Guerra commerciale, il Treasury è sotto attacco

L’eccezionalismo americano è messo alla prova dai livelli record di debito pubblico e dall’imprevedibilità delle scelte politiche. Gli investitori cominciano a preoccuparsi della sostenibilità dei titoli di Stato USA. L'articolo Guerra commerciale, il Treasury è sotto attacco proviene da FundsPeople Italia.

Mag 2, 2025 - 07:33
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Guerra commerciale, il Treasury è sotto attacco

Il mercato del Treasury americano, per decenni considerato il baluardo della sicurezza finanziaria globale, sta attraversando una fase di crescente incertezza. Fattori macroeconomici e dinamiche politiche si intrecciano in un contesto che vede l’eccezionalismo americano sempre più messo alla prova, non soltanto per i livelli record di debito pubblico, ma anche per l’imprevedibilità delle scelte politiche. Alla base c’è la fiducia sul nuovo governo.

United States 10-Year Bond Yield

Fonte: Investing.com

Secondo Alicia García Herrero, chief economist per l’Asia Pacifica di Natixis, un punto di svolta si è avuto con l’inasprimento delle tensioni commerciali durante la presidenza Trump: “Trump è serio nell’introdurre politiche economiche massicciamente destabilizzanti”. In particolare, le tariffe reciproche annunciate il 2 aprile nel cosiddetto Liberation Day hanno segnato l’inizio di una flessione dei Treasury, segnalando una crescente sfiducia del mercato verso le intenzioni della Casa Bianca. Questo episodio ha reso evidente che, per quanto drastiche e controverse, le decisioni economiche dell’amministrazione Trump non sono da sottovalutare. In quel momento, gli investitori hanno iniziato a contemplare anche gli scenari più estremi, compresa la possibilità di un profondo intervento strutturale nel debito sovrano americano.

L’accordo di Mar-a-Lago

In questo contesto, secondo Herrero, si inserisce la proposta, ancora teorica ma dirompente, dell’“accordo Mar-a-Lago”, avanzata da Stephen Miran, oggi presidente del Consiglio dei Consulenti Economici di Trump. L’idea alla base dell’accordo sarebbe quella di affrontare la sopravvalutazione del dollaro, vista come uno degli ostacoli principali alla competitività del settore manifatturiero statunitense. Per farlo, Miran ipotizza una ristrutturazione del debito sovrano, convertendo i titoli a breve termine detenuti da investitori esteri in obbligazioni a lunghissimo termine, prive di cedola, non negoziabili e con rendimenti impliciti molto più bassi. “Questa mossa abbasserebbe i costi di finanziamento per il governo e indebolirebbe il dollaro, ma implicherebbe anche un default tecnico, mettendo in discussione l’affidabilità stessa dei Treasury”.

La proposta è stata accolta con scetticismo e derisione, ma la sua esistenza, unita all’imprevedibilità dell’agenda economica dell’ex presidente, ha avuto un impatto reale sulla fiducia degli investitori. La temporanea sospensione dei dazi da parte di Trump, decisa in risposta al sell-off dei mercati, compreso quello del Tesoro, indica che la Casa Bianca è consapevole della fragilità del sistema.

Fine dell’era del debito a basso costo

A complicare ulteriormente il quadro, si aggiunge la fine dell’era del debito a basso costo. Come osserva Malin Rosengren, portfolio manager di RBC BlueBay, il sostegno alla crescita economica americana attraverso la spesa in deficit è stato possibile finché i tassi d’interesse sono rimasti ai minimi storici. “Il debito a basso costo sta diventando costoso, poiché il debito a basso rendimento dell'era Covid viene convertito in tassi molto più elevati”. Nei prossimi anni, la sola spesa per interessi potrebbe superare il 20% delle entrate fiscali, sottraendo risorse ad altri settori produttivi e accentuando la vulnerabilità fiscale degli Stati Uniti.

Potenziale ribilanciamento dei flussi

Anche sul piano internazionale, le scelte commerciali aggressive dell’amministrazione Trump hanno avuto ripercussioni notevoli. Eoin O’Callaghan, strategist di Wellington Management, evidenzia come i dazi abbiano inizialmente minacciato la rivalutazione degli asset europei favorita dalla nuova politica fiscale tedesca. Tuttavia, la sospensione temporanea dei dazi ha mitigato gli effetti immediati, lasciando intravedere un possibile ribilanciamento dei flussi di capitale a favore dell’Europa. “L'Europa possiede uno stock di 15.000 miliardi di dollari in attività statunitensi che potrebbero ora essere rivalutate e in parte rimpatriate”, spiega.

Il rischio più profondo rimane quello di una perdita di fiducia nel dollaro come valuta di riserva globale. Il sistema attuale, in cui gli Stati Uniti finanziavano deficit commerciali e fiscali grazie all’afflusso di capitali esteri attratti dalla sicurezza del dollaro e dei Treasury, è ora sotto pressione. Se questo equilibrio si incrinasse, il costo del debito aumenterebbe strutturalmente e la posizione fiscale degli Stati Uniti si deteriorerebbe ulteriormente.

Obbligazionario americano

Categoria MorningstarYTD%Rend. 3M %Rend. 1Y %
Obbligazionari Inflation-Linked USD-5,75-4,890,67
Obbligazionari Governativi USD-6,67-5,21-0,04
Obbligazionari Governativi Breve Termine USD-7,11-5,88-0,25
Obbligazionari Flessibili USD-7,11-6,150,47
Obbligazionari Diversificati USD-7,19-5,88-0,14
Monetari USD-7,22-6,08-1,61
Obbligazionari Diversificati Breve Termine USD-7,32-6,14-0,37
Obbligazionari Corporate Breve Termine USD-7,51-6,39-0,48
Obbligazionari Brevissimo Termine USD-7,69-6,61-1,26
Obbligazionari Corporate USD-7,83-6,46-0,09
Monetari a Breve Termine USD-7,91-6,66-1,86
Obbligazionari High Yield USD-8,61-8,120,61
Fonte: Morningstar al 24 aprile 2025. Dati in euro.

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