Misure cautelari dopo le botte agli operai, Sudd Cobas: “Noi messi alla gogna, ora sia fatta chiarezza”

Il sindacato: “La Procura guarda dalla parte giusta”

Apr 16, 2025 - 04:14
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Misure cautelari dopo le botte agli operai, Sudd Cobas: “Noi messi alla gogna, ora sia fatta chiarezza”

Prato, 16 aprile 2025 – Dopo mesi di denunce e procedimenti giudiziari che hanno colpito sindacalisti e operai in sciopero, la Procura di Prato ha avviato un’indagine sulle violenze subite dai lavoratori della Acca srl. A sottolinearlo sono i Sudd Cobas, che in una nota parlano di una svolta attesa da tempo: “Finalmente la Procura batte un colpo sulla vicenda Acca. E lo fa, almeno stavolta, nella direzione giusta”, dicono. Il sindacato denuncia come, fino a oggi, “mentre si consumava un’escalation di violenza contro chi rivendica diritti, a ricevere gli avvisi di garanzia per scioperi e picchetti eravamo stati noi attivisti sindacali”. L’ultimo, notificato pochi giorni fa a Luca Toscano e Sarah Caudiero, segue analoghi provvedimenti indirizzati a lavoratori e militanti per un presidio pacifico ai cancelli della Acca, il giorno dopo “l’ennesimo agguato a colpi di spranghe”.

Il pichetto per ottenere condizioni di lavoro dignitose davanti alla Acca di Seano, azienda di logistica e facchinaggio
presidio con Si Cobas alla ditta Acca

Al centro della vicenda, una lunga serie di aggressioni contro operai sindacalizzati che, secondo il Sudd Cobas, “non hanno mai abbandonato la lotta per i diritti nemmeno dopo essere diventati per più di un anno bersagli di spedizioni punitive e paramafiose”. La nota inviata dal sindacato guidato da Luca Toscano sottolinea il coraggio di “questi lavoratori, che, grazie al sostegno del sindacato, sono riusciti a ottenere condizioni contrattuali dignitose non solo per sé, ma anche per decine di colleghi - dicono -. Dopo aver ottenuto condizioni umane di lavoro per sé, hanno continuato la battaglia per i diritti dei propri colleghi. Grazie alla loro resistenza decine di loro hanno ottenuto nell’ultimo anno un contratto regolare e diritti”.

Nei momenti più difficili, la lotta ha potuto contare su una rete di solidarietà mossa dal basso. Il sindacato ricorda come per mesi “studenti e attivisti del sindacato abbiano accompagnato a casa alla fine di ogni turno notturno gli operai della Acca, riuscendo così a interrompere la lunga sequenza di agguati che stava avvenendo sotto le loro abitazioni”. Un’iniziativa definita “scorta sociale”, che ha contributo ad impedire che la paura vincesse sul caporalato e sui soprusi. Adesso il Sudd Cobas non si accontenta dell’apertura dell’indagine: “Tante aggressioni e violenze sono in questi anni rimaste impunite, mentre si è consumata una assurda criminalizzazione delle vittime”, affermano, ricordando che “numerosi operai e attivisti sindacali sono ancora sotto processo per i picchetti ai cancelli delle fabbriche dello sfruttamento”. Infine, l’appello a fare piena luce: “Troppe sono le anomalie e le opacità che abbiamo registrato e denunciato intorno a questa vicenda - dice Toscano -. Si verifichi se i mandanti delle aggressioni ai lavoratori sindacalizzati abbiano goduto di complicità e protezione anche di esponenti delle forze dell’ordine, come da noi denunciato e che ci auguriamo sia diventato materiale di indagine”.