I titoli tecnologici passano lo scettro a quelli della Difesa: anche i mercati risentono dell’Era del riarmo?

Le emergenze geopolitiche internazionali stanno cambiando il profilo dei mercati? Quelle che prima erano considerate le grandi protagoniste sui listini, le Big Tech, oggi sembrano cedere il passo ad atri giganti, i nomi del settore Difesa che, complici i venti di guerra e i desideri di riarmo dell’Europa, vedono nuovamente le loro azioni prendere quota. Una situazione passeggera oppure un cambio di rotta radicale? E chi sta traendo beneficio da tutto questo? A rispondere è Gabriel Debach, market analyst di eToro. Le chiamavano le Magnifiche 7 ovvero Apple, Amazon, Alphabet, Meta, Microsoft, Nvidia e Tesla, ma da inizio anno sui mercati le quotazioni stanno virando verso il basso. Contemporaneamente, i titoli europei della difesa hanno registrato un notevole aumento. Cosa sta succedendo? «Non solo le Magnifiche 7, ma l’intero S&P 500 ha perso slancio, tanto da tornare sotto i livelli del 5 novembre, cancellando quindi i guadagni post-elettorali e azzerando il cosiddetto effetto Trump. In Europa, invece, il tono è diverso. L’azionario è trainato dai settori ciclici, con un sentiment che, almeno per ora, sembra immune alle incertezze globali. Con valutazioni che restano basse rispetto a Wall Street, basta un soffio di ottimismo per spingere i listini più in alto. Questa divergenza tra USA ed Europa potrebbe continuare nei prossimi mesi, ma con un fattore di rischio da tenere d’occhio: l’ombra dei dazi americani, del 2 aprile, che potrebbero colpire la crescita europea e ridurre il gap con Wall Street. In questo contesto, i mercati si muovono tra due forze opposte: la resilienza dell’Europa e la cautela degli investitori globali. In questo contesto, il comparto della difesa fa sentire il suo potere di fuoco, attirando l’attenzione grazie al suo poderoso rally. Per riassumerne l’andamento, eToro ha creato lo European Defense 7, un paniere equiponderato composto dalle sette aziende leader del settore della difesa in Europa. Mettendone a confronto l’andamento con quello delle Magnifiche 7 statunitensi, delle GRANOLAS e degli indici dei mercati azionari regionali, l’analisi di eToro ha evidenziato come il gruppo delle leader della difesa del Vecchio Continente abbia battuto le rivali nelle performance da inizio anno, così come in quelle a 12 mesi, 3 e 5 anni». Economia 22 Novembre 2024 Le Magnifiche 7 che oggi regnano sui mercati, domani governeranno il mondo? Le Magnifiche 7 sono indissolubilmente legate al settore tecnologico ma la loro potenza pone anche interrogativi di tipo etico e… 22 Novembre 2024 apple google netflix nvidia alphabet etoro Gabriel Debach Guarda ora Quali sono i motivi che si nascondono dietro questo rialzo? E quanto potrebbe durare? «Il settore della difesa del Vecchio Continente beneficia dell’ipotesi di un debito comune europeo da utilizzare proprio per finanziare il riarmo della regione. D’altronde, ogni incremento della spesa militare si traduce in cifre impressionanti: ogni punto percentuale di PIL equivale a circa 45 miliardi per la Germania, 30 miliardi per la Francia, 22 miliardi per l’Italia. Il sentiero è tracciato, ma le variabili non mancano e il percorso rimane accidentato. Se allarghiamo lo sguardo, infatti, vediamo che tutte le principali aziende della difesa europea si trovano in territorio di ipercomprato. Ciò significa che si sono verificati molti acquisti in un tempo relativamente breve, facendo salire molto il prezzo, addirittura “troppo” rispetto al suo

Mar 22, 2025 - 15:06
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I titoli tecnologici passano lo scettro a quelli della Difesa: anche i mercati risentono dell’Era del riarmo?

Le emergenze geopolitiche internazionali stanno cambiando il profilo dei mercati? Quelle che prima erano considerate le grandi protagoniste sui listini, le Big Tech, oggi sembrano cedere il passo ad atri giganti, i nomi del settore Difesa che, complici i venti di guerra e i desideri di riarmo dell’Europa, vedono nuovamente le loro azioni prendere quota. Una situazione passeggera oppure un cambio di rotta radicale? E chi sta traendo beneficio da tutto questo? A rispondere è Gabriel Debach, market analyst di eToro.

Le chiamavano le Magnifiche 7 ovvero Apple, Amazon, Alphabet, Meta, Microsoft, Nvidia e Tesla, ma da inizio anno sui mercati le quotazioni stanno virando verso il basso. Contemporaneamente, i titoli europei della difesa hanno registrato un notevole aumento. Cosa sta succedendo?

