I latinos boicottano i grandi marchi per protesta contro il loro aiuto a Trump
Negli Stati Uniti, il movimento “Latino Freeze” sta guadagnando sempre più consensi all’interno della comunità latina, spingendo le persone a ripensare le proprie abitudini di consumo. Questa iniziativa, nata come risposta alle politiche dell’amministrazione Trump, invita i latinos a ridurre drasticamente gli acquisti presso grandi catene e marchi che hanno sostenuto il presidente repubblicano, promuovendo...

Negli Stati Uniti, il movimento “Latino Freeze” sta guadagnando sempre più consensi all’interno della comunità latina, spingendo le persone a ripensare le proprie abitudini di consumo. Questa iniziativa, nata come risposta alle politiche dell’amministrazione Trump, invita i latinos a ridurre drasticamente gli acquisti presso grandi catene e marchi che hanno sostenuto il presidente repubblicano, promuovendo invece il commercio locale.
Tra i principali promotori del movimento c’è Kryztal Pena, una giovane madre e ricercatrice di Chicago che, attraverso i social media, incoraggia la comunità latina a privilegiare i negozi di piccoli imprenditori ispanici. La sua logica è semplice: perché acquistare da catene come Walmart o Target quando è possibile trovare gli stessi prodotti presso commercianti latini? Perché continuare a consumare Coca-Cola quando ci sono alternative più vicine alla cultura e alle tradizioni della comunità?
Il 28 febbraio ci sarà una giornata di “blackout economico”
Il movimento ha trovato ulteriore slancio dopo la scoperta che aziende come Coca-Cola hanno sostenuto la campagna elettorale di Trump. La multinazionale delle bibite ha donato 250.000 dollari alla sua rielezione, nonostante il suo enorme fatturato derivante proprio dai consumatori latini che contribuiscono con circa 530 milioni di dollari ai suoi profitti. A peggiorare la situazione, sono circolate voci secondo cui l’azienda avrebbe denunciato lavoratori latini alle autorità per l’immigrazione, sebbene la veridicità di queste affermazioni non sia stata confermata.
Il boicottaggio non si limita a Coca-Cola. Anche Amazon, Verizon, AT&T e Uber sono tra le aziende che hanno finanziato la campagna repubblicana, e per questo motivo sono finite nel mirino del movimento. I promotori dell’iniziativa chiedono ai latinos di non acquistare prodotti superflui e di cancellare abbonamenti a servizi di queste aziende, con l’obiettivo di dimostrare l’enorme potere economico della comunità ispanica, che contribuisce con un PIL di 3,7 trilioni di dollari all’economia statunitense.
Il 28 febbraio è prevista una giornata di “blackout economico”, durante la quale si invita la comunità latina a evitare qualsiasi acquisto presso grandi aziende e a privilegiare esclusivamente i piccoli commercianti locali. Si punta così a sensibilizzare le imprese sulla necessità di rispettare la comunità latina e incentivare la crescita economica interna alla stessa comunità.
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