Gaza, Iacona e Presa Diretta accusati di antisemitismo. Stampa e opposizione: “Esposto intimidatorio”

Un esposto formale indirizzato al Coordinatore nazionale per la lotta contro l’antisemitismo presso la Presidenza del Consiglio che punta il dito contro la puntata “Gaza, cessate il fuoco” di Presa Diretta andata in onda su Rai 3 lo scorso 27 aprile con un reportage da Gaza. Firmatari dell’esposto sono l’ex senatore Carlo Giovanardi, l’avvocato Iuri […] L'articolo Gaza, Iacona e Presa Diretta accusati di antisemitismo. Stampa e opposizione: “Esposto intimidatorio” proviene da Il Fatto Quotidiano.

Mag 1, 2025 - 13:03
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Gaza, Iacona e Presa Diretta accusati di antisemitismo. Stampa e opposizione: “Esposto intimidatorio”

Un esposto formale indirizzato al Coordinatore nazionale per la lotta contro l’antisemitismo presso la Presidenza del Consiglio che punta il dito contro la puntata “Gaza, cessate il fuoco” di Presa Diretta andata in onda su Rai 3 lo scorso 27 aprile con un reportage da Gaza. Firmatari dell’esposto sono l’ex senatore Carlo Giovanardi, l’avvocato Iuri Maria Prado e il semiologo Ugo Volli. L’accusa principale alla trasmissione di Riccardo Iacona è di parzialità e antisemitismo. Secondo i firmatari, il lavoro “condanna i bombardamenti israeliani senza un minimo accenno all’attacco di Hamas del 7 ottobre del 2023 con il massacro indiscriminato di 1200 Israeliani, uomini, donne e bambini ed il rapimento di 250”. Ancora: “Nessun accenno… al rifiuto di Hamas di liberare gli ostaggi rimasti, dopo la morte in prigionia di tanti di loro, al suo comportamento durante la tregua… ed al fatto che gli stessi Palestinesi di Gaza si stanno ribellando”. Critiche anche per l’intervista a Francesca Albanese, relatrice dell’Onu sui territori palestinesi, che avrebbe “accusato Israele di un presunto genocidio, ripetuto cifre inverosimili fornite da Hamas sul numero delle vittime ed addebitato ad Israele la volontà sin dal 1948 di voler distruggere i Palestinesi”. Secondo i firmatari, “la diffusione di notizie distorte come queste… ha portato in Italia un aumento del 400 per cento dei casi di antisemitismo, con l’odio antiebraico… che è diventato una minaccia alla sicurezza nazionale”. Per questo hanno chiesto al Coordinatore di intervenire per “ristabilire nella Tv di Stato una corretta informazione”. Argomentazioni totalmente “infondate”, ha replicato Iacona: “Se si allarga l’accusa di antisemitismo a coloro che criticano le azioni di Israele allora milioni di persone che scendono in piazza nella stessa Israele sono tali”. Ha ricordato che nel 2023 un’intera puntata di Presa Diretta è stata dedicata all’antisemitismo montante. “Nessuno cancella il fatto che sia ripreso con forza, solo che nel reportage non abbiamo parlato di ebrei ma di quel che sta succedendo a Gaza, lo abbiamo fatto dopo molto silenzio dei media sull’argomento. C’è un doppio standard nel racconto mediatico, tra ciò che avviene in Ucraina e quello che vediamo a Gaza e in Cisgiordania, argomento di cui invece Papa Francesco non si dimenticava mai”.

A prendere le difese del giornalista e della sua redazione è innanzitutto il mondo della stampa e delle sigle sindacali. “La FNSI senza se e senza ma… si schiera al fianco di Riccardo Iacona e della sua trasmissione oggetto di intimidazione”, ha detto Alessandra Costante, segretaria generale della Federazione nazionale della Stampa italiana. Ha precisato che “antisemitismo non è raccontare la tragedia di un popolo, ostaggio di una brutalità senza fine, ma, ad esempio, non prendere le distanze dalla squadraccia che a Dongo, nei giorni scorsi, è sfilata facendo il saluto fascista”. Vittorio di Trapani, presidente della Federazione nazionale della stampa, ha ringraziato Iacona e la redazione per “aver mandato in onda una pagina di servizio pubblico”. Ha sottolineato che “fare informazione non è accontentare una parte, ma raccontare i fatti. Ed è quello che Presa Diretta ha fatto rompendo un muro di silenzio che da oltre 1 anno oscura la guerra a Gaza e l’ignobile situazione umanitaria”. Di Trapani ha ricordato la “censura imposta dallo Stato di Israele che impedisce ai giornalisti occidentali di andare sul campo” e che “oltre 200 giornaliste e giornalisti sono stati uccisi dall’esercito israeliano”. L’esecutivo UsigRai, il sindacato della tv pubblica, ha definito l’esposto “un atto intimidatorio” e il reportage “un reportage e un approfondimento necessari” che “rappresentano in pieno il ruolo informativo del servizio pubblico della Rai”. Hanno aggiunto che “vedere e ascoltare cosa sta succedendo a Gaza, dove ancora oggi i reporter stranieri non possono entrare e i giornalisti locali vengono uccisi, è l’unico modo per capire cosa sta subendo ancora la popolazione nella Striscia”. Anche la Rete #nobavaglio ha parlato di “atto di vera e propria intimidazione” e Articolo 21 ha ribadito che l’esposto è “l’ennesimo attacco alla libertà di stampa” e che “i giornalisti debbono essere liberi di decidere cosa raccontare”.

Sul fronte politico, stesso sdegno e solidarietà a Iacona e Presa Diretta sono arrivati dalle opposizioni. I membri Pd della commissione di Vigilanza Rai hanno definito l’esposto “gravissimo”, lodando il programma come “esempio di informazione coraggiosa e documentata”. Denunciare i bombardamenti su Gaza e dare voce a osservatori indipendenti, come Albanese, è “un dovere del servizio pubblico”, hanno detto, chiedendo alla Rai di garantire pluralismo e al governo di respingere ogni censura. Il dem Sandro Ruotolo ha definito “incredibile” l’attacco, chiedendosi se “davvero vogliamo decidere, a posteriori, quali morti si possono raccontare”. Ha parlato di “libertà d’informazione sotto attacco” e ha affermato che difendere Iacona “significa difendere il diritto dei cittadini a conoscere la verità”. Il M5S, con Dario Carotenuto, ha parlato di “intimidazione”, smentendo squilibri nel racconto: “Gli attacchi di Hamas sono stati ricordati”. Ha ribadito che raccontare i bombardamenti israeliani non equivale a giustificare Hamas, definendo Presa Diretta un raro esempio di correttezza e rigore. Ha criticato il silenzio della Rai e auspicato più voci come quella di Iacona. Infine, Angelo Bonelli e Peppe De Cristofaro (Avs) hanno definito l’esposto “un atto di vera e propria intimidazione”, giudicando “inaccettabile” non documentare gli orrori a Gaza e in Cisgiordania. Hanno chiesto ai vertici Rai di difendere Presa Diretta e respingere ogni intimidazione.

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