Il caso Le Pen scuote anche l’America

Reazioni e commenti non solo in Francia sulla condanna di Marine Le Pen per appropriazione indebita di fondi pubblici europei. La nota di Sacchi.

Apr 1, 2025 - 08:40
 0
Il caso Le Pen scuote anche l’America

Reazioni e commenti non solo in Francia sulla condanna di Marine Le Pen. La nota di Sacchi

La condanna di Marine Le Pen, seriamente destinata a precluderle la candidatura alle presidenziali francesi dove veniva data per favorita – anche se lei che non intende mollare parla di una “strada stretta” come ultima possibilità -, riporta sotto i riflettori in modo così clamoroso a livello internazionale l’uso politico della giustizia che lo stesso Matteo Renzi, un esponente di centrosinistra contrapposto a Le Pen, deve ammettere che “eliminare gli avversari per via giudiziaria è sempre una sconfitta”.

Contro l’eliminazione per via giudiziaria della leader del Rassemblement National il leader italiano che si schiera nel modo più netto è Matteo Salvini, la cui posizione traina di fatto seppur con gradazioni diverse il centrodestra, con posizioni non sempre collimanti sul cosiddetto riarmo, ma unito sul garantismo. Salvini attacca contro quella che ritiene una “dichiarazione di guerra da Bruxelles”.

Il leader della Lega, vicepremier, ministro delle Infrastrutture e Trasporti, afferma: “Chi ha paura del giudizio degli elettori, spesso si fa rassicurare dal giudizio dei tribunali”. Salvini denuncia: “A Parigi hanno condannato Marine Le Pen e vorrebbero escluderla dalla vita politica. Un brutto film che stiamo vedendo anche in altri Paesi come la Romania”. “Quella contro Marine Le Pen – incalza il vicepremier e leader della Lega – è una dichiarazione di guerra da parte di Bruxelles, in un momento in cui le pulsioni belliche di von der Leyen e Macron sono spaventose”. “Non ci facciamo intimidire, non ci fermiamo: avanti tutta amica mia!”, conclude Salvini.

La condanna per appropriazione indebita di fondi pubblici della leader di Rassemblement National, con l’eventuale sua estromissione dalla vita politica, viene ritenuta un brutto segnale anche da Ecr, il partito in cui c’è FdI di Giorgia Meloni: “L’incandidabilità è la sconfitta dello stato di diritto”, afferma il co-presidente dei conservatori al Parlamento europeo, Nicola Procaccini. “La ineleggibilità a 5 anni è un modo come un altro per far fuori gli avversari politici”, rincara la dose il ministro Tommaso Foti, altro big di FdI: “Personalmente – aggiunge – ho sempre ritenuto che gli avversari politici li si battono nelle urne e non li si escludono prima di aprire le urne”.

“Per noi – dice il portavoce di FI, Raffaele Nevi, all’Agi – il ‘caso Le Pen’ vale come tanti altri casi in Italia, noi siamo garantisti con tutti, abbiamo letto della sua intenzione di presentare ricorso in appello, per noi è innocente fino al terzo grado di giudizio. Noi siamo concentrati più sui problemi del nostro Paese che di altri Paesi sovrani”.

“La condanna di Marie Le Pen è diventata un caso internazionale e fa un certo effetto – e fa anche riflettere – constatare che il Cremlino, Orban, Elon Musk e il leader dell’estrema sinistra francese Jean-Luc Melenchon abbiano più o meno la stessa posizione”, gli fa eco il presidente di Noi Moderati, Maurizio Lupi.

Significativa difesa della leader della destra francese viene da Washington dove il portavoce del Dipartimento di Stato, Tammy Bruce, annuncia che “l’amministrazione Trump ha espresso preoccupazione per l’esclusione di candidati dalla vita politica”. Per Washington “l’esclusione delle persone dal processo politico è particolarmente preoccupante alla luce della guerra giudiziaria aggressiva e corrotta intrapresa contro il presidente Donald Trump qui negli Stati Uniti”, spiega il portavoce del Dipartimento di Stato. Ed Elon Musk fa un’osservazione che non può non far riflettere anche sugli esiti italiani dell’uso politico della giustizia. “Quando la sinistra radicale non riesce a vincere con un voto democratico, abusa del sistema giudiziario per mettere in prigione i suoi oppositori. Questo è il loro modus operandi in tutto il mondo”, così Musk sul suo social X riferendosi alla condanna di Marine Le Pen.

Comunque si pensi, è un fatto che anche in Italia, che con “mani pulite” fu antesignana a livello internazionale dell’uso politico della giustizia, l’accanimento giudiziario ha sempre colpito leader di centrodestra. E prima ancora, con “mani pulite”, fece da capro espiatorio Bettino Craxi che era leader della sinistra moderna ma, anche se può sembrare paradossale, ancora più anticomunista di qualcuno degli stessi esponenti di destra più riverenti verso il Pci.