I cinque temi chiave per investire nel 2025 secondo Capital Group

Alle porte dell’anno nuovo il panorama degli investimenti del 2025 è in rapida evoluzione presentando sfide e opportunità per gli investitori. Le prospettive economiche globali sono in via di miglioramento, specialmente negli Stati Uniti. Gli investitori di tutto il mondo sono attratti dal Paese dati i vantaggi da esso offerti, tra cui spirito imprenditoriale, accesso... Leggi tutto

Feb 28, 2025 - 14:04
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I cinque temi chiave per investire nel 2025 secondo Capital Group

Alle porte dell’anno nuovo il panorama degli investimenti del 2025 è in rapida evoluzione presentando sfide e opportunità per gli investitori. Le prospettive economiche globali sono in via di miglioramento, specialmente negli Stati Uniti. Gli investitori di tutto il mondo sono attratti dal Paese dati i vantaggi da esso offerti, tra cui spirito imprenditoriale, accesso al capitale e le infrastrutture necessarie a sostegno della crescita. Questo contesto ha favorito un incredibile livello di innovazione, specialmente nei campi di intelligenza artificiale e scoperta di nuovi farmaci.

“Si tratta di quelli che definiamo megatrend, che hanno iniziato a creare opportunità anche in un gran numero di altre aree, dal settore industriale a quello energetico. E nonostante un persistente nervosismo tra gli investitori le prospettive a lungo termine restano a nostro avviso rosee: il panorama degli investimenti continuerà ad evolversi e e restare concentrati sui fondamentali, con un orizzonte pluriennale, sarà cruciale per affrontare con successo questi mutamenti”. Ad affermarlo è Rob Lovelace, gestore di portafogli azionari di Capital Group, che di seguito illustra, a suo parere, i cinque temi chiave per investire nel 2025.

  1. Benvenuti nell’economia di Benjamin Button

Se siete fan dei film di Brad Pitt o dell’Outlook per il 2025 di Capital Group avrete probabilmente familiarità con il concetto di “invecchiare al contrario”. Ma se quello di Benjamin Button è un personaggio di finzione, l’inversione del ciclo economico negli Stati Uniti ha conseguenze decisamente reali per gli investitori.

Invece di percorrere il tipico ciclo a quattro fasi che ha caratterizzato l’era successiva alla Seconda guerra mondiale, sembra che l’economia stia passando direttamente dalla fine di un ciclo a quella intermedia del ciclo successivo.

L’economia statunitense beneficia oggi di utili aziendali in crescita, di un’accelerazione della domanda di credito, di un’attenuazione delle pressioni sui costi e di un passaggio a una politica monetaria neutrale. Nel 2024 abbiamo riscontrato tutti questi quattro elementi. Crediamo che gli Stati Uniti siano diretti verso un periodo di espansione pluriennale, forse evitando una recessione fino al 2028. Si tratta di un contesto favorevole anche per l’azionario statunitense. Tramite un’analisi dei rendimenti nel corso dei cicli economici del passato, abbiamo scoperto che nella fase di metà ciclo i titoli azionari hanno messo a segno un robusto rendimento del 14%, valore considerevolmente superiore a quello riscontrato nelle fasi di fine ciclo. Il ritorno a una fase di metà ciclo, inoltre, rimanda a tutti gli effetti l’inizio della prossima recessione, periodo in cui le azioni hanno offerto storicamente i peggiori rendimenti.

  1. Una nuova era di crescita alimentata dal rinascimento dell’industria

Dall’America profonda fino ai deserti più aridi è in corso un rinascimento dell’industria. Stanno infatti spuntando nuovi progetti di spesa in conto capitale in tutto il Paese, stimolando le economie locali e creando opportunità per una serie di imprese. Un esempio degno di nota è la realizzazione di un impianto per la produzione di semiconduttori da 65 miliardi di dollari da parte di TSMC in Arizona, destinato secondo le previsioni a creare migliaia di posti di lavoro in campo manifatturiero ed edilizio. Ma per ogni megaprogetto ce ne sono dozzine che restano nell’ombra.

ScorpiusBioManufacturing, ad esempio, ha avviato la costruzione di un impianto da 45.000 metri quadri per produrre sostanze utilizzate nel campo della biodifesa che creeranno centinaia di posti di lavoro in Kansas.

