Sassi, idee, persone. Quei 350 metri quadrati nel cuore di Matera che ospitano il mondo intero

La scommessa vinta di Mikaela Bandini da Cape Town alla città lucana patrimonio dell'umanità e già capitale europea della cultura. Qui ha vita ad Area 8, innovativo community center. «Abbiamo riqualificato una palestra dismessa e un loft trasformandoli in spazi polifunzionali. Di giorno coworking e agenzia creativa, di notte caffè, teatro e spazio spettacoli». Il nostro “Viaggio in Italia” fa tappa in Basilicata

Mag 1, 2025 - 06:25
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Sassi, idee, persone. Quei 350 metri quadrati nel cuore di Matera che ospitano il mondo intero

Da Cape Town è arrivata a Matera, più o meno 30 anni fa, per amore. Nella città dei sassi, dopo anni di impegno e sacrificio, Mikaela Bandini, oggi a.d. di Area 8, ha dato vita a un progetto unico nel suo genere in questa città magica: creare un community center come luogo di confronto e scambio in senso ampio. Prima in una ex conceria oggi loft, poi in una vecchia palestra dismessa nei primi anni ’90, Mikaela, appassionata di digitale e design, ha immaginato un ambiente particolare: il loft è diventato un’agenzia di comunicazione e produzione cinematografica di giorno e di notte un caffè e cocktail bar, la ex palestra un coworking che si anima con spettacoli teatrali, conferenze e show. «Mi sono divertita tantissimo a progettare Area 8, un’idea che mi ha regalato tante soddisfazioni anche per il fatto di avere mantenuto intatto lo spirito con il quale era nato: quello del confronto e della multidisciplinarietà», commenta Mikaela. La nuova tappa con il nostro Viaggio in Italia arriva nella città dei sassi patrimonio dell’Umanità per scoprire questo progetto ambizioso che ha attirato giovani e meno giovani nel cuore del territorio lucano.

MIKAELA BANDINI
Mikaela Bandini, a.d. Area 8

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Da Cape Town a Matera

Come accennato, Mikaela arriva nella città dei sassi per una ragione: «Mi ero innamorata di un ragazzo materano conosciuto in aeroporto. Io, che sono sempre stata molto ambiziosa e non mi sono mai messa grandi limiti, mi sono detta: perchè non provare a creare qualcosa di innovativo a Matera?». Questo è stato l’inizio di un’avventura che dura da 30 anni. «Sono una grandissima appassionata di storytelling, design e digitale e volevo mettere a terra un progetto che mi permettesse di racchiudere ed esprimere tutte queste mie passioni. Così è nato Area 8», racconta l’a.d. Uno spazio pensato con uno scopo preciso: far incontrare persone diverse, provenienti da luoghi e culture diverse, con background ed esperienze differenti in un ambiente di confronto, socialità ed espressione. Così il loft di Area 8 di giorno è un’agenzia di comunicazione e produzione cinematografica e di notte si trasforma in un locale mentre la ex palestra ospita nomadi digitali nel coworking e, all’occasione, è pronta ad accogliere spettacoli teatrali, eventi privati, conferenze, mostre. Insomma, un open space che risponde all’esigenza dello scambio. L’ultima iniziativa portata avanti da Mikaela è nata all’interno dello storico palazzo in stile barocco Malvinni Malvezzi, un tempo dimora dell’omonima famiglia, che lo abitò dal ‘400 fino agli anni ’60 del secolo scorso. Negli anni ’80 è stato trasformato in una palestra poi dismessa nei primi anni ’90.

nomadi digitali
Il coworking nella ex palestra di Area 8

Da quella palestra oggi il palazzo ha ripreso vita, trasformandosi in un luogo di aggregazione per eccellenza, come racconta il nome del progetto di Mikaela: nel 1909 l’anatomista tedesco Korbinian Brodmann pubblicò le mappe cerebrali dell’essere umano, delle scimmie e di altre bestie: area 8, o ba8, è una sottile area nella corteccia frontale del cervello, considerata da Brodmann come la parte dove si sviluppano attività come il pensiero complesso e la gestione dell’incertezza. «Pianifichiamo in maniera capillare le nostre giornate e la nostra vita, ma spesso si tratta dell’incontrollabile, dell’inatteso, dell’indefinibile che ci regala le migliori esperienze – commenta Mikaela – Area 8 nasce così, come un’ode all’incertezza».

