GRANDINE, NUBIFRAGI e TEMPORALI: possibile? Meteo d’Inverno sconvolto
A metà febbraio, l’Italia sta vivendo un periodo meteo decisamente anomalo per la stagione, con nubifragi e un’attività temporalesca più tipica della primavera che dell’inverno. Questo fenomeno è legato all’aumento del riscaldamento del suolo, che genera una maggiore quantità di energia negli strati bassi dell’atmosfera, favorendo la convezione e la formazione di temporali. L’arrivo di […] GRANDINE, NUBIFRAGI e TEMPORALI: possibile? Meteo d’Inverno sconvolto

A metà febbraio, l’Italia sta vivendo un periodo meteo decisamente anomalo per la stagione, con nubifragi e un’attività temporalesca più tipica della primavera che dell’inverno. Questo fenomeno è legato all’aumento del riscaldamento del suolo, che genera una maggiore quantità di energia negli strati bassi dell’atmosfera, favorendo la convezione e la formazione di temporali. L’arrivo di un’irruzione fredda, come quella appena verificatasi, ha creato il contrasto necessario per innescare queste intense manifestazioni atmosferiche.
Come si sviluppano i temporali invernali?
I temporali primaverili, pur verificandosi in un contesto invernale, seguono le stesse dinamiche di formazione. Il forte irraggiamento solare riscalda rapidamente il suolo, che a sua volta trasferisce il calore agli strati d’aria immediatamente superiori. Questo genera correnti ascensionali, che trasportano aria calda e umida verso l’alto.
Quando l’aria in risalita incontra strati più freddi in quota, il vapore acqueo presente al suo interno si condensa rapidamente, dando origine a nubi cumuliformi. Se l’instabilità persiste, queste nubi possono evolversi in cumulonembi, le strutture responsabili di rovesci intensi, episodi di grandine e un’intensa attività elettrica, con fulmini e tuoni.
Le ore più favorevoli alla formazione dei temporali
Uno degli aspetti caratteristici di questi temporali invernali è la loro comparsa nelle ore pomeridiane, quando il riscaldamento del suolo raggiunge il massimo. Le zone più predisposte a questi fenomeni sono le aree collinari e montuose, dove il contrasto tra l’aria calda nei bassi strati e l’aria fredda in quota è particolarmente marcato.
L’intensità di questi temporali varia notevolmente: in genere, risultano meno violenti rispetto a quelli estivi, ma tendono a essere più diffusi e persistenti.
Differenze tra temporali invernali e temporali estivi
Sebbene entrambi derivino da processi convettivi, i temporali di fine inverno e quelli estivi presentano sostanziali differenze.
Durante la primavera e l’inverno, questi fenomeni sono spesso innescati dal passaggio di perturbazioni e dall’arrivo di aria fredda in un contesto già mite, favorendo lo sviluppo di instabilità diffusa.
In estate, invece, i temporali sono il risultato dell’intensa insolazione e dell’elevata umidità negli strati bassi dell’atmosfera. Questo rende gli eventi temporaleschi estivi molto più violenti, con il rischio di forti raffiche di vento e grandinate di grandi dimensioni. Inoltre, la loro distribuzione geografica cambia: mentre i temporali primaverili e invernali si manifestano soprattutto sulle zone montuose e collinari, quelli estivi possono formarsi anche in pianura, spesso nelle ore serali.
Un’ulteriore differenza riguarda gli effetti sulle temperature: dopo un temporale invernale, il calo termico può essere più marcato e duraturo, mentre in estate, il passaggio di un temporale viene spesso seguito da una rapida risalita delle temperature, che lasciano un clima afoso e umido.
I fenomeni associati ai temporali invernali
I temporali di febbraio possono portare precipitazioni irregolari, spesso sotto forma di rovesci intermittenti. Non è raro che si verifichino grandinate, generalmente di piccole dimensioni e meno intense rispetto a quelle estive.
In presenza di incursioni di aria fredda, le precipitazioni possono trasformarsi in neve a quote medio-alte, determinando nevicate tardive sui rilievi.
I temporali estivi, invece, risultano più esplosivi, con possibilità di grandinate violente, forti raffiche di vento e, nei casi più estremi, persino la formazione di trombe d’aria. Questo perché durante l’estate, l’energia in gioco è significativamente maggiore.
Febbraio e il primo assaggio di primavera
L’osservazione di temporali intensi già a metà febbraio suggerisce che la stagione in corso sia più dinamica del solito, con elementi che anticipano la primavera in un contesto mite.
Nonostante il periodo sia caratterizzato da temperature sopra la media, non si può escludere il ritorno di fasi fredde, tipiche delle ultime settimane invernali. Un nuovo ingresso di aria fredda potrebbe determinare un abbassamento delle temperature e un aumento dell’instabilità atmosferica.
Questa continua alternanza tra fasi miti e perturbate rende il quadro meteo attuale particolarmente interessante, con una transizione tra Inverno e Primavera che si fa sempre più sfumata e ricca di colpi di scena.
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