Hamilton entusiasta del simulatore Ferrari: migliore di quello Mercedes

Hamilton è arrivato in Ferrari da poco più di due mesi. Il simulatore è stato di fatto il suo primo approccio con la Rossa, strumentazione fondamentale in F1 che le scuderie utilizzano sia in fase di progettazione che di sviluppo della monoposto, allineando progressivamente il modello simulativo in funzione dei dati acquisiti in pista. Il […]

Mar 11, 2025 - 09:38
 0
Hamilton entusiasta del simulatore Ferrari: migliore di quello Mercedes

Hamilton è arrivato in Ferrari da poco più di due mesi. Il simulatore è stato di fatto il suo primo approccio con la Rossa, strumentazione fondamentale in F1 che le scuderie utilizzano sia in fase di progettazione che di sviluppo della monoposto, allineando progressivamente il modello simulativo in funzione dei dati acquisiti in pista. Il realismo di tali sistemi consente di preparare i fine settimana di gara deliberando il setup di base della monoposto.

Migliore è la qualità della correlazione e minore sarà l’impegno del team in pista nella fase di messa appunto. La crescita esponenziale delle capacità computazionali e delle infrastrutture IT, unitamente a software di simulazione sempre più affidabili, ha trasferito i test dai circuiti ai simulatori. Nonostante l’iniziale riluttanza dei piloti più esperti nell’utilizzo delle piattaforme di simulazione, con il passare degli anni si è assistito a un naturale adattamento delle nuove leve.

Ferrari Hamilton
Lewis Hamilton (Scuderia Ferrari) nel garage della pista di Fiorano

Ogni generazione è figlia del proprio tempo e per i piloti del calibro di Verstappen, Leclerc, Norris e Russell, l’esperienza di guida virtuale rappresenta un ottimo feedback per testare ciò che in passato veniva deliberato in diverse giornate di prove in pista. La Scuderia Ferrari da diversi anni è legata da una partnership con Dynisma, un’azienda di simulatori che ha sede nei pressi di Bristol, Inghilterra occidentale, fondata nel 2017 da Ash Warne, ex ingegnere di Formula 1 che ha lavorato tra McLaren e il team italiano.

Come sono fatti i moderni simulatori di F1

L’infrastruttura Dynisma ha stabilito nuovi standard nel proprio settore, attraverso la minimizzazione della latenza e l’elevata larghezza di banda, in grado di fornire un’esperienza di simulazione immersiva, realistica e reattiva. Una scelta operata anche da McLaren Automotive, che esattamente un anno fa ha ufficializzato la partnership con Dynisma per produrre uno step competitivo verso l’alto.

Ferrari Hamilton
Marc Genè impegnato in una sessione al simulatore

I moderni simulatori di F1 sono costituiti da un telaio collegato a sistemi elettromeccanici controllati da computer dedicati, che eseguono programmi capaci di elaborare modelli complessi per replicano il comportamento delle monoposto e le caratteristiche dei circuiti. Per riprodurre le sollecitazioni a cui è sottoposto un vero abitacolo, i sistemi elettromeccanici muovono il telaio in risposta ai comandi impartiti da diverse strumentazioni tra cui pedaliera e volante.

Come funzionano i simulatori di F1

Vengono simulate le forze laterali, di accelerazione e di frenata che il pilota percepisce nel contesto reale. L’obiettivo dei simulatori è appunto quello di approssimare le condizioni reali. Le scuderie confrontano i dati acquisiti durante le prove libere o nei giorni successivi ai pre-season test con quelli racimolati nel capo ipotetico.

La correlazione dei dati termina quando lo scarto tra i parametri della simulazione e quelli acquisiti sul campo può essere considerato trascurabile. Nel corso della stagione, tutti gli update aerodinamici sviluppati attraverso sistemi di fluidodinamica computazionale (CFD) e successivamente testati in galleria del vento, vengono “caricati” nel modello virtuale del simulatore affinché i piloti possano verificarne la bontà.

Ferrari Hamilton
il simulatore “ragno” a Maranello della storica Scuderia Ferrari

Per tale ragione, l’atavico problema della correlazione dati, tante volte chiamato in causa da alcuni team principal, rappresenta lo scostamento tra il comportamento del modello virtuale della monoposto al simulatore rispetto a quello riscontrato in pista. Quindi, indipendentemente dalla bontà della veste aerodinamica di una monoposto, migliore è la correlazione e più rapido sarà il processo di troubleshooting/evoluzione della vettura.

Hamilton sorpreso dal simulatore della Ferrari

L’ingaggio di Lewis Hamilton rappresenta un grande investimento effettuato dal team di Maranello, non solo per poter fruire dell’abilità al volante dell’asso anglo caraibico. Il pilota originario di Stevenage porta in dote un’enorme esperienza maturata nella sua lunghissima militanza in F1, spesa tra McLaren e Mercedes. Lewis conosce come le sue tasche procedure, infrastrutture e sistemi del team diretto da Toto Wolff.

Negli anni trascorsi con la Stella a Tre Punte, nonostante abbia spesso dichiarato di non amare cimentarsi al simulatore, Hamilton ha svolto innumerevoli sessioni nel contesto virtuale. Nelle sue prime settimane in via Abetone Inferiore 4, il sette volte campione del mondo di F1 ha lavorato intensamente al “ragno” della Ferrari, esprimendo un parere lusinghiero sull’infrastruttura della Ferrari.

Ferrari Hamilton
la concentrazione di Lewis Hamilton (Scuderia Ferrari) test Bahrain

Il pilota inglese è rimasto fortemente impressionato dal livello di realismo del simulatore, in relazione a quello utilizzato fino allo scorso anno con il team tedesco. Un’ottima notizia, che conferma come la Rossa abbia un sistema superiore a quello di un team rivale che ha dominato gran parte dell’era turbo-ibrida. Una piattaforma che, nonostante non sia in cima alle preferenze del campione inglese, sarà l’ambiente di lavoro in cui Lewis svolgerà lunghe sessioni nel tentativo di plasmare la SF-25 in base al suo stile di guida.

Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat 

Immagini: Red Bull – Scuderia Ferrari – F1Tv