Giustizia Ue alla svolta digitale

Per la giustizia Ue, il 2024 segna il salto digitale: oltre il 90% degli atti online, in arrivo IA. Il 2024 ha segnato l’inizio di una nuova fase per la giustizia dell’Unione europea, caratterizzata da una forte accelerazione nella digitalizzazione dei procedimenti e dal primo passo verso il trasferimento di competenze pregiudiziali al Tribunale, alleggerendo […] L'articolo Giustizia Ue alla svolta digitale proviene da Iusletter.

Apr 28, 2025 - 11:28
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Per la giustizia Ue, il 2024 segna il salto digitale: oltre il 90% degli atti online, in arrivo IA. Il 2024 ha segnato l’inizio di una nuova fase per la giustizia dell’Unione europea, caratterizzata da una forte accelerazione nella digitalizzazione dei procedimenti e dal primo passo verso il trasferimento di competenze pregiudiziali al Tribunale, alleggerendo così il carico della Corte di giustizia. È quanto emerge dalla relazione annuale della Corte di giustizia dell’Unione europea, che traccia il bilancio dell’attività svolta durante l’anno. Il primo indicatore di questa evoluzione è rappresentato dalla digitalizzazione degli atti processuali. Nel corso del 2024, il 91% degli atti presso la Corte è stato depositato tramite la piattaforma e-Curia, mentre al Tribunale la quota è salita al 96%. Il numero di profili di accesso attivi ha superato gli 11.692. La piattaforma, introdotta nel 2011, è ormai lo strumento principale per la gestione della procedura scritta, e solo una quota residuale di atti (9% alla Corte e 4% al Tribunale) continua a essere depositata in formato cartaceo. Il deposito elettronico consente di semplificare le comunicazioni tra le parti e la cancelleria, migliorare l’efficienza nella gestione dei fascicoli, ridurre i tempi di registrazione e facilitare l’accesso agli atti da parte dei magistrati e dei referendari. In questo modo, la digitalizzazione contribuisce a velocizzare e razionalizzare l’intero flusso procedurale. La modernizzazione non si limita al deposito degli atti. La relazione segnala l’avvio di tre progetti destinati a innovare ulteriormente il funzionamento della Corte e del Tribunale. È in corso di sviluppo un nuovo motore di ricerca giurisprudenziale che sostituirà l’attuale sistema Curia, con l’obiettivo di rendere più agevole la consultazione delle sentenze e degli atti da parte di tutti gli utenti, anche non specialisti, attraverso filtri dinamici e un’interfaccia migliorata.

Parallelamente, è prevista la creazione di una web Tv istituzionale, che consentirà la trasmissione in streaming delle udienze pubbliche, con l’intento di aumentare la trasparenza dei procedimenti e aprire virtualmente le aule della Corte ai cittadini e ai media. Infine, sono stati avviati studi preliminari sull’impiego dell’intelligenza artificiale per automatizzare alcune operazioni interne, come la classificazione e la gestione dei fascicoli o l’estrazione dei precedenti giurisprudenziali più rilevanti. Tali applicazioni, tuttavia, riguarderanno esclusivamente il supporto organizzativo e documentale, senza incidere sull’attività decisionale dei giudici.

Inoltre, la Corte ha aggiornato il proprio regolamento di procedura per recepire in modo permanente alcune innovazioni sperimentate durante la pandemia da Covid-19. È ora stabilito che sia la fase scritta sia quella orale dei procedimenti possano svolgersi a distanza, attraverso strumenti digitali sicuri, favorendo maggiore flessibilità nei tempi e nei costi della giustizia.

La relazione evidenzia anche il rafforzamento del regime di protezione dei dati personali, con nuove misure di sicurezza informatica finalizzate a garantire la riservatezza e l’integrità delle informazioni contenute nei fascicoli, in un contesto di crescente attenzione alla cybersicurezza.

Un cambiamento significativo riguarda l’accesso agli atti processuali: a partire dal 1° gennaio 2025, le osservazioni scritte presentate nei procedimenti pregiudiziali saranno rese pubbliche online, salvo opposizione motivata da parte della parte interessata. L’obiettivo è promuovere una maggiore trasparenza nella funzione interpretativa della Corte.

