Federica Brignone infortunata per colpa della porta? La spiegazione di De Chiesa: “Diversità dalla Coppa del Mondo”
Federica Brignone ha lasciato la clinica La Madonnina di Milano nella giornata odierna, dopo l’intervento chirurgico a cui si è sottoposta giovedì in seguito alla caduta rimediata nella seconda manche del gigante dei Campionati Italiani. Sulle nevi della Val di Fassa aveva rimediato frattura scomposta pluriframmentaria del piatto tibiale e della testa del perone della […]

Federica Brignone ha lasciato la clinica La Madonnina di Milano nella giornata odierna, dopo l’intervento chirurgico a cui si è sottoposta giovedì in seguito alla caduta rimediata nella seconda manche del gigante dei Campionati Italiani. Sulle nevi della Val di Fassa aveva rimediato frattura scomposta pluriframmentaria del piatto tibiale e della testa del perone della gamba sinistra, poi durante l’operazione è emersa anche la rottura del crociato anteriore.
Paolo De Chiesa, commentatore tecnico alla Rai che ci ha tenuto compagnia durante tutto l’inverno sulle colonne di OA Sport con la sua rubrica “La Scodata”, è tornato sull’incidente di qualche giorno fa nel corso di un’analisi pubblicata sul suo profilo Instagram: “Nel primo video dall’alto e da tergo non si era capito se avesse inforcato con lo sci o il braccio. In quello frontale, che avrete visto tutti, la dinamica dell’incidente di Federica Brignone è chiarissima: è arrivata molto veloce, in uscita da quella lunga, aveva impostato molto bene la curva verso destra con un accenno di posizione aerodinamica, con il braccio destro che teneva sotto l’ascella e il bastoncino destro, con quel braccio è andata a cozzare il palo in corrispondenza dell’incavo del polso nella parte distale della protezione del braccio. Era già successo questo tipo di incastro questo inverno con De Aliprandini in gigante in Alta Badia e con la Gut sempre in gigante a Semmering, loro se la sono cavata con un semi testa coda”.
L’ex sciatore ha poi proseguito: “Federica invece ha subito la resistenza del palo, fortissima perché quel telo non aveva il velcro. Il velcro divide il telo in due e in caso di urto oltre a una certa forza si divide in due pezzi e quindi il palo colpito si svincola immediatamente dall’ancoraggio con l’altro palo e si libera come un palo da slalom visto che ha lo snodo. Quel palo non aveva il velcro e infatti si è sfilato dall’alto, dalla parte superiore dei due pali che lo sostengono e in quel momento stesso Federica è stata come frenata da un elastico e quindi ha perso il controllo dello sci destro che ha deragliato verso monte, creando quindi un vincolo che l’ha fatta carambolare in aria in un vortice di torsioni aggravate e acuite dalla leva dei due sci, visto che i due attacchi non si erano aperti“.
Paolo De Chiesa ha approfondito il tema: “Il velcro dovrebbe essere obbligatorio in tutte le gare di superG, gigante, discesa in Coppa del Mondo. Quest’inverno a Bormio Pietro Zazzi, in un incidente fotocopia rispetto a quello di Federica, ci ha lasciato perone e tibia della gamba destra e il crociato anteriore della gamba sinistra perché si è avvitato su se stesso proprio per questa resistenza dei due pali con un telo senza velcro. Lì i teli con velcro erano sistemati in alcuni occasioni come i dossi e a discrezione della FIS: non va bene, deve esserci sempre il velcro. Se nelle gare minori per ragioni economiche non lo si può fare allora che si usi un palo solo e se non lo si può mettere neanche su uno solo allora che si eviti di mettere il telo e che si mettano delle bandierine tipo slalom anni ’60: l’effetto ottico magari è diverso ma è meglio saltare una porta non vedendola in tempo piuttosto che finire in ospedale con le gambe fracassate“.
VIDEO PAOLO DE CHIESA SULLA CADUTA DI FEDERICA BRIGNONE