I pesticidi si diffondono ben oltre i campi: lo studio che dimostra come arrivino a contaminare anche le zone più remote

Suolo superficiale e vegetazione e poi pozzanghere e corsi d’acqua: i pesticidi non vanno a finire soltanto sui campi coltivati, ma vanno ben oltre, molto più lontano di quanto si fosse creduto finora. A dirlo è un nuovo studio, pubblicato su Communications Earth & Environment, di un gruppo scienziati guidato da Carsten Brühl, che ha testato suolo...

Mar 24, 2025 - 12:33
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I pesticidi si diffondono ben oltre i campi: lo studio che dimostra come arrivino a contaminare anche le zone più remote

Suolo superficiale e vegetazione e poi pozzanghere e corsi d’acqua: i pesticidi non vanno a finire soltanto sui campi coltivati, ma vanno ben oltre, molto più lontano di quanto si fosse creduto finora.

A dirlo è un nuovo studio, pubblicato su Communications Earth & Environment, di un gruppo scienziati guidato da Carsten Brühl, che ha testato suolo superficiale, vegetazione, corsi d’acqua e pozzanghere in 78 località lungo un tratto di 180 chilometri, che va dalle aree remote nelle foreste Unesco delle catene montuose fino alle terre coltivate della zona dell’Alto Reno.

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I ricercatori hanno rilevato un totale di 63 pesticidi e quasi tutti i siti di misurazione risultavano contaminati. I residui sono stati trovati nel 97% dei campioni di suolo e vegetazione, spesso nei famigerati cocktail di più principi attivi.

Questo ‘cocktail di pesticidi’ – spiega Pesticide action network (Pan) – è particolarmente problematico perché possono verificarsi interazioni e gli effetti possono essere amplificati. I risultati preoccupanti sono coerenti con studi precedenti su scala più piccola condotti nell’area dell’Alto Adige in Italia. L’uso prolungato e su larga scala dei pesticidi è un fattore determinante del drastico declino delle popolazioni di insetti e altri organismi essenziali per l’agricoltura, come evidenziato nella nostra campagna sulla biodiversità. I ricercatori vedono nella riduzione dei pesticidi l’unico modo per limitare i danni alla biodiversità.

Lo studio

Gli studiosi hanno effettuato un campionamento su vasta scala durante la stagione dei trattamenti, nei mesi di giugno e luglio 2022: grazie a tecniche analitiche all’avanguardia in grado di rilevare basse concentrazioni, è stata inclusa l’analisi di 93 pesticidi di uso corrente (Puc).

Nella media, la vegetazione è risultata contaminata da sei pesticidi, in alcuni casi fino a 21. Nel suolo superficiale sono stati trovati in media cinque pesticidi, con singoli campioni che contenevano fino a 26 principi attivi differenti.

Le sostanze attive sono state individuate anche a diverse centinaia di metri dai terreni agricoli, persino nelle zone più remote. E non solo: lo studio ha identificato 140 diverse combinazioni di almeno due principi attivi.

pesticidi

I nostri risultati sono chiari: i pesticidi si diffondono ben oltre i campi. Questo non è solo un problema agricolo, ma una realtà che ci riguarda tutti. Possiamo entrare in contatto con i pesticidi mentre facciamo una passeggiata, nei parchi giochi o nei nostri giardini – dice Ken Mauser, autore principale dello studio. Agricoltori, le loro famiglie e i vicini di casa sono particolarmente a rischio, così come i gruppi sensibili come bambini, donne incinte e anziani. Solo di recente, la Germania ha riconosciuto il Parkinson causato dai pesticidi come malattia professionale nella viticoltura.

I pesticidi più frequenti

Uno dei pesticidi più frequentemente trovati è stato il fungicida fluopyram, presente in oltre il 90% di tutti i campioni e classificato come Pfas. Il suo prodotto di degradazione, il Tfa, può contaminare le falde acquifere e le risorse idriche potabili.

Altri pesticidi di uso corrente sono:

  • boscalid (42%)
  • spiroxamina (37%)
  • piraclostrobin (22%)

Nella vegetazione, i fungicidi più trovati sono stati fluopyram (92%), spiroxamina (55%), cyflufenamide (Pfas, 41%) e boscalid (38%). Nelle acque superficiali, le principali sostanze rilevate sono state il fungicida fluopyram (77%), l’insetticida pirimicarb (67%), l’erbicida metazachlor (63%) e l’insetticida tebufenozide (63%).

Tutti sono classificati “ad alto rischio” o a “rischio moderato” dal Pesticides Properties Database in almeno una delle tre categorie: Destino ambientale, Ecotossicità e Salute umana. Dei 63 pesticidi rilevati, il 35% è classificato come “ad alto rischio” per l’ambiente, il 43% per l’ecotossicità e il 40% per la salute umana.

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