Gli Stati Uniti hanno sospeso la condivisione delle informazioni di intelligence con l’Ucraina
Gli Stati Uniti hanno interrotto la condivisione delle informazioni di intelligence con l’Ucraina. La notizia, pubblicata dalle edizioni online dei quotidiani britannici Daily Mail e The Financial Times, è stata confermata oggi ufficialmente dal direttore della CIA, John Ratcliffe. La mossa, che potrebbe seriamente ostacolare la capacità dell’esercito di Kiev di rispondere all’invasione su larga […]

Gli Stati Uniti hanno interrotto la condivisione delle informazioni di intelligence con l’Ucraina. La notizia, pubblicata dalle edizioni online dei quotidiani britannici Daily Mail e The Financial Times, è stata confermata oggi ufficialmente dal direttore della CIA, John Ratcliffe.
La mossa, che potrebbe seriamente ostacolare la capacità dell’esercito di Kiev di rispondere all’invasione su larga scala lanciata oltre tre anni fa dalla Russia, segue la decisione adottata il 3 marzo scorso dall’amministrazione di Donald Trump di sospendere le consegne di aiuti militari all’Ucraina dopo la drammatica rottura dei rapporti tra il presidente degli Stati Uniti e Volodymyr Zelensky.
“Trump nutriva un dubbio concreto sul fatto che il presidente Zelensky fosse davvero impegnato nel processo di pace”, ha spiegato oggi Ratcliffe in un’intervista concessa a Fox Business. “E ha detto: ‘Fermiamoci un attimo. Voglio dargli la possibilità di pensarci’. Ma avete visto la risposta del presidente Zelensky”.
“Penso che sul fronte militare e sul fronte dell’intelligence, la sospensione degli aiuti abbia permesso che ciò accadesse”, ha aggiunto il direttore della CIA, esprimendo la speranza che tale provvedimento venga presto revocato e sottolineando il proprio impegno a collaborare con l’Ucraina per raggiungere la pace, in seguito alle ultime dichiarazioni del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che si è detto pronto a negoziare. “Penso che lavoreremo fianco a fianco con l’Ucraina, perché dobbiamo respingere l’aggressione che c’è lì e mettere il mondo in una posizione migliore affinché questi negoziati di pace possano andare avanti”, ha concluso Ratcliffe.
La cooperazione in materia di intelligence tra Washington e Kiev va avanti da ben prima dell’inizio della guerra ma nel corso del conflitto è risultata essenziale per la capacità delle forze ucraine di identificare e colpire obiettivi militari russi. Ora però, come riportato anche dal Financial Times, gli Usa hanno “congelato” i canali di comunicazione con i servizi di Kiev.
Non solo: la Casa bianca avrebbe anche “formalmente impedito” agli alleati di condividere con l’Ucraina le informazioni ottenute dall’intelligence statunitense, che avrebbe affidato ai propri uffici e agenti sul campo il compito di monitorare il rispetto di tale ordine. In particolare, Washington non intenderebbe più fornire a Kiev quelle informazioni “urgenti e di alto valore”, necessarie per condurre attacchi contro obiettivi russi in movimento.
Gli Usa, secondo quanto appreso dal Daily Mail, avrebbero di conseguenza ritirato, “fino a nuovo ordine”, l’autorizzazione concessa al Regno Unito e ad altri partner, come Australia e Nuova Zelanda, volta a condividere con il governo ucraino le informazioni note come “Rel UKR” (abbreviazione di “Releasable to Ukraine”, ossia “Condivisibili con l’Ucraina”).
Dopo lo scontro di venerdì 28 febbraio avvenuto nello Studio Ovale tra Zelensky e Trump a favor di telecamere, le relazioni tra Washington e Kiev si sono ulteriormente deteriorate. La Casa bianca ha infatti ordinato al Pentagono di sospendere gli aiuti militari all’Ucraina già approvati dalla precedente amministrazione di Joe Biden e finanziati dal Congresso Usa.
Ieri il presidente Zelensky ha provato a ricucire i rapporti con Trump, definendo “deplorevole” quanto accaduto nello Studio Ovale e annunciando che l’Ucraina è “pronta a sedersi al tavolo delle trattative il prima possibile” e ad accettare “una tregua immediata nei cieli e in mare, se la Russia farà lo stesso”.
Inoltre, in una lettera rivelata proprio da Trump durante il discorso pronunciato nella notte italiana al Congresso Usa, Zelensky avrebbe anche affermato di essere pronto a firmare “in qualsiasi momento” un accordo per lo sviluppo congiunto del settore minerario ucraino, che concederebbe a Washington la metà dei ricavi del comparto per ripagare gli Stati Uniti degli aiuti inviati a Kiev negli ultimi tre anni. Parole apprezzate dal presidente Usa, che in precedenza aveva definito Zelensky, eletto democraticamente nel 2019, un “dittatore”, frasi poi ritrattate prima dello scontro nello Studio Ovale.