Il 2024 come anno spartiacque. Il 2024 è stato anche un anno di cambiamenti strutturali per la giustizia europea. Il regolamento (Ue) 2024/2019, entrato in vigore il 1° ottobre, ha avviato una riforma storica, trasferendo al Tribunale dell’Unione europea la competenza a conoscere in via pregiudiziale di alcune tipologie di cause. Gli ambiti interessati dal trasferimento riguardano settori tecnici e specializzati: l’imposta sul valore aggiunto, le accise, il codice doganale dell’Unione, la classificazione tariffaria delle merci, i diritti dei passeggeri nel trasporto e il sistema per lo scambio di quote di emissione di gas a effetto serra.

Questa riforma mira da un lato a decongestionare la Corte di giustizia, che può così concentrarsi su questioni di particolare rilevanza costituzionale, dall’altro a consolidare il ruolo del Tribunale come giudice generalista, capace di decidere con maggiore rapidità le controversie europee.

Nei tre mesi successivi all’entrata in vigore della riforma, il Tribunale ha già ricevuto 19 nuove domande pregiudiziali relative agli ambiti di competenza trasferiti. Le cause già incardinate presso la Corte sono rimaste in capo a essa, mentre le nuove domande vengono automaticamente assegnate al Tribunale, salvo casi eccezionali che richiedano l’intervento della Corte in qualità di giudice costituzionale.

La riforma ha comportato anche l’istituzione di tre nuovi giudici-avvocati generali presso il Tribunale, la riorganizzazione delle sezioni interne e l’aggiornamento dei regolamenti di procedura, in un quadro di più ampia ristrutturazione del sistema giurisdizionale europeo.

I numeri della Corte: più cause e durata ridotta. Nel 2024 la Corte ha ricevuto 920 nuove cause, un dato prossimo al record del 2019, e ha definito 863 procedimenti. Nonostante l’incremento del contenzioso, la durata media dei procedimenti si è ridotta a 17,7 mesi, confermando una crescente efficienza nella gestione delle controversie. Le cause pregiudiziali rappresentano il fulcro dell’attività della Corte: 462 procedimenti avviati nel 2024, con l’Italia in testa per numero di domande (98), seguita da Germania (66), Polonia (47) e Spagna (38). L’attività contenziosa ha riguardato anche 213 impugnazioni contro decisioni del Tribunale, delle quali 48 si sono concluse con l’annullamento della sentenza impugnata. È aumentato inoltre il numero dei ricorsi per inadempimento promossi dalla Commissione contro gli Stati membri.

Tribunale dell’Unione: meno cause pendenti e nuove modalità operative. Il Tribunale ha registrato 786 nuove cause e ne ha definite 922, riducendo il numero dei procedimenti pendenti da 1.841 a 1.705.

La durata media dei procedimenti è rimasta sostanzialmente stabile a 18,5 mesi.

Si è inoltre consolidata la tendenza a decidere le cause in formazioni più ampie: oltre il 20% delle decisioni è stato adottato da collegi composti da più di tre giudici, a testimonianza della complessità crescente delle materie trattate, tra cui spiccano la concorrenza, gli aiuti di Stato e la responsabilità extracontrattuale dell’Unione.

Il primato italiano nei rinvii pregiudiziali. L’Italia si conferma il Paese con il maggior numero di rinvii pregiudiziali presentati alla Corte. Le 98 domande registrate nel 2024 rappresentano un dato significativo, seguito dai numeri di Germania, Polonia e Spagna. La crescita del contenzioso pregiudiziale, dopo la flessione legata alla pandemia, testimonia un ritorno alla piena operatività dei giudici nazionali nel dialogo giurisprudenziale con la Corte di Lussemburgo.

Grande Sezione in auge. Nel 2024, la Grande Sezione della Corte di giustizia è stata impiegata con maggiore frequenza per trattare questioni delicate, comprese le controversie relative al Pnrr, alla trasparenza dei dati, alla protezione dei dati personali e alla responsabilità extracontrattuale dell’Unione nei confronti di soggetti privati coinvolti in normative emergenziali.

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