«Non solo le Magnifiche 7, ma l’intero S&P 500 ha perso slancio, tanto da tornare sotto i livelli del 5 novembre, cancellando quindi i guadagni post-elettorali e azzerando il cosiddetto effetto Trump. In Europa, invece, il tono è diverso. L’azionario è trainato dai settori ciclici, con un sentiment che, almeno per ora, sembra immune alle incertezze globali. Con valutazioni che restano basse rispetto a Wall Street, basta un soffio di ottimismo per spingere i listini più in alto. Questa divergenza tra USA ed Europa potrebbe continuare nei prossimi mesi, ma con un fattore di rischio da tenere d’occhio: l’ombra dei dazi americani, del 2 aprile, che potrebbero colpire la crescita europea e ridurre il gap con Wall Street. In questo contesto, i mercati si muovono tra due forze opposte: la resilienza dell’Europa e la cautela degli investitori globali. In questo contesto, il comparto della difesa fa sentire il suo potere di fuoco, attirando l’attenzione grazie al suo poderoso rally. Per riassumerne l’andamento, eToro ha creato lo European Defense 7, un paniere equiponderato composto dalle sette aziende leader del settore della difesa in Europa. Mettendone a confronto l’andamento con quello delle Magnifiche 7 statunitensi, delle GRANOLAS e degli indici dei mercati azionari regionali, l’analisi di eToro ha evidenziato come il gruppo delle leader della difesa del Vecchio Continente abbia battuto le rivali nelle performance da inizio anno, così come in quelle a 12 mesi, 3 e 5 anni».

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Quali sono i motivi che si nascondono dietro questo rialzo? E quanto potrebbe durare?

«Il settore della difesa del Vecchio Continente beneficia dell’ipotesi di un debito comune europeo da utilizzare proprio per finanziare il riarmo della regione. D’altronde, ogni incremento della spesa militare si traduce in cifre impressionanti: ogni punto percentuale di PIL equivale a circa 45 miliardi per la Germania, 30 miliardi per la Francia, 22 miliardi per l’Italia. Il sentiero è tracciato, ma le variabili non mancano e il percorso rimane accidentato. Se allarghiamo lo sguardo, infatti, vediamo che tutte le principali aziende della difesa europea si trovano in territorio di ipercomprato. Ciò significa che si sono verificati molti acquisti in un tempo relativamente breve, facendo salire molto il prezzo, addirittura “troppo” rispetto al suo valore reale o rispetto al suo andamento abituale. In pratica, il mercato potrebbe aver esagerato con l’entusiasmo, e di conseguenza c’è il rischio che presto il prezzo possa scendere, magari perché gli investitori iniziano a vendere per incassare i guadagni. Ad esempio, Rheinmetall viaggia su multipli elevatissimi, con un P/E forward di 37,4x, livelli persino maggiori di molte big tech americana (da Nvidia 24.1x, Apple 29.3x Amazon 27.6x) rispetto alla media triennale di 18,8x. Anche Leonardo ha visto il suo P/E forward salire a 23x, quasi due volte il valore della sua media storica. Questo non significa necessariamente che il trend sia destinato a invertirsi, ma rende certamente il settore più vulnerabile a eventuali delusioni o ritardi nei programmi di spesa. Gli investitori dovrebbero tenere d’occhio se questi piani e impegni si concretizzeranno in finanziamenti e spese concrete nei prossimi mesi».

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Quali sono i nomi europei che hanno beneficiato di questa impennata e quali quelli italiani?

«Le regine della difesa europea sono BAE, Rolls-Royce, Rheinmetall, Thales, Dassault Aviation e Safran. Tra queste, naturalmente, non possiamo dimenticare l’italiana Leonardo, precedentemente nota come Finmeccanica, multinazionale specializzata nei settori dell’aerospazio, difesa e sicurezza».

Quali sono i titoli su cui investire per sfruttare al meglio questo rally?

«Se Rheinmetall è stata la superstar del settore difesa, Leonardo non è certo rimasta nelle retrovie. Con il titolo ai massimi storici, maglia rosa tra i titoli del FTSE MIB in termini di performance di questo 2025 e una capitalizzazione che l’ha portata in ottava posizione nel FTSE MIB, l’azienda ha superato da inizio anno big come STM, Poste Italiane, Tenaris e Prysmian. Dietro questo rally, non solo numeri solidi, ma anche partnership strategiche. L’alleanza già consolidata con Rheinmetall e il recentissimo accordo con il gruppo turco Baykar, leader nei droni militari, confermano Leonardo come un player sempre più integrato negli scenari geopolitici attuali. La società è poi in trattative avanzate anche per una nuova joint venture nel settore Aerostrutture, potenziale nuovo catalizzatore per il titolo, con uno sguardo sempre sulla divisione difesa di Iveco. Anche Thales brilla nel firmamento della difesa europea. Il titolo ha guadagnato l’80% da inizio 2025, dominando il CAC 40 e consolidandosi come uno tra i protagonisti del settore. Il CEO Patrice Caine vede un futuro radioso: la crescente spesa per la difesa in Europa è una leva strategica per l’azienda. Non solo numeri, ma anche alleanze chiave. Thales ha siglato un accordo con l’Ukrainian Defence Industry (UDI) per una joint venture dedicata a difesa aerea, radar, guerra elettronica e comunicazioni tattiche. Sul fronte mediorientale, partnership con EDGE negli Emirati Arabi Uniti potenziano le soluzioni radio e i sistemi IFF, mentre in India, l’intesa con Bharat Dynamics Ltd rafforza la capacità di fornitura di sistemi di difesa aerea portatili. E poi c’è l’AI, il game changer. La collaborazione con Safran.AI spinge Thales verso l’intelligenza artificiale applicata alla difesa, con un focus su capacità avanzate di analisi delle immagini».

Un passo, ricorda Debach, che conferma l’azienda come avanguardia tecnologica del settore.

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