I dazi di Trump non saranno a pioggia, le borse ci sperano

Le borse dell’Europa dovrebbero aprire in rialzo, anche per effetto di quanto ha scritto Bloomberg stanotte a proposito dei dazi.Si sono svolti ieri in Arabia Saudita i colloqui tra il team di Donald Trump e quello di Zelensky, in vista dell'incontro tra Washington e i rappresentanti di Mosca lunedì.

Mar 24, 2025 - 09:39
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I dazi di Trump non saranno a pioggia, le borse ci sperano

Nell’ultima seduta della scorsa settimana, i principali indici della borsa degli Stati Uniti si sono mossi a zig zag intorno alla parità: l’indice S&P500 ha chiuso in rialzo dello 0,1%, +0,5% la performance della settimana. L’unico evento di rilievo, in una giornata di scadenze tecniche delle opzioni, è stato il movimento delle super star dell’high tech: l’indice Bloomberg Magnificent 7 ha guadagnato l’1,4%, ancora negativa la settimana, -0,4%.


Questa settimana gli occhi saranno puntati sul rapporto PCE (Personal Consumption Expenditures), l'indicatore dell'inflazione preferito dalla Federal Reserve, in uscita venerdì.

Il calendario economico della prossima settimana prevede anche il PMI di S&P Global e il sondaggio sul sentimento dei consumatori del Conference Board martedì. Mercoledì esce infine il rapporto sui beni durevoli del Census Bureau.

Per quanto riguarda le società, escono i conti di GameStop domani. Dollar Tree pubblica i risultati mercoledì e Lululemon Athletica giovedì.

Da seguire, in Europa, le prime indicazioni sull’andamento dell’inflazione di marzo in Francia e Spagna. Mercoledì escono i prezzi al consumo in UK. Venerdì viene pubblicato il dato sull’inflazione a Tokyo, importante anticipatore dell’andamento nazionale.

La prossima tornata di incrementi delle tasse alle dogane del Presidente Donald Trump sarà più mirata, meno estesa e forse ugualmente pesante, scrive stanotte Bloomberg. Il 2 aprile, la Casa Bianca annuncerà le cosiddette tariffe reciproche, misure che Trump ha presentato come una punizione per le barriere imposte da altri Paesi, compresi gli alleati di lunga data degli Stati Uniti. Per ora poco si sa della portata dei provvedimenti, anche perché gli annunci e le dichiarazioni sono state contraddittorie e vaghe. Secondo queste indiscrezioni, lo staff della Casa Bianca avrebbe elaborato un piano molto articolato e particolareggiato, diverso, se non opposto a quel che il presidente aveva anticipato nelle sue uscite di queste ultime settimane. L’approccio sarà selettivo, alcuni paesi saranno colpiti più di altri e ci saranno anche esenzioni, parziali o totali. La situazione della bilancia commerciale sarà quindi un elemento chiave nella scelta dei paesi da colpire di più.

Telecom Italia. La francese Vivendi, primo azionista, ha ridotto la propria partecipazione al 18,4% dal 23,8%, in linea con la decisione strategica di disinvestire dal gruppo tlc italiano. Secondo quanto ipotizzato da diversi quotidiani nel corso del fine settimana, Vivendi potrebbe vedere tutta o in parte la propria partecipazione rimanente in Tim a Poste Italiane, secondo azionista del gruppo, e al fondo di private-equity CVC.
Secondo Il Messaggero Tim ha dato mandato a Credit Agricole, Intesa e UniCredit di gestire la modifica di una propria linea di credito da 4 miliardi di euro, in scadenza l'anno prossimo.
L'obiettivo è di portarla a 3 miliardi ed estenderla al 2030, spiega l'articolo.

Banco BPM. La Banca centrale europea deciderà al più tardi entro questa settimana se il regime di favore in termine di capitale regolamentare sulle partecipazioni assicurative delle banche, noto come 'Danish compromise', possa applicarsi anche quando le controllate assicurative acquistano una società di asset management. Lo ha riferito una fonte vicina alla situazione.

Unicredit. L'acquisizione di Banco BPM senza la sua fusione all'interno del gruppo UniCredit ridurrebbe di 200 milioni le sinergie di costo previste dall'operazione, si legge in un'integrazione ai documenti assembleari di UniCredit pubblicata a richiesta di Consob. L'impatto negativo addizionale sul Cet1 di UniCredit derivante da un'acquisizione di Anima da parte di Banco Bpm senza i benefici del 'Danish Compromise' è quantificato in 44 punti base in caso di adesioni al 100% all'offerta, in aggiunta ai 78 punti base dell'impatto stimato nello scenario di piena adesione o comunque fusione dei due istituti.