Elkann in Parlamento dà i numeri (di tutti i tipi) su Stellantis

Cosa non torna di ciò che ha detto il presidente Stellantis (e Ad ad interim) John Elkann in audizione in Parlamento. La lettera semiseria di Claudio Trezzano

Mar 19, 2025 - 18:43
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Elkann in Parlamento dà i numeri (di tutti i tipi) su Stellantis

Caro direttore,

nel primo pomeriggio di oggi ho seguito con grande attenzione le parole di John Elkann dato che si è degnato finalmente di presentarsi alle Camere (ha comunque voluto precisare di non essere andato prima per attendere la conclusione del tavolo al Mimit, bontà sua).

Come da pronostici il rampollo di casa Agnelli è andato a Roma per imbastire uno spottone sulle attività di famiglia – anche grazie alle sapienti opere di frotte di lobbisti-comunicatori ben ammanicati con giornali, giornalisti, fotografi e politici – e ribadire che Fiat e l’Italia sono una cosa sola. Le auto sono così italiane, del resto, che il gruppo ha litigato per tutto il 2024 col governo che prima gli ha imposto il cambio di nome all’Alfa Romeo Milano polacca che di italiano non aveva nulla quindi di scrostare i tricolori dalle carrozzerie della microcar Fiat Topolino realizzata in Marocco bloccata alla Dogana e della 600 assemblata in Polonia.

Inoltre Elkann ha persino dichiarato che il gruppo ha difeso l’occupazione (con molta fantasia, leggi attentamente l’argomentazione: “Negli ultimi 20 anni, il mercato domestico è calato del 30% mentre l’occupazione si è ridotta di circa il 20%. Questo significa che l’azienda ha difeso la produzione e l’occupazione degli stabilimenti del Paese grazie all’export dei marchi italiani, oltre alle Jeep prodotte in Basilicata, alle Dodge in Campania, ai van Citroen, Opel e Peugeot in Abruzzo e più recentemente alle DS a Melfi”) e che Stellantis è un super contribuente per lo Stato (“negli ultimi 20 anni il gruppo ha pagato 14 miliardi di imposte all’erario”).

Non contento Elkann ha sottolineato che il gruppo ha investito 53 miliardi negli ultimi 20 anni contro “a fronte di contributi pubblici pari a un miliardo”.

Ora, forse è una soluzione un po’ di comodo mettere sotto la lente solo gli ultimi 20 anni dato che così si lasciano fuori per esempio le stime di Federcontribuenti che parlano di 220 miliardi di euro in finanziamenti che Fiat avrebbe ricevuto dallo stato italiano dal 1975 al 2012 – tra casse integrazioni, prepensionamenti e contributi vari. Secondo quanto ha scritto qualche mese fa sul Sole 24 Ore Paolo Bricco la cifra vera sarebbe assai più alta. Start aveva approfondito la questione qui.

Sul fronte occupazionale,Italia Oggi solo a fine 2024 ricordava che “Il gruppo a fine 2023 contava 42.700 dipendenti contro i 52.740 del 2021, ovvero un -20% in soli tre anni. Gli appositi “scivoli” o “incentivi all’uscita” sono costati al gruppo non meno di 600 milioni di euro. Per la Federazione italiana metalmeccanici, inoltre, sono in previsione altri 3mila esuberi entro la fine del 2025.”

Un ottimo risultato per chi ha sempre difeso l’occupazione, non c’è che dire.

Scommetto l’obiezione: sono prevenuto io. Sarà, ma ti lascio allora con un virgolettato del cronista del Sole che ha seguito l’audizione: “Molto attese erano le eventuali novità – che però non sono arrivate – su due dossier industriali che restano aperti in capo a Stellantis, il futuro di Maserati, con le produzioni di Mirafiori che potrebbero essere spostate a Modena, e la Giga Factory di Termoli. Su Maserati, che ha visto crollare la produzione a poche decine di unità, con una gamma ridotta a tre modelli, il presidente di Stellantis dice: «stiamo lavorando al futuro di Maserati che è indissolubilmente legato all’Italia, a Modena e alla Motor Valley». Quanto poi al progetto della gigafactory di ACC, di cui Stellantis è socia, Elkann ricorda come il progetto sia attualmente sospeso. «In attesa che ACC renda noto il suo piano, ci siamo mossi in anticipo, affiancando alla produzione di motori termici i cambi per le auto ibride»”. Così il quotidiano di Confindustria.

Non sono il solo, quindi, a essere deluso dalle parole di Elkann. Ma purtroppo temo di essere in minoranza e che il governo si sia lasciato blandire.

Proprio per questo credo sia bene ricordare anche gli altri numeri, quelli dati dati dalla Cisl, che ha da poco ricordato che “Il 2024 sarà ricordato come l’anno nero di Stellantis. I dati della produzione, dopo due anni di crescita” hanno infatti segnato “un forte dato negativo rispetto all’anno precedente, con una quantità tra autovetture e furgoni commerciali di 475.090 unità(-36,8%) contro le 751,384 del 2023”. Soprattutto i rappresentanti dei lavoratori hanno evidenziato come “Per la prima volta tutti gli stabilimenti” abbiano avuto saldo “negativo, gli autoveicoli con perdite maggiori rispetto ai veicoli commerciali. Precisamente le autovetture registrano un -45,7% con 283.090 unità, per trovare un dato così basso di produzione bisogna spostare le lancette nel 1956. I veicoli commerciali con 192.000 unità (-16,6%) hanno avuto una flessione più contenuta in termini percentuali, anche se in termini di volumi l’impatto è consistente pari ad oltre 38.000 unità. La riduzione della produzione è stato un continuo peggioramento dall’inizio del 2024, raggiungendo cali produttivi nelle auto dal 21% al 70%”.

La situazione insomma è questa. Tutto il resto è frutto degli equilibrismi sintattici dell’ottimo reparto di comunicazione che segue Elkann supportato da sapienti esperti di relazioni istituzionali che Elkann remunera (non penso per pochi spicci) sia tramite Exor sia tramite Stellantis Italia.

Sono quasi ammaliato.

Un caro saluto,

Claudio Trezzano