"Ho preso un granchio": la sit-com che racconta il cancro in giovane età

Fonte foto: Il Giorno Immaginate una sitcom che non solo strappa sorrisi, ma cambia il modo di vedere la malattia. "Ho preso un granchio", disponibile su Mediaset Infinity, è esattamente questo: un mix tra comicità e una realtà che molti non conoscono. Ma non si tratta di una semplice serie televisiva; è un esperimento che unisce scienza, arte e umanità, raccontando la vita di giovani pazienti oncologici con una leggerezza che sorprende.  Come nasce "Ho preso un granchio" La serie nasce nel cuore del Progetto Giovani, un'iniziativa pionieristica che si svolge all'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, con l'obiettivo di offrire ai giovani pazienti oncologici un'esperienza terapeutica che va oltre le cure fisiche. L'idea è semplice ma potente: non solo trattare la malattia, ma anche restituire voce e bellezza a chi si trova a combatterla. La sitcom, infatti, non si limita a raccontare le difficoltà, ma ne esplora anche gli aspetti più leggeri, mostrando come tra una flebo e una chemio possano nascere amicizie, progetti artistici e, soprattutto, sorrisi. Il "granchio" come simbolo La scelta del titolo "Ho preso un granchio" è tutt'altro che casuale. Il termine cancro, infatti, deriva dal greco karkìnos, che significa granchio, in riferimento alle ramificazioni tumorali che ricordano le chele di un crostaceo. Ma la serie va oltre questo significato, utilizzando l'autoironia come strumento di resistenza. "Ho preso un granchio, ma non sarà lui a prendere me!" è il motto che guida i protagonisti, dimostrando che, nonostante la malattia, è possibile riprendersi la propria vita con determinazione e coraggio. La terapia attraverso l'arte Nel Progetto Giovani la creatività diventa un potente strumento terapeutico. I ragazzi non sono solo pazienti, ma anche fotografi, musicisti, fumettisti e performer. Questo laboratorio di vita, che si sviluppa parallelamente al trattamento medico, consente loro di esplorare e condividere emozioni attraverso la fotografia, la musica e la recitazione. La creatività, in questo contesto, non è solo una forma di espressione artistica, ma un vero e proprio antidoto contro la paura e la solitudine. La sitcom trasmette questo messaggio in modo chiaro: non importa quanto la malattia possa essere difficile, c'è sempre un modo per esprimersi e per trovare bellezza anche nei momenti più bui. Il successo di Progetto Giovani Il successo di "Ho preso un granchio" non è dovuto solo alla sua capacità di intrattenere, ma anche alla solidità del Progetto Giovani. Questo modello innovativo di cura, che integra l'aspetto clinico con quello emotivo e creativo, ha ottenuto riconoscimenti internazionali, comparendo su riviste prestigiose come The Lancet Oncology e The Journal of Clinical Oncology. Il progetto dimostra che la cura del cancro non si limita ai farmaci e alle terapie fisiche, ma coinvolge anche la sfera psicologica e sociale dei pazienti, aiutandoli a rielaborare l'esperienza della malattia in modo positivo e produttivo. "Ho preso un granchio": tra risate e riflessioni La sitcom, pur affrontando temi seri e complessi, non perde mai il suo spirito leggero e divertente. Grazie alla partecipazione speciale del trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo, la serie aggiunge un tocco di allegria e sollievo, rendendo la visione ancora più piacevole. Ma dietro le risate si nasconde un messaggio potente: anche nei momenti più difficili, ridere è un atto di resistenza. Un adolescente che partecipa al Progetto Giovani ha detto: "Dopo la diagnosi mi sentivo vuoto. Poi ho visto altri ragazzi ridere, ed è lì che ho deciso di voler tornare a farlo anch'io". La sitcom diventa, così, una forma di terapia emotiva che aiuta i giovani pazienti a trovare un nuovo senso di speranza e di futuro.

