Ayrton Senna, l’anemoia e la sua difficile eredità
Gli inglesi spesso utilizzano la parola legacy, un vocabolo la cui traduzione in italiano non rende perfettamente il significato più ampio che ha. Nella nostra lingua si può tradurre con eredità anche se dal campo semantico insufficiente. Soprattutto se poi la parola eredità viene usata per raccontare quello che Ayrton Senna ha fatto per la [...] L'articolo Ayrton Senna, l’anemoia e la sua difficile eredità proviene da .

Gli inglesi spesso utilizzano la parola legacy, un vocabolo la cui traduzione in italiano non rende perfettamente il significato più ampio che ha. Nella nostra lingua si può tradurre con eredità anche se dal campo semantico insufficiente. Soprattutto se poi la parola eredità viene usata per raccontare quello che Ayrton Senna ha fatto per la Formula 1, per lo sport in generale e non solo.
Ogni anno, il primo maggio, tantissimi tra giornalisti, ex colleghi, amici veri o fantomatici del brasiliano si riuniscono per cercare parole o aneddoti sempre nuovi, alla ricerca di qualcosa di non sentito o non detto su Senna. Ci si interroga, quindi, sull’eredità di anglosassone accezione che Ayrton ha lasciato a trentuno anni dalla sua scomparsa.
Ecco, molti tendono a utilizzare la retorica della morte della Formula 1 vera e propria proprio in primo maggio ad Imola. Altri, vedono il sacrificio del migliore di tutti come necessario per evitare tante altre morti in uno sport così crudele come quello. Entrambi pensieri legittimi e giusti. Quello che però nessuno riesce ancora a capire e che ancora affascina è perché un pilota che non è stato il più vincente di tutti sia considerato quasi univocamente come il più importante della storia?
Questa sembra una domanda senza risposta e probabilmente è giusto che sia così. Per chi è legato davvero alla sua figura e l’ha vissuta non servono tanti giri di parole. Anzi: riaffiorano alla mente ricordi, sapori, esperienze della vita legate ad una sua vittoria, ad un suo sorpasso, ad una sua pole position, in anni in cui il rombo dei motori faceva ancora venire i brividi.
A chi invece non ha avuto la fortuna di vederlo in azione, le sue gesta riecheggiano nella testa come quelle omeriche. Tempi lontani, campioni senza paura, profumo di benzina e auto ancora rudimentali rispetto alle perfette ma fredde macchine attuali. C’è un sentimento che spiega e circoscrive tutte queste emozioni ed è l’anemoia. Da vocabolario: forma di nostalgia che si prova per un periodo, un luogo, un’esperienza o una persona che non si è mai vissuta o conosciuta personalmente. Ed ecco che tutto ciò che ci lega alla figura di Ayrton Senna prende magicamente una forma. Almeno vagamente. Almeno momentaneamente.
Ma, come ogni anno, continueremo a ricordarlo allo stesso modo.
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