Fratelli d’Italia cede all’asterisco “gender”. E sulle declinazioni femminili regna la fluidità
La lotta contro il gender ha perso contro l’asterisco: anche i patrioti di Fratelli d’Italia lo usano alla fine delle parole quando non si rivolgono a un unico genere, nonostante l’entusiasmo per le linee guida del ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, che ha raccomandato di non usare “i segni non conformi”: “l’asterisco non è utilizzabile, a […] L'articolo Fratelli d’Italia cede all’asterisco “gender”. E sulle declinazioni femminili regna la fluidità proviene da Il Fatto Quotidiano.

La lotta contro il gender ha perso contro l’asterisco: anche i patrioti di Fratelli d’Italia lo usano alla fine delle parole quando non si rivolgono a un unico genere, nonostante l’entusiasmo per le linee guida del ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, che ha raccomandato di non usare “i segni non conformi”: “l’asterisco non è utilizzabile, a nostro parere, in testi di legge, avvisi o comunicazioni pubbliche, dove potrebbe causare sconcerto e incomprensione in molte fasce di utenti, né, tanto meno, in testi che prevedono la lettura ad alta voce”.
In quelli interni per e-mail il partito “del presidente Giorgia” invece li mette. Per l’11 e 12 aprile FdI ha organizzato “Spazio Montagna”: per non sbagliare, la segreteria organizzativa, che si sta occupando delle prenotazioni delle camere convenzionate in Valle D’Aosta, ha deciso di aggiungersi alla comunicazione ufficiale e mandare il programma a chi si era interessat*: per rivolgersi a tutt* l’intestazione è diventata “Gent.m*”.
Se non bastassero i “segni non convenzionali”, anche sui femminili la linea irreprensibile di Meloni nei fatti resta fluida. La premier prendeva in giro la declinazione (“non me ne frega niente se mi chiamano capotreno o capatrena”), ma alla fine la “a” è arrivata: come anticipato dal Fatto sarà presente “il ministro” imputato Daniela Santanchè, ma adesso sappiamo che assieme a lei non mancheranno nemmeno il “sottosegretario” Isabella Rauti, o il “deputato” Paola Chiesa, ma anche “la ministra” per le pari opportunità Eugenia Roccella, che a differenza del ministro Santanchè, nel volantino compare al femminile.
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