo lo psicanalista Stefano Bolognini, una «dipendenza instaurata in maniera solidissima», in cui «chi è sottoposto è attratto da chi è in una posizione di potere». E in cui la differenza di grado e di età – la differenza tra i due è di quasi 30 anni – «rimanda a una relazione padre-figlia». È una relazione perfettamente complementare: «Il dominatore si afferma narcisisticamente sull’altro perché ne ha bisogno, il dominato ha la certezza di non essere abbandonato», e dunque si offre come “vittima” al dominatore.

Lo psicanalista: «Sadomasochismo è spirale incontrollabile»

Nulla di illegale, ma – spiega ancora lo psicanalista – la dinamica sadomasochistica è senza dubbio patologica: «Si crea una sorta di spirale, un delirio a due che può rendere la distruttività incontrollabile. È pericoloso lo sdoganamento intellettualistico che in nome della libertà confonde il buono e il cattivo, gli elementi e le pulsioni vitali da quelle mortifere». E non si ferma qui. La relazione con Sofia Stefani, visti anche i passati conflitti che il comandante aveva avuto con i suoi superiori o colleghi di pari grado, sarebbe l’ennesimo indizio che descrive un uomo che non tollerava limiti. Che «teneva i suoi istinti aggressivi mascherati, secretati e concentrati in pillole di rifornimento narcisistico iperconcentrato».

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