Export italiano 2024: crescita record con vini fermi e Prosecco in testa

L'export italiano supera gli 8 miliardi nel 2024, trainato da vini fermi e Prosecco. Crescita del 6% rispetto al 2023.

Apr 4, 2025 - 05:44
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Export italiano 2024: crescita record con vini fermi e Prosecco in testa

L’export italiano, nonostante le turbolenze di mercato, chiude il 2024 in crescita e sfonda la barriera degli 8 miliardi. Il nostro Paese esporta soprattutto vini fermi e frizzanti (65%), seguiti dagli spumanti (30%). I fermi sono più richiesti da Asia, America e Unione Europea, mentre le bollicine viaggiano più fuori dall’Europa (e in Russia), in Oceania e Africa. Quello attuale, però, resta un periodo dominato da incertezze legate tanto a questioni congiunturali (vedi lo spettro dei dazi), ma anche cambiamenti strutturali: basti pensare ai nuovi trend di consumo che riguarda anche la richiesta di dealcolati. Risale però anche la produzione, arrivata a 43,965 milioni di ettolitri. Ci sono molte curiosità e qualche sorpresa nel report Nomisma Wine Monitor-Unicredit, con dati approfonditi dal responsabile Denis Pantini.

"A livello internazionale, nel post Covid c’è stata una forte ripresa, una sorta di revenge spending dopo il periodo di chiusura con il vino che nel 2022 aveva segnato un record commerciale storico. Nel 2023 l’euforia è poi scemata, fra rallentamento economico e inflazione. L’Italia, però, ha chiuso con un dato di export positivo (+6%) rispetto al 2023 e siamo andati meglio rispetto a diretti competitor come Spagna e Francia". In quest’ultimo caso, infatti, sono diminuiti i consumi di Bordeaux, in un quadro generale di calo dei rossi e aumento di bianchi e spumanti. Ma se in Francia assistiamo a una brusca frenata dello Champagne (-8% di export), sorride invece il Prosecco, che ben si adatta alle nuove tendenze dei consumatori e "cresce da 10 anni– prosegue Pantini –. Se tutti gli spumanti in italia sono quelli che crescono di più, il Prosecco svetta". Guardando i dati, infatti, parliamo di 1.823,8 milioni di euro, con un aumento in valore di oltre l’11%. Anche grazie a questo traino, il Veneto, fra le regioni italiane è quella in cui l’export primeggia, alla soglia dei 3 miliardi (+7,3%). Seguono Toscana, Piemonte, Trentino-Alto Adige ed Emilia-Romagna. Fra le terre di rossi, la Toscana ha recuperato dopo il calo dell’export nel 2023 (+8,7%).

Tema attualissimo, il timore dei dazi minacciati dagli Usa di Trump. "Il mercato statunitense è molto importante nel nostro agroalimentare (circa un 34%) – prosegue Pantini –, soprattutto per i vini di alcune regioni. Alcune Doc, come certi vini bianchi di Trentino e Friuli (in particolare il Pinot Grigio) o rossi toscani hanno uno sbocco su quel mercato di oltre 40% e sono, in effetti, più esposti. I punti interrogativi, però, sono ancora tanti e la speranza è sempre che la diplomazia riesca a ristabilire le normali procedure commerciali". A proposito. Per quanto riguarda la Russia, invece, sono sanzionati solo i vini di altissima fascia e il Paese nell’ultimo anno ha ricominciato a importare. E il vino italiano è uno dei leader di mercato. Focus sul biologico. Se la Sicilia svetta come superficie in assoluto (sfiorati i 32mila ettari), le Marche hanno sempre avuto un forte orientamento di politiche bio. Basti pensare che la media nazionale di superfici vitate bio è del 19%, mentre nelle Marche questo valore tocca il 40% (Toscana 39%)". "Quello vitivinicolo – chiosa Andrea Burchi, Regional manager Centro Nord UniCredit – è un comparto di rilievo per l’economia delle regioni del Centro Nord. Un patrimonio di valore e qualità che, come banca, sosteniamo da tempo con consulenza e prodotti mirati". Marco Bortoletti, Regional Manager Lombardia di UniCredit ricorda invece l’"impegno che siamo determinati a proseguire per vincere insieme nuove sfide e superare criticità, come quelle che potranno derivare dall’introduzione di nuove barriere commerciali".