Firenze, i cantieri frenano le ambulanze: “Con una sola corsia le auto dove si spostano?”
Gli autisti dei mezzi di soccorso: “Situazione critica nelle zone dove non ci sono vie di fuga”. Rifredi, la stazione e Gavinana i punti più delicati per la circolazione

Firenze, 16 aprile 2025 – Città super cantierizzata, a farne le spese non è solo il traffico ordinario, ma anche quello dei mezzi di pronto intervento. A testimoniarlo sono gli operatori che calcano le strade tutti i giorni coi lampeggianti accesi:
“Il problema è che non ci sono vie di fuga. – spiega Simone Scavullo, autista della Misericordia di San Martino Ovest – Il viale Giannotti, dove la carreggiata si riduce a una corsia, non offre alcuna possibilità di svicolare dalla coda: non c’è, di fatto, una corsia per superare l’ostacolo. Stessa cosa sul viale Giovine Italia: si riduce la carreggiata, ti trovi le automobili ferme davanti e certo non possono volare”.
A questo si somma l’annoso problema del centro, con l’ospedale di Santa Maria Nuova: “Via Sant’Egidio-via De’Pucci: deve diventare preferenziale. Le ambulanze non ci possono mettere sei minuti tra bus e camion della nettezza”.
“Viale Giannotti è un disastro. – conferma Gianluca Frasca, autista del Cisom e della Misericordia di Badia a Ripoli – Se trovi la colonna non hai possibilità di fuga, la gente rispetta le sirene ma fa fatica ad agevolare in questa situazione. Cerchiamo di fare strade alternative, ma anche in via Benedetto Fortini è crollato un muro e non si passa...”.
Certo, siamo nell’ordine dei secondi che non compromettono la qualità dell’intervento, sottolinea il presidente della Fratellanza Militare di Firenze Giovanni Ghini: “Sicuramente i nostri autisti si accorgono che il traffico è più impegnativo, però c’è molto senso civico e le persone fanno di tutto per permetterci di passare. I tempi di intervento sono lo stesso celeri. Adesso è uno slalom, ma non si è registrato alcun evento finora in cui questi cantieri abbiano compromesso il buon esito dell’intervento”. Ma cosa fare se ci si trova un’ambulanza dietro a sirene spiegate? Innanzitutto non farsi prendere dal panico, e poi “sarebbe opportuno che a scuola guida insegnassero meglio le buone pratiche” nota Ghini.
“La prima cosa che serve è che l’automobilista metta la freccia, così capiamo dove si vuole spostare; mai fermarsi nel mezzo e mai mettere le quattro frecce. – prosegue – Quando l’ambulanza si avvicina dietro poi non la fa dritto, ma su un lato per comunicare da che parte vuole superare. Inoltre, tenere volume di autoradio o auricolare moderato per sentire per tempo la sirena. Infine, se un’ambulanza va piano ma a sirene spiegate, è brutto segno: spesso significa che dietro c’è un politraumatizzato o un intervento urgente dell’equipaggio in piedi, che non può essere sballottato”.
Il disagio riguarda anche gli interventi di polizia: “Ci sono difficoltà negli interventi a causa del traffico – rileva il segretario regionale di Confintesa Fp Sandra Badii –. Per quanto si cerchi negli uffici di coadiuvare i colleghi in strada, non riescono a essere veloci quanto potrebbero senza cantierizzazioni: l’intervento talvolta viene vanificato dall’aumento dei tempi di percorrenza”.
Le zone più critiche? “Centro e Stazione, dove la viabilità è farraginosa e sono richiesti molti interventi. Poi la zona di Rifredi, che vede molte richieste per l’incremento della microcriminalità e risente di un traffico costante”. Inoltre, con i cantieri, “la zona di piazza Beccaria è molto critica: ci sono caserme importanti, Dionisi e Battaglione Carabinieri e le volanti si trovano imbottigliate”.