Mag 2, 2025 - 14:32
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"Ho preso un granchio": la sit-com che racconta il cancro in giovane età
Ho preso un granchio
Fonte foto: Il Giorno

Immaginate una sitcom che non solo strappa sorrisi, ma cambia il modo di vedere la malattia. "Ho preso un granchio", disponibile su Mediaset Infinity, è esattamente questo: un mix tra comicità e una realtà che molti non conoscono.

Ma non si tratta di una semplice serie televisiva; è un esperimento che unisce scienza, arte e umanità, raccontando la vita di giovani pazienti oncologici con una leggerezza che sorprende. 

Come nasce "Ho preso un granchio"

La serie nasce nel cuore del Progetto Giovani, un'iniziativa pionieristica che si svolge all'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, con l'obiettivo di offrire ai giovani pazienti oncologici un'esperienza terapeutica che va oltre le cure fisiche.

L'idea è semplice ma potente: non solo trattare la malattia, ma anche restituire voce e bellezza a chi si trova a combatterla. La sitcom, infatti, non si limita a raccontare le difficoltà, ma ne esplora anche gli aspetti più leggeri, mostrando come tra una flebo e una chemio possano nascere amicizie, progetti artistici e, soprattutto, sorrisi.

Il "granchio" come simbolo

La scelta del titolo "Ho preso un granchio" è tutt'altro che casuale. Il termine cancro, infatti, deriva dal greco karkìnos, che significa granchio, in riferimento alle ramificazioni tumorali che ricordano le chele di un crostaceo.

Ma la serie va oltre questo significato, utilizzando l'autoironia come strumento di resistenza. "Ho preso un granchio, ma non sarà lui a prendere me!" è il motto che guida i protagonisti, dimostrando che, nonostante la malattia, è possibile riprendersi la propria vita con determinazione e coraggio.

La terapia attraverso l'arte

Nel Progetto Giovani la creatività diventa un potente strumento terapeutico. I ragazzi non sono solo pazienti, ma anche fotografi, musicisti, fumettisti e performer.

Questo laboratorio di vita, che si sviluppa parallelamente al trattamento medico, consente loro di esplorare e condividere emozioni attraverso la fotografia, la musica e la recitazione.

La creatività, in questo contesto, non è solo una forma di espressione artistica, ma un vero e proprio antidoto contro la paura e la solitudine. La sitcom trasmette questo messaggio in modo chiaro: non importa quanto la malattia possa essere difficile, c'è sempre un modo per esprimersi e per trovare bellezza anche nei momenti più bui.

Il successo di Progetto Giovani

Il successo di "Ho preso un granchio" non è dovuto solo alla sua capacità di intrattenere, ma anche alla solidità del Progetto Giovani. Questo modello innovativo di cura, che integra l'aspetto clinico con quello emotivo e creativo, ha ottenuto riconoscimenti internazionali, comparendo su riviste prestigiose come The Lancet Oncology e The Journal of Clinical Oncology.

Il progetto dimostra che la cura del cancro non si limita ai farmaci e alle terapie fisiche, ma coinvolge anche la sfera psicologica e sociale dei pazienti, aiutandoli a rielaborare l'esperienza della malattia in modo positivo e produttivo.

"Ho preso un granchio": tra risate e riflessioni

La sitcom, pur affrontando temi seri e complessi, non perde mai il suo spirito leggero e divertente. Grazie alla partecipazione speciale del trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo, la serie aggiunge un tocco di allegria e sollievo, rendendo la visione ancora più piacevole.

Ma dietro le risate si nasconde un messaggio potente: anche nei momenti più difficili, ridere è un atto di resistenza. Un adolescente che partecipa al Progetto Giovani ha detto: "Dopo la diagnosi mi sentivo vuoto. Poi ho visto altri ragazzi ridere, ed è lì che ho deciso di voler tornare a farlo anch'io".

La sitcom diventa, così, una forma di terapia emotiva che aiuta i giovani pazienti a trovare un nuovo senso di speranza e di futuro.