Il colmo dei dazi sul “made in Italy”? Cibo “Italian sounding” al posto di 7,8 miliardi di nostro export
L’industria agroalimentare “made in Italy” – anche per il tema del cosidetto cibo “italian soundig” – si trova di fronte a una sfida senza precedenti a causa dell’ondata di dazi del 20% imposta dall’amministrazione Trump sulle merci europee: . Secondo Luigi Scordamaglia, amministratore delegato di Filiera Italia, le esportazioni del settore potrebbero subire un calo […] L'articolo Il colmo dei dazi sul “made in Italy”? Cibo “Italian sounding” al posto di 7,8 miliardi di nostro export proviene da Economy Magazine.

L’industria agroalimentare “made in Italy” – anche per il tema del cosidetto cibo “italian soundig” – si trova di fronte a una sfida senza precedenti a causa dell’ondata di dazi del 20% imposta dall’amministrazione Trump sulle merci europee: . Secondo Luigi Scordamaglia, amministratore delegato di Filiera Italia, le esportazioni del settore potrebbero subire un calo tra il 10% e il 12% in termini di fatturato e addirittura del 20% in volume. Oggi, l’export agroalimentare italiano verso gli Stati Uniti vale circa 7,8 miliardi di euro, ma il rischio di una contrazione è concreto.
Lo scenario peggiore: la beffa del cibo italian sounding
Un altro grande problema che pesa sul Made in Italy è il fenomeno dell’”italian sounding“, ovvero l’utilizzo di nomi e immagini che richiamano l’Italia per vendere prodotti che italiani non sono. Attualmente, 4 prodotti su 5 presenti nei mercati esteri evocano l’italianità, soprattutto cibo italian sounding – senza avere alcun legame con il nostro Paese. Questo ha già creato una concorrenza sleale che penalizza i produttori italiani.
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La reazione dell’Unione Europea
L’Unione Europea sta valutando le possibili contromisure per rispondere ai dazi americani. L’Ue è pronta a negoziare con gli Stati Uniti: ma il tempo stringe, servono provvedimenti contro i dazi del 20% imposti da Trump. “Stiamo preparando il primo pacchetto di contromisure per rispondere alle tariffe sull’acciaio ha detto la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen– . E, nel caso in cui i negoziati non portino a risultati, predisporremo ulteriori misure per tutelare i nostri interessi e le nostre attività”.
La presidente ha poi ricordato che l’Unione Europea è il mercato unico più grande al mondo con 450 milioni di consumatori. “Siamo pronti a difendere i nostri valori e a sostenere chi è più direttamente colpito”, ha detto von der Leyen. “Non è troppo tardi per affrontare le problematiche attraverso i negoziati – ha aggiunto -. Il commissario europeo per il commercio, Maros Sefcovic, è infatti in continuo dialogo con le autorità statunitensi per ridurre le barriere commerciali, piuttosto che aumentarle”.
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