Coworking, eventi, socialità

Questa iniziativa nel cuore di una delle città più belle al mondo ha attirato sin da subito l’attenzione non solo dei locals. «Qui oggi arrivano turisti, nomadi digitali e curiosi da diverse parti del mondo che hanno voglia di scoprire un po’ di quello che questa terra offre – spiega Mikaela – E sempre più spesso si assiste a conterranei che dopo anni di esperienze vissute all’estero o al Nord Italia tornano nella propria terra con un mindset differente che in questi spazi si esprime liberamente». Il target a cui Mikaela fa riferimento è, di fatto, molto variegato: «Inizialmente ho pensato a questo progetto per i “dinky”: coppie che non hanno figli e che possono viaggiare, quasi sempre provenienti dal Nord Europa, poi ho scoperto che questo target era soltanto uno dei tanti ai quali mi sarei potuta rivolgere. Oggi in Area 8, infatti, ospitiamo i nomadi digitali nei nostri coworking, eventi e conferenze (ne abbiamo fatti alcuni anche con RCS e ChoraMedia) fino a feste private.

podcast academy

Insomma, in base all’utilizzo che se ne vuole fare, questi spazi si adattano essendo totalmente modulabili». Una formula innovativa che, di certo, non annoia, né Mikaela, che è un vulcano di idee, né chi questi luoghi li vive nella quotidianità. «Ho fatto in modo che, nonostante l’inclinazione innovativa, restassero gli elementi che contraddistinguevano questi spazi un tempo, attraverso fotografie ed elementi caratteristici che ricordano quello che fu. Mi occupo di storytelling da 15 anni e ogni volta che esploro un posto nuovo mi piace raccontarne la storia, così ci tengo molto a conservare gli elementi che raccontano il vissuto di un posto. Per esempio, la ex palestra conserva la sua architettura originaria. Credo che sia necessario restituire questi luoghi urbani alla comunità di cui hanno fatto parte».

PALESTRA DI AREA 8 V
Area 8, la ex palestra

I progetti di Area 8

Tra gli spazi che Mikaela intende riqualificare c’è una stalla e latteria, sempre a Matera, che prenderà il nome di “Milk” e diventerà una listening room (ndr uno spazio progettato per ottimizzare la qualità dell’audio, offrendo un’esperienza di ascolto più coinvolgente e accurata) e un’iniziativa nel Salento, “hospitality”, per il recupero di edifici storici e di una vecchia officina meccanica che sono abbandonati da 20-30 anni. «Nel Salento abbiamo dato il via a un primo progetto pilota di recupero di un edificio ma è solo il primo di una serie di iniziative che andrò definendo man mano che si va costruendo il contenitore in cui si inseriranno».

area 8
Gli spazi di Area 8

L’idea di Mikaela è quella di preservare l’anima del posto trasformando luoghi dismessi in spazi da restituire a chi li vive attirando non solo i locali ma anche creativi, attori, protagonisti del mondo del tech, in un melting pot di persone e idee: «Quando capisci di aver costruito l’ecosistema giusto, allora riesci a facilitare la comunicazione e la creatività. E quando costruisci un contenitore libero, la gente al suo interno si esprime al meglio». Un’iniziativa che ha preso piede tra la Puglia e la Basilicata e che è andata avanti non senza complicazioni: «L’ostacolo più grande è la burocrazia. la quantità di carta che si deve produrre in questo Paese è impressionante. Un progetto che altrove si sarebbe riuscito a terminare in un anno, qui ne richiede 3 – conclude la CEO – Però è bellissimo vedere la creazione di una rete che accumuna giovani e meno giovani, alcuni hanno le stesse radici altri no, in un luogo che permette di esprimersi a 360 gradi».