Hegseth, la (nuova) fuga di notizie e la moglie giornalista nella chat con i piani di guerra Usa
Leader Dem Senato: Trump licenzi il segretario alla Difesa. A differenza della fuga di notizie in cui un giornalista era stato erroneamente incluso nel gruppo, questa chat è stata creata volontariamente da Hegseth

Roma, 21 aprile 2025 – Ci risiamo. Nuova falla nella sicurezza alla Casa Bianca che vede ancora una volta protagonista il segretario Usa alla Difesa. Pete Hegseth avrebbe condiviso i dettagli di un attacco militare contro il gruppo Houthi in Yemen anche in una seconda chat di Signal a cui partecipavano sua moglie e suo fratello, oltre a quella al centro del cosiddetto 'chat-gate' emersa nelle scorse settimane in quanto un giornalista era stato incluso nella conversazione su Signal. Lo scrive il New York Times.
Dopo la diffusione della notizia il leader dei Democratici al Senato degli Stati Uniti, Chuck Schumer, ha chiesto che Trump licenzi il segretario alla Difesa. "I dettagli continuano a emergere. Continuiamo a scoprire come Pete Hegseth abbia messo a rischio vite umane", ha scritto Schumer, senatore democratico di New York, su X. Il senatore Dem ha aggiunto che Trump "è ancora troppo debole" per licenziare il capo del Pentagono.
In modo particolare il suo ex addetto stampa, John Ullyot ha dichiarato alla Cnn: "E' stato un mese di caos totale al Pentagono. Dalle fughe di notizie di piani operativi sensibili ai licenziamenti di massa, la disfunzione è ora una grande distrazione per il presidente, che merita di meglio dalla sua leadership senior". In questa nuova inchiesta, il New York Times spiega che le informazioni diffuse da Hegseth "includevano gli orari di volo degli F/A-18 Hornet che prendevano di mira gli Houthi nello Yemen" e che, a differenza della fuga di notizie accidentale in cui il giornalista Jeffrey Goldberg è stato erroneamente incluso nel gruppo, questa chat di gruppo è stata creata volontariamente da Hegseth.
La Cnn spiega che se il fratello di Hegseth, Phil, e il suo avvocato Tim Parlatore, hanno entrambi un lavoro presso il Dipartimento della Difesa, la moglie Jennifer – giornalista ed ex produttrice di Fox News – no. Ma nonostante ciò, Hegseth, durante l'inizio del suo mandato l'ha regolarmente inclusa negli incontri con i leader stranieri, generando polemiche e discussioni sull'opportunità della sua presenza. Un nuovo chat-gate solleverebbe ulteriori preoccupazioni sul giudizio di Hegseth, già fortemente criticato tra gli attuali ed ex funzionari, proprio mentre Washington è impegnata in un'importante operazione militare contro gli Houthi.
La posizione del segretario diventa sempre più delicata, anche perché sarebbe la seconda volta che Hegseth viene accusato di aver condiviso informazioni militari sensibili sull'app di messaggistica con personale non autorizzato. Lo scorso marzo, la rivista The Atlantic aveva rivelato che il suo direttore era stato inavvertitamente incluso in una chat di Signal in cui funzionari, tra cui Hegseth e il consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz, discutevano degli attacchi al gruppo ribelle yemenita, che poi hanno avuto luogo il 15 marzo. Rivelazione che ha scatenato un putiferio, gettando imbarazzo su tutta l'amministrazione Trump e dando vita a un'indagine da parte dell'ispettore generale ad interim del Dipartimento della Difesa. Indagine che è tutt'ora in corso. E lo scandalo rivelato dal New York Times e dalla Cnn, arriva a seguito di giorni particolarmente turbolenti al Dipartimento della Difesa, dopo che Hegseth ha licenziato Caldwell, Selnick e Carroll e mentre alcuni dei suoi più stretti consiglieri hanno iniziato a lanciare una serie di allarmi sull'operato del segretario.
Dall’altro lato gli ex consiglieri senior del Pentagono licenziati la settimana scorsa da Hegseth per presunte fughe di notizie, hanno definito il loro licenziamento "un attacco infondato". Dan Caldwell, collaboratore di Hegseth; Colin Carroll, capo di gabinetto del vicesegretario alla Difesa Stephen Feinberg; e Darin Selnick, vice capo di gabinetto di Hegseth, hanno condiviso un post sui social in cui si definiscono "incredibilmente delusi dal modo in cui si è concluso il servizio al Dipartimento della Difesa. Funzionari anonimi del Pentagono hanno diffamato la nostra reputazione con attacchi infondati mentre ce ne andavamo". "Al momento, non ci è ancora stato detto per cosa esattamente siamo stati indagati, se è ancora in corso un'indagine o se c'è stata una vera indagine sulle 'fughe di notizie'", si legge nel post.