Esselunga prosegue la cassa integrazione per il fermo dei driver

Ancora lontana da una soluzione la vertenza sindacale che coinvolge i driver che consegnano la spesa online. Una vicenda tanto tipica quanto complessa Sono passati oltre 10 giorni dall'inizio della vertenza che ha visto la proclamazione da parte di Filt Cgil Milano dello stato di agitazione e sciopero dei lavoratori di Brivio & Viganò Logistics, Cap Delivery e Deliverit operativi nella logistica per Esselunga, nello specifico per la consegna della spesa a casa. Lo sciopero, iniziato il 18 aprile e programmato inizialmente fino al 20 aprile per i presidi in tutta la regione nei siti di Settimo milanese (MI), Dione Cassio (MI), Varedo (MB) e Lallio (BG), non è ancora rientrato nonostante i numerosi step che ne sono seguiti. Alla base dell'agitazione, secondo il sindacato, vi "sono comportamenti aziendali discriminatori e pratiche gestionali arbitrarie che hanno visto la messa a riposo senza alcuna giustificazione operativa di alcuni lavoratori, con altri a cui è richiesto di lavorare in regime straordinario, oltre il normale orario". A ciò si aggiungono -sempre secondo il sindacato - le richieste di lavorare con mezzi sovraccarichi, in violazione delle norme sulla sicurezza. Fin dall'inizio della vertenza, Filt Cgil ha chiesto l'apertura di un tavolo di confronto con le aziende appaltatrici e con il committente Esselunga che ha visto un incontro tra le parti il 24 aprile in Prefettura che però non ha portato ad alcuna soluzione. Secondo quanto dichiarato da Filt Cgil Milano e Lombardia "Ringraziamo le istituzioni per la disponibilità e per aver riconosciuto la piena legittimità delle rivendicazioni dei driver e la totale mancanza di contenuti da parte delle aziende presenti al tavolo. Le nostre proposte sono state giudicate di buonsenso, concrete e per nulla estreme o fuori dalla normativa contrattuale, eppure le aziende hanno mantenuto una posizione di chiusura assoluta, senza offrire alcuna disponibilità”. Ma cosa chiedono i lavoratori? Si punta a una maggiore sicurezza, più tutele e il riconoscimento di un lavoro di facchinaggio per la consegna ai piani, che - come affermato dal sindacato - viene svolto dai driver, ma non riconosciuto. La risposta di Esselunga In questi 12 giorni di vertenza, Esselunga ha risposto con diversi comunicati stampa annunciando il 19 aprile il blocco del canale eCommerce dovuto agli scioperi in atto, soprattutto sottolineando come "Questa situazione sta causando gravi disservizi ai clienti, con significativi sprechi di prodotti freschi – come pane, carne, pesce, frutta e verdura – rimasti bloccati nei magazzini. Il disagio riguarda particolarmente le persone come anziani e in stato di fragilità che non possono recarsi autonomamente a fare la spesa e per le quali l’e-commerce è un servizio essenziale. Inoltre, viene ostacolato il regolare svolgimento delle attività lavorative dei dipendenti di Esselunga all’interno dei centri di distribuzione". Una situazione che non solo non si è sbloccata ma si è inasprita al punto tale che Esselunga ha messo in cassa integrazione i dipendenti del magazzino milanesi di via Dione Cassio. Il comunicato stampa dell'azienda del 25 aprile recita: "Esselunga desidera comunicare che, a causa dello sciopero in corso indetto dalla Filt Cgil Milano nei confronti delle aziende che forniscono i servizi di consegna per le spese online (Brivio e Viganò, Deliverit e Cap Delivery), sta affrontando gravi disagi operativi. Questa situazione - spiega l’azienda - ha compromesso in modo significativo la nostra capacità di garantire ai clienti il servizio e-commerce nell’area di Milano a discapito in particolare di persone anziane e in stato di fragilità per cui il servizio è indispensabile. Inoltre, la protesta messa in atto sta impedendo ai nostri dipendenti dei centri di distribuzione che preparano le spese poi affidate ai trasportatori per le consegne, di svolgere il proprio lavoro. Con rammarico, per tale motivo, siamo costretti a ricorrere alla cassa integrazione, un provvedimento che al momento interessa oltre 200 dipendenti del nostro magazzino situato in via Dione Cassio (MI). Questo passaggio, purtroppo, è inevitabile anche per evitare enormi sprechi alimentari. Auspichiamo vivamente un ritorno ad un operato responsabile e a un confronto costruttivo tra tutte le parti coinvolte. La nostra priorità rimane sempre quella di garantire un servizio di qualità ai nostri clienti e un ambiente di lavoro stabile per i nostri dipendenti”. Ad oggi, non di vede ancora una via di uscita. Un problema più vasto La questione del lavoro povero in Italia sta diventando sempre più esplosiva. Alla base l'inadeguatezza dei trattamenti salariali vi sono una molteplicità di motivazioni analizzati a più riprese. Secondo studi sul tema in Italia gli stipendi sono molto bassi perché si produce poco valore per ora lavorata, le imprese sono piccole e poco competitive e il sistema fiscale grava troppo sul lavoro. I costi energetici fanno il resto. A questo si aggiunge un tasso di inn