Senza dubbio questo fenomeno si sta verificando anche fuori dall’America. La realizzazione dei data center, l’aumento della domanda di viaggi e lo sviluppo di nuove fonti energetiche stanno creando opportunità di crescita per i colossi industriali europei. Nei mercati emergenti il trend del nearshoring sta portando a una riconnessione delle catene di approvvigionamento e alla creazione di nuovi hub commerciali. Queste tendenze rappresentano opportunità di investimento pluridecennali, e siamo solo agli inizi. I colossi industriali statunitensi ed europei stanno rafforzando la propria presenza in aree che si apprestano a godere di una crescita a lungo termine a livello globale.

  1. Il megatrend dell’IA potrebbe spingere al rialzo il mercato azionario per anni

L’intelligenza artificiale ha catturato l’attenzione del pubblico e degli investitori, evocando un mondo futuristico completamente rimodellato da macchine intelligenti. Si tratta di un entusiasmo eccessivo? È probabile. In futuro ci attendono ancor più opportunità? Altrettanto probabile. Questo perché tendiamo a sovrastimare i megatrend a breve termine sottovalutandoli al contempo nel lungo periodo. Nel caso di alcuni megatrend, come smartphone e auto a guida autonoma, possiamo calcolare delle stime ragionevoli sulla base di quantità note come popolazione globale o numero di automobili. Ma come si misura il valore di una maggiore intelligenza. Uno degli aspetti più interessanti dell’IA è che è difficile prevedere quali dimensioni raggiungerà come fenomeno.

Potendo svolgere un’enorme quantità di compiti umani, ritengo che il mercato dell’IA sia incredibilmente vasto. Al di là delle applicazioni in campo tecnologico, l’IA è destinata a creare opportunità anche in aree inaspettate. La realizzazione dei data center richiede ingenti risorse fisiche, tra cui rame, beni strumentali e molta energia elettrica. L’impennata della domanda di queste risorse è stata una manna per settori della “old economy” come servizi di pubblica utilità, industria ed estrazione.

  1. Una nuova età dell’oro per il settore sanitario grazie alla scoperta di nuovi farmaci

Nel 2025 le case farmaceutiche saranno sotto i riflettori. Dopo le elezioni statunitensi dello scorso anno l’incertezza sulle prospettive del settore dal punto di vista regolatorio ha provocato un crollo dei titoli azionari che ha messo ulteriormente sotto pressione un comparto che ha sottoperformato per tutto lo scorso anno. A seguito del sell-off, però, molte società scambiano a valutazioni interessanti, creando opportunità per gli investitori con un approccio a lungo termine. Tra queste vi sono case farmaceutiche dimenticate dagli investitori, ovvero quei produttori di farmaci che non offrono trattamenti per la perdita di peso. Cerchiamo opportunità di investimento in società che pagano dividendi e che sono state trascurate dal mercato.

Anche se l’attenzione tende a concentrarsi sui farmaci per la perdita di peso, come quelli di tipo GLP-1, si stanno compiendo progressi anche su molti altri fronti. La pipeline delle case farmaceutiche di maggiori dimensioni conta oltre 200 farmaci. Trattandosi di aziende alla ricerca di trattamenti per alcune tra le patologie più debilitanti al mondo, i loro pazienti hanno sperimentato minori tassi di mortalità e aspettative di vita più lunghe. Nel corso del prossimo decennio potremmo vedere la cura di malattie come sclerosi laterale amiotrofica, anemia falciforme e distrofia muscolare. Quando si investe in società biotech o farmaceutiche dei rischi sono sempre presenti, ma potremmo trovarci all’inizio di un’età dell’oro per il settore sanitario: sia per i pazienti che per gli investitori.

  1. C’è sempre un motivo per non investire

Immaginate di tornare indietro nel tempo fino al giorno di Capodanno del 2020 e di conoscere in anticipo i principali eventi dei cinque anni successivi. La pandemia di COVID-19. Una fase di mercato fortemente ribassista. Un’inflazione superiore al 9%. I conflitti in Ucraina e Medio Oriente. La guerra commerciale con la Cina. L’incertezza politica negli Stati Uniti. Sapendo come sarebbero andate le cose avreste investito in azioni? Probabilmente no. Il punto è che c’è sempre un motivo per non investire, oggi così come nel 2020 o nel 1981. Ma i mercati hanno dimostrato resilienza nel tempo. E gli investitori sono stati generalmente premiati per aver guardato oltre l’incertezza a breve termine ed essere rimasti concentrati sui propri obiettivi d’investimento a lungo termine. Tornando al 2020, cosa sarebbe successo se aveste ignorato tutti i problemi all’orizzonte e aveste continuato a investire? Da allora l’indice S&P 500 è cresciuto di oltre il 100%.