Gravidanza, attenzione agli ftalati nei cosmetici: compromettono lo sviluppo del cervello del feto

Non solo plastica e imballaggi alimentari: anche i cosmetici che usiamo ogni giorno possono esporre le donne incinte agli ftalati, sostanze chimiche sempre più sotto accusa. Un nuovo studio pubblicato sulla rivista scientifica Nature Communications ha rivelato che questi composti, ampiamente diffusi nei prodotti di uso quotidiano, possono interferire con il corretto sviluppo del cervello...

Apr 5, 2025 - 07:17
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Gravidanza, attenzione agli ftalati nei cosmetici: compromettono lo sviluppo del cervello del feto

Non solo plastica e imballaggi alimentari: anche i cosmetici che usiamo ogni giorno possono esporre le donne incinte agli ftalati, sostanze chimiche sempre più sotto accusa. Un nuovo studio pubblicato sulla rivista scientifica Nature Communications ha rivelato che questi composti, ampiamente diffusi nei prodotti di uso quotidiano, possono interferire con il corretto sviluppo del cervello del bambino già durante la vita intrauterina.

Per la prima volta, i ricercatori hanno utilizzato la metabolomica non mirata, una tecnica avanzata che analizza tutte le piccole molecole presenti in un organismo, per individuare un collegamento diretto tra l’esposizione prenatale agli ftalati, i metaboliti dei neonati e le alterazioni nello sviluppo neurologico.

Secondo Donghai Liang, autore principale dello studio, questa scoperta segna un passo decisivo per comprendere come le sostanze chimiche presenti nell’ambiente possano modificare, a livello molecolare, il percorso di crescita del cervello nei primi mesi di vita.

Come ci esponiamo ogni giorno agli ftalati senza saperlo

Gli ftalati non si trovano solo nei contenitori in plastica o negli imballaggi alimentari, ma anche in moltissimi prodotti per la cura della persona. Ecco dove li incontriamo più spesso:

  • Profumi e acque profumate
  • Smalti per unghie
  • Spray e gel per capelli
  • Shampoo, balsami, saponi
  • Lozioni per il corpo e deodoranti

LEGGI anche: Ftalati: cosa sono, dove si trovano e perché bisogna cercare di evitarli

Queste sostanze vengono usate per migliorare la consistenza, fissare le profumazioni o aumentare la durata dei cosmetici, ma il problema è che possono essere assorbite dalla pelle e, secondo le ultime ricerche, raggiungere il feto attraverso la placenta.

Anche se non sempre compaiono chiaramente in etichetta, i ftalati possono essere indicati come DEP (dietil ftalato), DBP (dibutil ftalato) o BBzP (butil benzil ftalato). Quando invece troviamo la dicitura “fragranza” o “parfum”, potremmo comunque trovarci di fronte a un ingrediente nascosto contenente ftalati.

Le precauzioni per ridurre l’esposizione agli ftalati in gravidanza (e non solo)

Gli esperti consigliano alcune scelte semplici ma importanti per ridurre l’esposizione quotidiana a queste sostanze chimiche:

  • Preferire contenitori in vetro, acciaio inox o ghisa rispetto a quelli in plastica
  • Evitare le pentole antiaderenti e non usare plastica per riscaldare il cibo al microonde o in lavastoviglie
  • Scegliere cosmetici e prodotti per la cura della persona etichettati come “senza ftalati” o “phthalate-free”
  • Controllare sempre l’elenco degli ingredienti (INCI)
  • Arieggiare spesso gli ambienti domestici e pulire con un panno umido, perché gli ftalati possono depositarsi anche nella polvere di casa

In gravidanza, ma anche nel quotidiano di tutti, queste accortezze rappresentano un modo concreto per limitare l’esposizione a sostanze potenzialmente dannose per la salute nostra e dei nostri figli.

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Fonte: Nature

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