Giorgia Meloni contraria alla risposta ai dazi Usa: “Non è una catastrofe”
Giorgia Meloni ha parlato delle contromosse del Governo italiano in risposta ai dazi lanciati da Trump, ma senza allarmismi e con distinguo rispetto alla reazione dura di von der Leyen

Giorgia Meloni ribadisce che il via ai dazi annunciato da Donald Trump è una scelta sbagliata, ma rispondere agli Stati Uniti con altre tariffe non è l’opzione migliore. Al termine di una giornata d’emergenza a Palazzo Chigi dedicata alle barriere doganali introdotte dagli Usa, la presidente del Consiglio ha parlato delle contromosse del Governo italiano in un’intervista al Tg1.
In mattinata la premier aveva annullato tutti gli impegni convocando d’urgenza una task force di ministri proprio per decidere come gestire il dossier dazi.
Le parole di Giorgia Meloni
“Penso che la scelta degli Stati Uniti sia una scelta sbagliata, che non favorisce né l’economia europea né quella americana, ma penso anche che non dobbiamo alimentare l’allarmismo che sto sentendo in queste ore”.
Nell’intervista la premier ha sottolineato come quello statunitense sia un mercato importante per le esportazioni italiane. Di fatto vale il 10% del complessivo delle nostre esportazioni: “Noi non smetteremo di esportare negli Stati Uniti”.
Un nuovo grande ostacolo da superare, in un clima geopolitico molto teso e complesso. Al tempo stesso, però, Giorgia Meloni sostiene come alcune parti stiano esagerando nelle reazioni: “Non è la catastrofe, insomma, che alcuni stanno raccontando”.
La risposta ai dazi di Trump
Giorgia Meloni ha sottolineato la necessità di condividere le proposte del Governo italiano in risposta ai dazi Usa con i partner dell’Unione europea, ma che le decisioni “possono essere diverse”.
“Ad esempio, io non sono convinta che la scelta migliore sia quella di rispondere a dazi con altri dazi, perché l’impatto potrebbe essere maggiore sulla nostra economia rispetto a quello che accade fuori dai nostri confini. E bisogna aprire una discussione franca, nel merito, con gli americani con l’obiettivo dal mio punto di vista di arrivare a rimuovere i dazi, non a moltiplicarli”.
Una linea divergente dalla reazione della presidente della Commissione Ursula von der Leyen che, in risposta ai dazi del 20% con cui Donald Trump ha deciso di colpire l’Unione europea, ha promesso una rappresaglia senza sconti contro gli Usa. Ciò attraverso un piano di contromisure già pronte del valore di circa 28 miliardi.
Le prossime mosse
Meloni ha inoltre esposto i prossimi passi del Governo di fronte alla guerra commerciale inaugurata da Donald Trump, partendo da uno studio “sull’impatto reale che, settore per settore, ha questa scelta”.
Ha annunciato l’apertura di un tavolo di confronto con le associazioni delle imprese e delle categorie produttive, per individuare le soluzioni migliori.
La presidente del Consiglio non si è però limitata a criticare la mossa della Casa Bianca, ma ha colto la palla al balzo anche per tirare una stoccata a Bruxelles, “perché mentre noi trattiamo con gli americani, ci sono molte cose che possiamo fare per rimuovere i dazi autoimposti dall’Unione europea”.
“Cito, ad esempio, le regole ideologiche non condivisibili sul settore dell’automotive del Green Deal. L’automotive oggi è colpito dai dazi. Cito l’energia, che è un fattore di competitività sul quale dobbiamo avere molto più coraggio. Cito la semplificazione, perché siamo soffocati dalle regole e cito il Patto di stabilità”.
In merito a quest’ultimo, la premier ha dichiarato che una revisione “sarebbe a questo punto necessaria”.