L’E-Commerce Passa da 1 a 96 Codici ATECO

La nuova classificazione ATECO 2025 modifica profondamente la codifica delle attività economiche, con impatti significativi sull’e-commerce. Scopri cosa cambia e come gestire le implicazioni fiscali. Il cambiamento nella codifica ATECO e le sue implicazioni A partire dal 1° aprile 2025, le imprese e i professionisti dovranno fare riferimento alla nuova classificazione ATECO 2025, entrata in […] L'articolo L’E-Commerce Passa da 1 a 96 Codici ATECO sembra essere il primo su Regime Forfettario.

Apr 9, 2025 - 15:48
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L’E-Commerce Passa da 1 a 96 Codici ATECO

La nuova classificazione ATECO 2025 modifica profondamente la codifica delle attività economiche, con impatti significativi sull’e-commerce. Scopri cosa cambia e come gestire le implicazioni fiscali.

Il cambiamento nella codifica ATECO e le sue implicazioni

A partire dal 1° aprile 2025, le imprese e i professionisti dovranno fare riferimento alla nuova classificazione ATECO 2025, entrata in vigore il 1° gennaio 2025. Questo cambiamento riguarda tutte le attività economiche, con particolare attenzione al settore dell’e-commerce. Infatti, uno dei casi più significativi di ricodifica riguarda il commercio al dettaglio online.

Nel vecchio sistema ATECO 2022, l’attività di commercio al dettaglio effettuato via internet era classificata sotto un unico codice:

  • 47.91.10 – Commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotto effettuato via internet.

Tuttavia, con l’introduzione dell’ATECO 2025, il panorama cambia radicalmente: quel codice viene suddiviso in ben 96 nuovi codici, ciascuno corrispondente a una specifica tipologia di prodotto venduto, indipendentemente dal canale di vendita utilizzato. Il nuovo sistema, dunque, non distingue più tra commercio online o fisico, ma pone l’accento sul tipo di merce trattata.

Cosa cambia per le attività di e-commerce?

La vecchia classificazione ATECO 2022 era stata progettata in modo da raggruppare attività simili per canale di vendita. Tuttavia, l’ATECO 2025 adotta una logica completamente diversa. Ora, a ogni tipologia di prodotto viene assegnato un codice ATECO preciso, e non è più rilevante il canale utilizzato per la vendita, che sia online o fisico.

Ad esempio:

  • Se un’azienda vende prodotti alimentari online, il codice ATECO 2025 cambierà rispetto a chi vende articoli elettronici o abbigliamento. La distinzione sarà fatta sulla base della tipologia di prodotto e non sul fatto che venga venduto online.

Questa modifica potrebbe creare delle difficoltà per i contribuenti, che dovranno verificare e, in alcuni casi, adeguare il proprio codice ATECO. L’adozione di più codici per l’e-commerce può infatti comportare un cambiamento anche nelle dichiarazioni fiscali, con possibili impatti sui modelli ISA e sulla gestione delle attività secondarie.

La tabella di raccordo ATECO 2025/2022

L’ISTAT ha messo a disposizione una tabella di raccordo tra i vecchi e i nuovi codici ATECO, che consentirà di facilitare il processo di ricodifica, ma sarà comunque necessario che i contribuenti verifichino i cambiamenti e adottino eventualmente modifiche manuali alla propria classificazione. Questo passaggio potrebbe comportare la necessità di comunicare l’esercizio di attività secondarie o di verificare l’esistenza di nuovi codici ISA da adottare per il proprio business.

L’e-commerce e le implicazioni fiscali

Il passaggio da un unico codice ATECO per il commercio elettronico a ben 96 nuovi codici ATECO comporta delle implicazioni fiscali importanti. Prima di tutto, i contribuenti dovranno mantenere distinti i ricavi derivanti dai vari codici, al fine di evitare il rischio di essere considerati come soggetti a multiattività.

Inoltre, la classificazione più dettagliata dei prodotti venduti online potrebbe determinare la necessità di gestire separatamente i ricavi per ciascun codice, con eventuali modifiche nei modelli ISA (Indici Sintetici di Affidabilità Fiscale).

Certificazione dei corrispettivi nell’e-commerce

Una delle preoccupazioni comuni riguarda la certificazione dei corrispettivi nel commercio elettronico. Come stabilito dalla risoluzione n. 274/E/2009 dell’Agenzia delle Entrate, per le operazioni di commercio elettronico indiretto (quindi le transazioni online seguite dalla consegna fisica dei beni) non è obbligatoria l’emissione di fattura o scontrino, a meno che non sia richiesta dal cliente.

Il cambiamento nella codifica ATECO non incide quindi sul trattamento fiscale e sulla certificazione dei corrispettivi, ma potrebbe comunque creare difficoltà operative per le aziende che dovranno districarsi tra le nuove classificazioni e le vecchie pratiche.

Conclusione

Il passaggio a ATECO 2025 segna un cambiamento significativo per le imprese, specialmente per quelle attive nel settore dell’e-commerce. La suddivisione dei codici per ogni singola categoria di prodotto rappresenta un cambio di paradigma nella gestione delle attività commerciali, che avrà impatti diretti sia sulla dichiarazione fiscale che sulla certificazione dei corrispettivi.

È essenziale che ogni impresa interessata al commercio online verifichi con attenzione la ricodifica del proprio codice ATECO e aggiorni la propria posizione fiscale per evitare inconvenienti futuri.

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