Apr 30, 2025 - 11:32
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Esselunga prosegue la cassa integrazione per il fermo dei driver
Ancora lontana da una soluzione la vertenza sindacale che coinvolge i driver che consegnano la spesa online. Una vicenda tanto tipica quanto complessa

Sono passati oltre 10 giorni dall'inizio della vertenza che ha visto la proclamazione da parte di Filt Cgil Milano dello stato di agitazione e sciopero dei lavoratori di Brivio & Viganò Logistics, Cap Delivery e Deliverit operativi nella logistica per Esselunga, nello specifico per la consegna della spesa a casa. Lo sciopero, iniziato il 18 aprile e programmato inizialmente fino al 20 aprile per i presidi in tutta la regione nei siti di Settimo milanese (MI), Dione Cassio (MI), Varedo (MB) e Lallio (BG), non è ancora rientrato nonostante i numerosi step che ne sono seguiti. Alla base dell'agitazione, secondo il sindacato, vi "sono comportamenti aziendali discriminatori e pratiche gestionali arbitrarie che hanno visto la messa a riposo senza alcuna giustificazione operativa di alcuni lavoratori, con altri a cui è richiesto di lavorare in regime straordinario, oltre il normale orario". A ciò si aggiungono -sempre secondo il sindacato - le richieste di lavorare con mezzi sovraccarichi, in violazione delle norme sulla sicurezza.

Fin dall'inizio della vertenza, Filt Cgil ha chiesto l'apertura di un tavolo di confronto con le aziende appaltatrici e con il committente Esselunga che ha visto un incontro tra le parti il 24 aprile in Prefettura che però non ha portato ad alcuna soluzione. Secondo quanto dichiarato da Filt Cgil Milano e Lombardia "Ringraziamo le istituzioni per la disponibilità e per aver riconosciuto la piena legittimità delle rivendicazioni dei driver e la totale mancanza di contenuti da parte delle aziende presenti al tavolo. Le nostre proposte sono state giudicate di buonsenso, concrete e per nulla estreme o fuori dalla normativa contrattuale, eppure le aziende hanno mantenuto una posizione di chiusura assoluta, senza offrire alcuna disponibilità”. Ma cosa chiedono i lavoratori? Si punta a una maggiore sicurezza, più tutele e il riconoscimento di un lavoro di facchinaggio per la consegna ai piani, che - come affermato dal sindacato - viene svolto dai driver, ma non riconosciuto.

La risposta di Esselunga

In questi 12 giorni di vertenza, Esselunga ha risposto con diversi comunicati stampa annunciando il 19 aprile il blocco del canale eCommerce dovuto agli scioperi in atto, soprattutto sottolineando come "Questa situazione sta causando gravi disservizi ai clienti, con significativi sprechi di prodotti freschi – come pane, carne, pesce, frutta e verdura – rimasti bloccati nei magazzini. Il disagio riguarda particolarmente le persone come anziani e in stato di fragilità che non possono recarsi autonomamente a fare la spesa e per le quali l’e-commerce è un servizio essenziale. Inoltre, viene ostacolato il regolare svolgimento delle attività lavorative dei dipendenti di Esselunga all’interno dei centri di distribuzione".

