Il piano di Schillaci per combattere l’antibiotico-resistenza regione per regione
Il ministero della Salute ha previsto 120 milioni di euro per combattere l'antibiotico-resistenza. Ecco come verranno suddivisi tra le regioni e a quali condizioni potranno riceverli. Tutti i dettagli

Il ministero della Salute ha previsto 120 milioni di euro per combattere l’antibiotico-resistenza. Ecco come verranno suddivisi tra le regioni e a quali condizioni potranno riceverli. Tutti i dettagli
In Italia l’antibiotico-resistenza provoca 12mila decessi all’anno e costa 2,4 miliardi alla sanità. Secondo l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), c’è un problema di inappropriatezza prescrittiva, soprattutto al Sud e nei confronti di bambini e over 65.
Ecco dunque che, a seguito di vari appelli nazionali e internazionali a prendere provvedimenti, il ministero della Salute ha inviato alle Regioni la proposta di riparto triennale dei fondi previsti per il Piano nazionale di contrasto all’antibiotico-resistenza (Pncar) 2022-2025.
UN PIANO DA 120 MILIONI DI EURO
Il Piano nazionale di contrasto all’antibiotico-resistenza (Pncar) 2022-2025, secondo il documento riportato da Quotidiano Sanità, prevede un totale di 120 milioni di euro, equamente distribuiti nei tre anni 2023-2025, con l’obiettivo di rafforzare le misure contro uno dei più gravi fenomeni emergenti in sanità pubblica.
IL RIPARTO TRA LE REGIONI
La proposta prevede la distribuzione dei fondi sulla base della popolazione residente al 1° gennaio 2024, con l’esclusione, come da normativa, delle Regioni a statuto speciale e delle Province autonome (con la sola eccezione parziale della Sicilia, che partecipa alla spesa sanitaria per il 49,11%).
La Lombardia riceverà la quota più elevata, oltre 22,8 milioni di euro, seguita da Lazio (13 milioni) e Campania (12,7 milioni). La quota più bassa è destinata al Molise, con circa 659mila euro.
CONDIZIONI PER IL FINANZIAMENTO
Il finanziamento, tuttavia, non sarà automatico. Come spiega il documento, ogni Regione dovrà infatti adottare una delibera regionale entro 90 giorni dalla stipula dell’intesa, identificando azioni prioritarie negli ambiti umano, veterinario e ambientale, in linea con le indicazioni del Pncar e non già coperte da altri fondi.
Il mancato invio della delibera o una valutazione negativa da parte del Comitato di Coordinamento, composto da rappresentanti ministeriali e regionali, comporterà la perdita del finanziamento per l’annualità 2023.
Entro il 31 gennaio 2026 e 2027, le Regioni dovranno inoltre trasmettere relazioni annuali e finali sull’avanzamento delle attività, pena la mancata erogazione delle risorse successive.
LINEE DI ATTIVITÀ
Le azioni prioritarie per il contrasto dell’antibiotico-resistenza dovranno essere scelte tra quelle indicate negli allegati tecnici dell’intesa. In particolare le linee di attività sono suddivise in: sorveglianza e monitoraggio; prevenzione e controllo delle infezioni; uso prudente degli antibiotici; formazione degli operatori sanitari per la medicina umana e veterinaria; comunicazione e informazione; ricerca e innovazione.
APPROCCIO ONE HEALTH
Il documento precisa poi che le regioni “devono obbligatoriamente includere l’impegno a raggiungere gli obiettivi trainanti” che, con un approccio One Health, riguardano la salute umana, veterinaria e ambientale.
Circa la salute umana le regioni dovranno “predisporre e diffondere (con cadenza almeno annuale) una reportistica regionale e aziendale sui dati di uso degli antibiotici per l’ambito territoriale e/o ospedaliero (report e/o dati accessibili su web con le necessarie disaggregazioni) nelle strutture sanitarie pubbliche”. Dovranno inoltre istituire “la sorveglianza di consumo del gel idroalcolico” e implementare “la verifica annuale dell’adesione alla buona pratica di igiene delle mani” con indicatori Oms.
Per quanto riguarda la salute veterinaria, viene indicato il “recepimento delle linee guida sull’uso prudente degli antibiotici negli animali destinati alla produzione di alimenti e negli animali da compagnia pubblicate sul sito del Ministero della Salute e loro pubblicazione sui siti istituzionali delle Regioni o PP.AA”.
Infine, in merito alla salute ambientale, le regioni dovranno “inserire nella programmazione delle attività, il monitoraggio nei reflui urbani delle resistenze batteriche agli antimicrobici secondo gli indirizzi metodologici dei gruppi di lavoro coordinati dall’Istituto Superiore di Sanità, individuando formalmente gli enti preposti”.