I dazi sono il bastone e la carota di Trump | L’analisi di Giampaolo Galli
Il tira e molla sui dazi indica che Trump intende usarli come bastone negoziale sia con i paesi esteri sia, soprattutto, con le imprese americane. La Casa Bianca è inondata di richieste di esenzioni o sussidi a fronte dei danni causati dai dazi USA e dalle contromisure varate o minacciate dagli altri paesi, soprattutto dalla […] L'articolo I dazi sono il bastone e la carota di Trump | L’analisi di Giampaolo Galli proviene da Osservatorio Riparte l'Italia.

Il tira e molla sui dazi indica che Trump intende usarli come bastone negoziale sia con i paesi esteri sia, soprattutto, con le imprese americane.
La Casa Bianca è inondata di richieste di esenzioni o sussidi a fronte dei danni causati dai dazi USA e dalle contromisure varate o minacciate dagli altri paesi, soprattutto dalla Cina.
Molte di queste richieste provengono da territori a maggioranza repubblicana e sarà difficile per Trump far finta di nulla.
Vi sono imprese che sosterranno di essere obbligate ad aumentare i prezzi perché è aumentato il costo delle materie prime o dei semilavorati.
E vi saranno imprese che chiederanno sussidi per far fronte ai contro dazi o alle altre misure di ritorsione del resto del mondo.
Nel suo primo mandato Trump stabilì un fondo speciale per compensare gli agricoltori che si trovarono in difficoltà a causa dei dazi.
Misure di questo tipo – esenzioni e sussidi – possono essere manovrate dalla Casa Bianca molto più agevolmente delle imposte sui redditi e sui consumi.
Ecco dunque che si prospetta una dimensione dei dazi come strumento di “estorsione economica” per ottenere vantaggi politici.
Trump ha già attaccato alcune Università, colpevoli di non avere represso le opinioni di studenti dissenzienti, e ha attaccato, cosa davvero straordinaria, alcuni dei maggiori studi legali USA per aver difeso candidati democratici o aver preso parte a procedimenti per presunti reati di Trump o dei suoi seguaci.
Questi attacchi sono stati fatti usando la leva economica: cancellando grants federali per 400 milioni di dollari alla Columbia University, e minacciando gli studi legali di cancellare i loro contratti con il governo federale o addirittura di negare loro la possibilità di recarsi presso uffici pubblici, inclusi i tribunali.
Ebbene, con le imprese può accadere la stessa cosa: il governo è disposto ad aiutare una data impresa o settore se non fa propaganda contro il governo, non finanzia candidati democratici, non ha dipendenti che sostengono idee contrarie all’amministrazione o fa donazioni ai repubblicani.
In sostanza, i dazi possono diventare uno strumento attraverso il quale Trump può consolidare un potere autocratico che mette ulteriormente a dura prova i limiti della democrazia americana.
Un comportamento analogo può essere messo in atto con l’estero.
Vedremo quanti leader di paesi colpiti dai dazi andranno a Canossa a osannare il sovrano.
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