Guerra nucleare tra Lega e Forza Italia su Newcleo
Pichetto e Urso pensano a un investimento pubblico di 200 milioni in Newcleo, startup di reattori nucleari avanzati che punta sulla Francia. Ma Salvini è contrario, e chiede di limitare l'impegno dello stato alla società di Enel-Ansaldo-Leonardo. Tutti i dettagli.

Pichetto e Urso pensano a un investimento pubblico di 200 milioni in Newcleo, startup di reattori nucleari avanzati che punta sulla Francia. Ma Salvini è contrario e chiede di limitare l’impegno dello stato alla società di Enel-Ansaldo-Leonardo. Tutti i dettagli
Il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini si è detto contrario a un investimento pubblico di 200 milioni di euro in Newcleo, la startup specializzata in piccoli reattori nucleari modulari fondata da Stefano Buono.
“Perché”, ha dichiarato Salvini, “dovremmo mettere i soldi nel privato”, cioè in Newcleo, “quando c’è un trust pubblico?”. Il riferimento è alla società composta da Enel, Ansaldo Energia e Leonardo per lo studio – ma non per la realizzazione – di piccoli reattori nucleari. Lo stato, attraverso il ministero dell’Economia, è il maggiore azionista di Enel (23,6 per cento), di Leonardo (30,2 per cento) e di Ansaldo Energia (di cui Cassa depositi e prestiti possiede l’88 per cento).
PICHETTO E URSO VOGLIONO UN INVESTIMENTO PUBBLICO IN NEWCLEO…
Nei giorni scorsi il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin (Forza Italia) e il ministro delle Imprese Adolfo Urso (Fratelli d’Italia) hanno diffuso una nota nella quale dichiaravano la volontà di “sostenere concretamente il rafforzamento della filiera industriale nazionale dedicata all’energia nucleare innovativa”, parlando anche della possibilità di una partecipazione attiva dello stato “alla realizzazione di tecnologie innovative nel nucleare con particolare attenzione ai progetti promossi da Newcleo”.
L’azienda, che ha sede in Francia ed è sostenuta dallo stato francese tramite Bpifrance e partecipata da Exor, si occupa di piccoli reattori modulari di quarta generazione, al piombo: né i reattori modulari né le tecnologie di quarta generazione sono ancora disponibili a livello commerciale.
Stando a quanto riportato dall’Ansa, l’ipotetico investimento da 200 milioni in Newcleo “prevedrebbe l’ingresso entro la primavera attraverso una a più società finanziare e industriali controllate dallo stato, che avrebbe alla fine il 27 per cento circa del capitale”. La Stampa ha riportato una quota più bassa, del 10 per cento.
… SALVINI, INVECE, È CONTRARIO
Una mossa del genere non sembra però soddisfare Salvini, non è chiaro se per ragioni economiche o per calcoli politici (per far risaltare, cioè, le posizioni della Lega e non appiattirle su quelle di Fratelli d’Italia o Forza Italia).
“Io sono un assoluto e convinto sostenitore del ritorno dell’Italia nel dossier nucleare”, ha dichiarato, “ma l’unico nucleare nel 2032 sarà quello a fissione con piccoli reattori modulari. Leggevo però di influssi di denaro pubblico in aziende private. Se c’è un trust pubblico con Enel, Ansaldo e Leonardo non capisco perché mettere centinaia di milioni di euro nel privato e non in una partecipata dal pubblico”.
CHI SOSTIENE NEWCLEO
Con un investimento di 200 milioni l’Italia si garantirebbe un ruolo di primo piano in Newcleo, considerato che la startup ha raccolto finora circa 540 milioni da settecento investitori: tra questi, oltre alla già citata Exor (più precisamente Exor Seeds, il braccio della holding dedicato al venture capital), c’è anche Ia cassa di previdenza Inarcassa.
Nei mesi scorsi Newcleo ha spostato la sua sede centrale dal Regno Unito alla Francia, dove costruirà sia un impianto per il riciclo degli scarti nucleari (entro il 2030), sia un prototipo di reattore (entro il 2031). La banca d’investimento pubblica Bpifrance sostiene il progetto con un finanziamento da 20 milioni di euro.
Quanto all’Italia, Newcleo conta di investire 133 milioni di euro tra il 2025 e il 2027: a Torino, per esempio, realizzerà un centro di ricerca e sviluppo sui materiali da 50 milioni.