Geotermia e teleriscaldamento: il modello antico (e attuale) di Chaudes-Aigues

Andando indietro nel tempo, la storia del teleriscaldamento in Francia inizia nella regione dell’Alvernia, nel cuore dell’area vulcanica del Massiccio Centrale. È qui che nacque la prima rete di calore nel paese di Chaudes-Aigues che, come fa intuire il nome stesso, ospita una sorgente termale. Tanta acqua e molto calda L’acqua disponibile nel sottosuolo in […] The post Geotermia e teleriscaldamento: il modello antico (e attuale) di Chaudes-Aigues first appeared on QualEnergia.it.

Apr 18, 2025 - 12:16
 0
Geotermia e teleriscaldamento: il modello antico (e attuale) di Chaudes-Aigues

Andando indietro nel tempo, la storia del teleriscaldamento in Francia inizia nella regione dell’Alvernia, nel cuore dell’area vulcanica del Massiccio Centrale.

È qui che nacque la prima rete di calore nel paese di Chaudes-Aigues che, come fa intuire il nome stesso, ospita una sorgente termale.

Tanta acqua e molto calda

L’acqua disponibile nel sottosuolo in questo piccolo villaggio del Cantal è addirittura la più calda d’Europa, raggiungendo e superando temperature di addirittura 80 °C, un valore già interessante per alimentare una rete di teleriscaldamento.

Non finisce qui, però: la sorgente termale di Par presenta un ulteriore innegabile vantaggio, legato alla disponibilità della risorsa idrica. La portata media della sorgente è piuttosto elevata, pari a 17 m3/h, ancora una volta favorendo lo sviluppo di una rete di calore.

Si tratta di condizioni legate alla natura geologica della regione e dovute principalmente all’innalzamento dell’astenosfera, cioè la parte del mantello superiore che va dalla base della litosfera (che ha inizio dalla linea isoterma dei 1300 °C, in media circa 100 km) fino a circa 400 km di profondità. Tale innalzamento determina un notevole flusso di calore e un elevato gradiente geotermico.

Una risorsa antica

La sorgente di Par non è la sola fonte di calore nel villaggio: una trentina di altre piccole sorgenti calde con temperature che partono da circa 45 °C si trovano sopra il villaggio.

Questa collocazione consentì, quindi, all’epoca della prima realizzazione della rete, di sfruttare solo il fenomeno naturale della gravità, perché la pressione era sufficiente a fornire acqua calda all’intera rete, costituita da tubi di legno, senza bisogno di pompe di circolazione.

Non servivano nemmeno pompe di calore (al tempo, in ogni caso, non esistenti) visto il livello di temperatura disponibile per il fluido in uscita dalla sorgente. Il calore, inoltre, veniva regolato con semplici rubinetti.

Se il calore del suolo era già stato sfruttato in epoca romana, l’utilizzo di una sorgente d’acqua calda per alimentare le case contro il calore era davvero una novità, perché si parla comunque della Francia del XIV secolo, sotto il regno di Filippo VI di Valois, quando, tra l’altro, il termine “energia rinnovabile” senza dubbio non era stato ancora coniato.

Durante gli scavi archeologici intorno alla fonte di Par, inoltre, sono state trovate piscine e resti di stabilimenti termali, che suggeriscono l’uso di acqua calda a partire addirittura dal V secolo e forse anche prima.

Il villaggio è noto anche per essere stato un importante centro terapeutico durante il Medioevo e ancora oggi, in linea con la sua antica tradizione, ospita un centro di idroterapia.

Riscaldamento geotermico, fino ai giorni nostri

La storia di questa rete, quindi, risale addirittura al 1332, quando alcuni privati si appropriarono delle diverse fonti termali, tra cui la sorgente Par, per creare il primo sistema di riscaldamento geotermico conosciuto al mondo, tramite il quale ogni famiglia ebbe accesso all’acqua calda utilizzando una sorta di lavandino.

A partire dal XIX secolo fu introdotto un regolamento per evitare i problemi di approvvigionamento di acqua calda, che all’epoca si verificavano soprattutto a valle del villaggio. Precisamente nel 1854 l’accesso all’acqua calda fu controllato in tutto il villaggio, vietando l’uso privato e costruendo nove fontane pubbliche.

Il sistema di riscaldamento è in funzione ancora oggi, chiaramente sfruttando tubazioni più moderne di quelle in legno, seppure affascinanti, e il calore del sottosuolo viene distribuito a più di cento abitazioni. L’acqua calda, inoltre, viene utilizzata in estate per alimentare la piscina comunale e tutto l’anno per fornire la risorsa idrica alle terme e alle fontane del paese.

Un sottosuolo attivo

Un altro aspetto estremamente interessante di questo esempio è il particolare contesto geologico e strutturale di queste emergenze geotermiche nel contesto vulcanico della regione.

In merito a questo tema, studi approfonditi hanno dimostrato che le acque calde presenti a Chaudes-Aigues, con alta concentrazione di bicarbonato di sodio, acquisiscono la loro mineralizzazione in formazioni metamorfiche ed emergono a favore di accidenti tettonici come fratture, faglie e micrograniti e vene di quarzo.

Dall’analisi della composizione isotopica dell’anidride carbonica, inoltre, è possibile affermare che l’anidride carbonica presente nell’acqua proviene da formazioni metamorfiche profonde.

Potenziale italiano

In Italia sono diverse le reti di teleriscaldamento oggi alimentate da energia geotermica, come si può apprezzare nella specifica sezione dell’Annuario AIRU, documento pubblicato dall’Associazione Italiana Riscaldamento Urbano.

Il documento contiene la storia dello sviluppo di questi sistemi, assieme ai principali dati tecnici, e mostra anche come la diffusione di questa soluzione nel nostro Paese vada ben al di là della sola area geotermica “storica” di Larderello e dintorni.

Il potenziale non realizzato, però, è ancora più elevato e promettente: nella prima edizione dell’Italian Geothermal Forum, tenutosi a Roma a marzo 2025, il Presidente AIRU, Alessandro Cecchi, ha addirittura definito il teleriscaldamento come “un partner ideale per la geotermia”.

Una fonte pulita, rinnovabile, caratteristica dell’Italia e in grado di fornire calore continuativamente: la storia del teleriscaldamento geotermico, sebbene molto antica, è ancora tutta da scrivere.The post Geotermia e teleriscaldamento: il modello antico (e attuale) di Chaudes-Aigues first appeared on QualEnergia.it.