Una situazione che non solo non si è sbloccata ma si è inasprita al punto tale che Esselunga ha messo in cassa integrazione i dipendenti del magazzino milanesi di via Dione Cassio. Il comunicato stampa dell'azienda del 25 aprile recita: "Esselunga desidera comunicare che, a causa dello sciopero in corso indetto dalla Filt Cgil Milano nei confronti delle aziende che forniscono i servizi di consegna per le spese online (Brivio e Viganò, Deliverit e Cap Delivery), sta affrontando gravi disagi operativi. Questa situazione - spiega l’azienda - ha compromesso in modo significativo la nostra capacità di garantire ai clienti il servizio e-commerce nell’area di Milano a discapito in particolare di persone anziane e in stato di fragilità per cui il servizio è indispensabile. Inoltre, la protesta messa in atto sta impedendo ai nostri dipendenti dei centri di distribuzione che preparano le spese poi affidate ai trasportatori per le consegne, di svolgere il proprio lavoro. Con rammarico, per tale motivo, siamo costretti a ricorrere alla cassa integrazione, un provvedimento che al momento interessa oltre 200 dipendenti del nostro magazzino situato in via Dione Cassio (MI). Questo passaggio, purtroppo, è inevitabile anche per evitare enormi sprechi alimentari. Auspichiamo vivamente un ritorno ad un operato responsabile e a un confronto costruttivo tra tutte le parti coinvolte. La nostra priorità rimane sempre quella di garantire un servizio di qualità ai nostri clienti e un ambiente di lavoro stabile per i nostri dipendenti”.
Ad oggi, non di vede ancora una via di uscita.

Un problema più vasto

La questione del lavoro povero in Italia sta diventando sempre più esplosiva. Alla base l'inadeguatezza dei trattamenti salariali vi sono una molteplicità di motivazioni analizzati a più riprese. Secondo studi sul tema in Italia gli stipendi sono molto bassi perché si produce poco valore per ora lavorata, le imprese sono piccole e poco competitive e il sistema fiscale grava troppo sul lavoro. I costi energetici fanno il resto. A questo si aggiunge un tasso di innovazione lento, un sotto utilizzo dei giovani e scarsa mobilità. Tuttavia ci sono casi e casi e in Italia ci sono anche aziende che hanno investito, che hanno un elevato grado di competitività ed efficienza e che hanno la possibilità di garantire standard qualitativi nel lavoro allineati con la media europea. E una di queste è sicuramente Esselunga, uno dei campioni nazionali nel retail che fin dalla fine del 2023 aveva siglato un protocollo per l’internalizzazione delle attività e la regolamentazione degli appalti con Cgil e Uil. Un protocollo applicato nel contesto dei servizi di produzione alimentare, eCommerce, logistica, pulizia-multiservizi e vigilanza. Secondo quanto dichiarato da Esselunga gli obiettivi dell'intesa sono: "Favorire fenomeni di internalizzazione di servizi concessi in appalto; garantire una regolamentazione dei servizi in appalto, al fine di attuare strumenti efficaci a sostegno del rispetto dei diritti dei lavoratori". Oltre a quanto riguardante i lavoratori internalizzati, l'azienda dichiarava che: "Per quanto riguarda i servizi in appalto, Esselunga si impegna a selezionare gli appaltatori in relazione a garanzie di affidabilità, capacità, organizzazione dei lavoratori e dei mezzi strumentali necessari per l'esecuzione dei servizi, know how e competenza adeguati rispetto agli standard qualitativi richiesti. I processi di cambio di appalto saranno effettuati in applicazione della cosiddetta “clausola sociale" per la stabilità e continuità occupazionale e reddituale dei lavoratori. Verrà costituita la Commissione Paritetica Appalti e Internalizzazioni composta da rappresentanti nominati dall’Azienda e dalle Organizzazioni Sindacali".

Mezzi di consegna sovraccarichi e lavoratori che svolgono funzioni non contrattualizzati (facchinaggio) determinerebbero una situazione che non coinvolge solo le aziende logistiche appaltatrici ma anche sulla regolamentazione degli appalti sottoscritta da Esselunga con il sindacato. La vicenda è in corso, gli sviluppi da seguire.

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