Energia: il risparmio in azienda e le opportunità per crescere. Il vademecum di Enea
Gli interventi di efficientamento energetico sono la soluzione più pratica per contenere i costi di elettricità e dei combustibili fossili. L'Enea ha preparato una guida, ma è il sistema Italia che deve compiere una svolta epocale L'articolo Energia: il risparmio in azienda e le opportunità per crescere. Il vademecum di Enea proviene da FIRSTonline.


Su come ottenere i benefici da un buon sistema energetico in uno stabilimento, esperti e manager si confrontano, ormai, a cadenze sempre più insistenti. I costi di elettricità e delle fonti primarie sono in salita e le preoccupazioni per chi gestisce un’impresa riguardano il migliore rendimento di ciò che si ha in azienda. Trascurare le gestione degli aspetti energetici è una debolezza produttiva di cui le imprese italiane non dovrebbero lamentarsi. Ci vuole tempo e attenzione. Secondo l’Enea adottare azioni di efficienza procura vantaggi fino a 2,5 volte superiori agli interventi. È evidente che per avere buoni risultati occorrono esperti e conoscenze specifiche. Ma da questo punto di vista in Italia ci sono molti tecnici e ingegneri ben attrezzati.
Una guida dell’Enea
L’Enea stesso, tuttavia, ha lanciato in questi giorni una guida per abbassare i rischi quando si mettono le mani su un modello energetico aziendale. Cosa ha fatto ? Ha preparato una specie di vademecum per imprese, energy manager e decisori politici per migliorare i cicli di produzione e la qualità ambientale. L’affidabilità della guida deriva dalla collaborazione con Unionplast, settore industriale interessante, che vanta il maggiore numero di diagnosi energetiche dirette. È stata fatta un’indagine con 67 imprese che si sono impegnate a studiare i propri modelli di consumo di energia. Un primo risultato rilevante sono stati 13 benefici indiretti ottenuti a livello ambientale, sociale e di maggiore produttività. I consigli Enea sono pratici e pareggiamo la competitività che le imprese possono ottenere. Il secondo livello di lavoro è stato il confronto dei dati con organizzazioni e associazioni di categoria. Un buon metodo, da sperimentare in tante situazioni, perché se è vero che ciascun imprenditore può applicare metodi innovativi, è pacifico che le metodologie vanno adattate a specifici processi industriali e soprattutto ai prodotti finali.
Due esempi concreti
L’industria italiana lamenta gli alti costi di energia rispetto a quella francese, tedesca o spagnola, ma non si fa ancora abbastanza, per esempio, per ridurre il consumo di materie prime, riciclare gli scarti, manutenere gli impianti. Lo stesso ambiente di lavoro, se migliorato e controllato, produce più efficienza e risparmi. “Efficienza energetica non significa solo risparmio di energia, ma anche conoscere e saper quantificare i benefici indiretti che rendono ulteriormente convenienti gli interventi di efficientamento perché accorciano i tempi di ritorno degli investimenti”, spiega Carlos Herce del Dipartimento ENEA di Efficienza energetica. Oggi un’azienda che vuole abbattere i costi ha a disposizione una gamma di interventi che migliorano tutto e quindi la sua competitività. L’efficienza energetica è una leva, forse la più forte, per affrontare la sfida contro il cambiamento climatico e contenere gli urti di politiche protezionistiche alle porte.
Facciamo due esempi. In Italia le piccole aziende sotto i 50 addetti sono il 18,5% del panorama industriale. Ogni discorso sulla sostenibilità ambientale non può trascurare questa realtà che ha necessariamente bisogno di sostegni a lungo termine. Nella grande industria o nella produzione di elettricità altro esempio – ridurre le emissioni di CO2 puntando sulla cattura post o pre combustione, è la soluzione più pragmatica e a costi decrescenti da adottare. Del resto nel 2027 scatterà l’ETS2, sistema per lo scambio di quote di emissioni che procurerà buoni profitti a chi lo applicherà. I due esempi non escludono altri correttivi come l’acquisto di energie verdi, l’automazione degli impianti, pannelli solari, sistemi di Intelligenza artificiale. Al punto in cui siamo – purtroppo senza una politica industriale degna del nome- bisogna soltanto rendersi conto che le soluzioni ci sono, sono tutte praticabili in direzione di un nuovo modello economico. La settima potenza industriale del mondo non può rischiare il flop.