I consulenti finanziari raccolgono la sfida dell’IA
GESTISCONO più di 900 miliardi di euro dei risparmi degli italiani e oggi stanno affrontando una sfida: quella dei cambiamenti...

GESTISCONO più di 900 miliardi di euro dei risparmi degli italiani e oggi stanno affrontando una sfida: quella dei cambiamenti generati dall’avvento dell’intelligenza artificiale. Stiamo parlando delle reti di consulenti finanziari, che in Italia hanno conquistato sempre più quote di mercato negli ultimi anni, sottraendole alle banche tradizionali. L’IA sta trasformando profondamente molti settori produttivi, sostituendo anche il lavoro intellettuale dell’uomo, non solo quello fisico. Sarà lo stesso anche per la consulenza finanziaria? Nell’ultima fiera del settore, ConsulenTia25, che si tiene ogni anno a Roma nel mese di marzo, il sentiment degli operatori era improntato all’ottimismo. È difficile che i professionisti in carne e ossa vengano sostituiti dalle macchine e dagli algoritmi, visto che il mestiere del consulente si basa soprattutto sulle relazioni umane e sulla fiducia dei clienti, ancor prima che sulle competenze tecniche nella gestione dei loro portafogli.
Tuttavia, neppure i consulenti finanziari possono rimanere alla finestra e devono fare i conti con questa innovazione. Lo sa bene anche Luigi Conte (nella foto), presidente dell’Anasf, la principale sigla di categoria del settore, l’associazione che organizza ConsulenTia dal 2014. L’edizione di quest’anno era proprio dedicata all’intelligenza artificiale, con la presentazione di una ricerca congiunta realizzata da Anasf e McKinsey. L’indagine ha messo in evidenza che già oggi il 45% dei consulenti finanziari italiani fa uso dell’IA generativa, la tecnologia alla base della sempre più popolare ChatGPT. In particolare, il 37% dei professionisti la utilizza per analizzare i portafogli gestiti, mentre solo il 7% la usa per interagire con i propri clienti. La relazione umana, insomma, è ancora ben più importante dell’algoritmo.
"L’intelligenza artificiale applicata alla consulenza finanziaria va valutata con molta attenzione per ragioni legate a un uso responsabile di questo strumento", ha dichiarato Cristina Catania, partner di McKinsey, che ha presentato i risultati dell’indagine. L’avvento di questa innovazione, secondo Catania, offre l’opportunità di democratizzare la consulenza finanziaria, cioè di allargare la platea dei clienti serviti, raggiungendo anche quelli con patrimoni più contenuti. Ovviamente, per i professionisti del settore è sempre stato più conveniente concentrarsi sulla fascia di clientela benestante, detentrice di patrimoni consistenti che assicurano maggiori commissioni a chi li gestisce. Grazie all’intelligenza artificiale e alle tecnologie digitali, però, i processi si accelerano e il servizio diventa più efficiente, riducendo così i costi e il dispendio di energie necessari per servire i piccoli clienti.
"Se sapremo integrare la formidabile potenza di calcolo dell’IA con la sensibilità che ci rende umani, avremo la chiave per costruire un futuro più solido e inclusivo", ha affermato il presidente di Anasf, un’associazione che sta comunque investendo nella formazione sull’intelligenza artificiale per i propri iscritti. Lo scorso anno, infatti, è stato lanciato un corso online sull’intelligenza artificiale, con l’obiettivo di fornire ai professionisti del risparmio una conoscenza solida sull’IA generativa, in particolare sulle sue applicazioni nel campo degli investimenti. I consulenti finanziari italiani iscritti all’Albo professionale di categoria sono circa 50mila, ma quelli realmente attivi sono circa 34mila. L’età media è superiore ai 50 anni e oggi le società del settore si stanno sforzando di abbassarla e di inserire un numero maggiore di giovani. La rivoluzione dell’intelligenza artificiale necessita infatti di nuove leve.