Fuga dall’Italia, nel 2024 quasi 200mila partenze: fenomeno in crescita del 20% in un decennio

Perché sempre più italiani scelgono di costruirsi un futuro lontano dal proprio Paese? Nel solo 2024, quasi 200mila persone hanno lasciato l’Italia. Un dato che segna un aumento del 20% rispetto all’anno precedente e che si inserisce in una tendenza ormai consolidata: dal 2007 ad oggi, gli italiani residenti all’estero sono raddoppiati, superando i sei […] L'articolo Fuga dall’Italia, nel 2024 quasi 200mila partenze: fenomeno in crescita del 20% in un decennio proviene da Economy Magazine.

Apr 10, 2025 - 13:59
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Fuga dall’Italia, nel 2024 quasi 200mila partenze: fenomeno in crescita del 20% in un decennio

Perché sempre più italiani scelgono di costruirsi un futuro lontano dal proprio Paese? Nel solo 2024, quasi 200mila persone hanno lasciato l’Italia. Un dato che segna un aumento del 20% rispetto all’anno precedente e che si inserisce in una tendenza ormai consolidata: dal 2007 ad oggi, gli italiani residenti all’estero sono raddoppiati, superando i sei milioni. A partire non sono più solo giovani del Sud, ma anche tecnici, ingegneri, sanitari e laureati del Nord, in fuga da un mercato del lavoro che non valorizza le loro competenze e offre stipendi non competitivi.

Le destinazioni più richieste

Le destinazioni più richieste non sono più solo Francia e Germania. Paesi un tempo considerati periferici come Irlanda e Danimarca hanno visto crescere in modo impressionante la presenza di cittadini italiani. Tra il 2016 e il 2023, gli italiani in Irlanda sono più che raddoppiati, mentre in Danimarca l’incremento si avvicina al 90%. Anche nel Regno Unito e in Spagna si registrano aumenti vicini al 70%.

Le motivazioni

Il motivo principale di questa migrazione è chiaro: fuori dall’Italia si guadagna meglio. E non si parla solo di top manager o cervelli in fuga. I dati raccolti dai principali portali di lavoro, come Indeed, mostrano differenze salariali notevoli anche in professioni tecniche, sanitarie e della ristorazione. Per molte categorie, lo stipendio offerto in Italia è la metà – o addirittura un terzo – rispetto a quello garantito all’estero.

Ecco una comparazione tra Italia e altri quattro Paesi europei per alcune delle professioni oggi considerate “introvabili” sul mercato del lavoro italiano:

Professione Italia (€) Francia (€) Spagna (€) Germania (€) Irlanda (€)
Cameriere 18.111 27.648 19.917 37.109 28.372
Architetto 24.071 51.818 48.164 66.081 54.563
Infermiere 24.212 37.247 28.369 58.000 46.777
Medico generico 41.909 85.639 32.835 117.669 74.669
Ingegnere elettronico 34.086 46.670 38.218 65.036 53.079
Operaio metalmeccanico 20.944 34.750 26.274 42.139 37.580
Autista di camion 25.632 34.253 23.638 53.137 40.489
Saldatore 22.426 33.302 22.210 44.115 35.536
Cuoco 23.212 30.070 20.496 44.331 32.340
Ingegnere chimico 33.884 35.555 37.360 62.426 52.932

Chi emigra

L’aspetto più preoccupante è che a emigrare sono sempre più spesso giovani con un alto livello di istruzione e formazione. Dalle regioni del Nord, da sempre motori economici del Paese, il numero dei trasferimenti all’estero è cresciuto in modo costante negli ultimi anni. A partire sono ragazzi tra i 18 e i 34 anni, che spesso non fuggono dalla disoccupazione, ma dalla frustrazione di non trovare un’occupazione adeguata ai loro studi.

Il costo per l’Italia

Il costo per l’Italia è altissimo. Secondo uno studio della Fondazione Nord Est, tra il 2011 e il 2021 l’esodo dei laureati italiani ha generato una perdita economica pari a 38 miliardi di euro, cioè quasi due punti di PIL. E non si tratta solo di numeri: è capitale umano che il Paese ha formato e che oggi lavora altrove, generando ricchezza in economie straniere.

Il confronto con la Spagna

All’opposto, la Spagna sta mostrando che invertire il trend è possibile. Con una crescita economica del 3,2% nel 2024, un tasso di occupazione femminile superiore a quello italiano e politiche di inclusione attiva per migranti e giovani professionisti, il Paese iberico è riuscito ad attrarre migliaia di italiani, tanto che la loro presenza è aumentata del 70% negli ultimi anni.

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