I voti degli ultimi conclavi: così sono stati eletti Bergoglio, Ratzinger e Wojtyla

Il passo indietro dei ‘bergogliani’ a favore del cardinale tedesco nel 2005. Nel 2013, sull’argentino era in vantaggio Scola. Nonostante il massimo riserbo raccomandato ai cardinali, molti vaticanisti sono risaliti a una realistica ricostruzione di quanto accaduto nella Cappella Sistina

Mag 5, 2025 - 17:47
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I voti degli ultimi conclavi: così sono stati eletti Bergoglio, Ratzinger e Wojtyla

Roma, 30 aprile 2025 - Il Conclave è alle porte e presto conosceremo il nome del successore di Papa Francesco. Ma ciò che non conosceremo mai con certezza sarà l'andamento delle votazioni, che non sono solo a scrutinio segreto, ma prevedono anche il totale riserbo da parte dei partecipanti. In altre parole, ai cardinali non è permesso far sapere cosa sia successo tra le spesse mura della Cappella Sistina. Non ci sono vere e proprie candidature, ma accordi (spesso informali), passi indietro, mediazioni e, per qualcuno, la rassegnazione di veder eletto un papa lontano dalla propria idea di Chiesa.

Eppure, non sono mancate alcune ricostruzioni attendibili su come siano andati gli scrutini degli ultimi conclavi, a cura di vaticanisti che spesso sostengono di essere entrati in contatto con alcuni cardinali o con i loro appunti. Ecco come sono avvenute le elezioni di Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco.

L'ingresso dei cardinali nella Cappella Sistina il 12 marzo del 2013 (Ansa)
This handout picture released by the Press office shows cardinals entering in the Sistine Chapel before the start of the conclave at the Vatican on March 12, 2013. Cardinals moved into the Vatican today as the suspense mounted ahead of a secret papal election with no clear frontrunner to steer the Catholic world through troubled waters after Benedict XVI's historic resignation. The 115 cardinal electors who pick the next leader of 1.2 billion Catholics in a conclave in the Sistine Chapel will live inside the Vatican walls completely cut off from the outside world until they have made their choice. ANSA/OSSERVATORE ROMANO RESTRICTED TO EDITORIAL USE - MANDATORY CREDIT ?ANSA PHOTO/OSSERVATORE ROMANO"

14-16 ottobre 1978 (Papa Wojtyla)

Si tratta del secondo conclave di quell'anno, dopo la morte improvvisa di Giovanni Paolo I (Albino Luciani) dopo appena 33 giorni di pontificato. Vista l'inaspettata convocazione nella Sistina, mancava quindi un candidato chiaro e condiviso. Sembra tuttavia assodato che i nomi in gioco fossero, almeno inizialmente, due: l'arcivescovo di Genova Giuseppe Siri per i conservatori e quello di Firenze Giovanni Benelli per i progressisti.

Il vaticanista Giancarlo Zizola, basandosi sulle fonti di testate come Time, Newsweek e L'Express, sostiene che al primo scrutinio ci fosse stato un testa a testa tra i due, con 30 voti ciascuno (su 111 elettori). Dopo un secondo scrutinio che avrebbe visto un rafforzamento di entrambe le candidature, al terzo - secondo Benny Lai - Siri avrebbe ottenuto 59 voti contro la quarantina di Benelli. Lo scrutinio successivo rese evidente che nessuno dei due avrebbe smosso elettori del blocco opposto, e pertanto si iniziò a ragionare su un 'papa di compromesso'.

A proporre il nome dell'arcivescovo di Cracovia Karol Wojtyla sarebbe stato il viennese Franz Konig. Dopo qualche 'sondaggio' tra i cardinali, seguiti da votazioni 'di prova', nel pomeriggio del 16 ottobre i sostenitori di Siri fecero confluire i loro voti su colui che sarebbe diventato Giovanni Paolo II, eletto con 99 preferenze. A dare questo resoconto è stato niente di meno che Giulio Andreotti nel suo libro 'A ogni morte di Papa. I papi che ho conosciuto'. Il leader democristiano vantava infatti numerose amicizie nel collegio cardinalizio.

18-19 aprile 2005 (Papa Ratzinger)

Dopo quasi 27 anni, i cardinali tornarono a riunirsi per eleggere un nuovo pontefice alla morte di Wojtyla. Quello del 2005 fu uno dei conclavi dall'esito più scontato della storia: dopo un pontificato così lungo tutti si aspettavano l'elezione di un cardinale anziano che fungesse da 'transizione', ma pur sempre in continuità con l'amatissimo Giovanni Paolo II. Joseph Ratzinger era il candidato perfetto, in quanto decano del collegio e collaboratore di Wojtyla. Tuttavia, era notoriamente conservatore, e il blocco progressista si attivò per cercare un'alternativa.

Una delle ricostruzioni più note è quella del vaticanista Lucio Brunelli per Limes. Già al primo scrutinio, Ratzinger sarebbe stato chiaramente il favorito, con ben 47 voti contro gli appena 10 di Jorge Mario Bergoglio, preferito dai progressisti. Nelle votazioni successive poco sarebbe cambiato: 65 contro 35 alla seconda, 70 contro 40 alla terza. Al decano sarebbero mancati dunque appena sette voti per essere eletto: a quel punto i progressisti si sarebbero fatti da parte, confluendo in parte su Ratzinger, che sarebbe diventato Benedetto XVI con 84 preferenze su 115 cardinali.

Una volta divenuto papa, Francesco minimizzò il suo ruolo nel conclave, sostenendo che ci fosse stata sin da subito "quasi l'unanimità" sul nome di Ratzinger.

12-13 marzo 2013 (Papa Francesco)

In molti ricorderanno che nel 2013 si parlò molto di un potenziale 'papa Scola', e secondo numerose ricostruzioni ciò è realistico. Stando al libro 'The election of Pope Francis' del vaticanista Gerard O'Connell, al primo scrutinio l'arcivescovo di Milano sarebbe stato il più votato, con 30 voti su 115 elettori, tallonato dall'arcivescovo di Buenos Aires Jorge Mario Bergoglio con 26. I due rappresentavano rispettivamente l'anima conservatrice e quella progressista del collegio cardinalizio. Un'altra candidatura forte sarebbe stata quella del prefetto della Congregazione per i vescovi, il canadese Marc Ouellet, con 22 preferenze.

Tuttavia, già il mattino successivo gli equilibri sarebbero cambiati notevolmente. Al secondo e al terzo scrutinio, Bergoglio avrebbe ottenuto rispettivamente 45 e 56 voti, contro i 38 e 41 di Scola. Alla quarta votazione la candidatura di quest'ultimo cominciò a indebolirsi, scendendo a 32 sostenitori contro i 67 del cardinale argentino. Questa volta furono dunque i conservatori a fare un passo indietro, confluendo in parte su Bergoglio, che sarebbe stato eletto papa con 85 voti.