Collection of Sounds: Volume 4 di Ant è fuori ora

Non serviva una conferma, ma Anthony “Ant” Davis ha deciso comunque di regalarcela. Il producer degli Atmosphere, vera e propria colonna della scena underground statunitense, chiude il cerchio con Collection of Sounds: Volume 4, ultimo capitolo di una tetralogia che racconta vent’anni (e oltre) di visione musicale. Un progetto che parla da solo, ma che dice molto anche su chi lo ha creato. Ant (Atmosphere) pubblica Collection of Sounds: Volume 4: l’ultima tappa di un viaggio strumentale unico Ant non […] L'articolo Collection of Sounds: Volume 4 di Ant è fuori ora proviene da Rapologia.it.

Apr 8, 2025 - 08:45
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Collection of Sounds: Volume 4 di Ant è fuori ora

Non serviva una conferma, ma Anthony “Ant” Davis ha deciso comunque di regalarcela. Il producer degli Atmosphere, vera e propria colonna della scena underground statunitense, chiude il cerchio con Collection of Sounds: Volume 4, ultimo capitolo di una tetralogia che racconta vent’anni (e oltre) di visione musicale. Un progetto che parla da solo, ma che dice molto anche su chi lo ha creato.

Ant (Atmosphere) pubblica Collection of Sounds: Volume 4: l’ultima tappa di un viaggio strumentale unico

Ant non è solo l’altra metà degli Atmosphere. È un architetto del suono che ha lasciato la sua firma in progetti storici al fianco di MF DOOM, Brother Ali, Murs, The Grouch & Eligh, e recentemente anche su GOLLIWOG, il nuovo disco di billy woods.

In questa serie di pubblicazioni soliste, però, ha scelto di mettersi completamente a nudo, rimuovendo la voce per lasciare spazio al puro linguaggio delle produzioni.

In Volume 4 la narrazione si fa ancora più profonda, introducendo elementi rock che si fondono con il suo inconfondibile tocco. Chitarre che graffiano, ma che non rompono l’equilibrio: piuttosto, accompagnano un’evoluzione che non ha mai perso il senso delle origini. Se nei primi volumi l’ascoltatore era guidato da beat hip-hop con inflessioni funk, reggae e dub, qui si respira un’aria nuova, ma familiare. È la conferma che Ant non ha mai smesso di viaggiare—geograficamente e musicalmente.

Quando ho pensato per la prima volta a una serie di strumentali,” ci racconta,  “mi sono chiesto se dovessi riempire gli spazi che di solito lascio ai rapper. Ma poi ho pensato: sarebbe jazz. E io non sono jazz.” Una dichiarazione che, tra il serio e il divertito, riassume perfettamente il senso di Collection of Sounds: non un esercizio di stile, ma un continuo gioco tra memoria e reinvenzione.

Con questa chiusura, Ant ci consegna un patrimonio sonoro che va ben oltre l’hip-hop, pur rimanendo radicato nella sua essenza. Un invito a riascoltare tutto da capo, e a lasciarsi trasportare, ancora una volta, da uno dei produttori più sottovalutati—e fondamentali—di sempre.

Di seguito lo streaming del disco.

 

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