Efama: semplificazione ESG? Solo se significativa per gli investitori 

In merito alle modifiche introdotte dal Pacchetto Omnibus l’associazione degli asset manager europei sottolinea la necessità di un quadro normativo che garantisca dati coerenti e comparabili L'articolo Efama: semplificazione ESG? Solo se significativa per gli investitori  proviene da FundsPeople Italia.

Mag 12, 2025 - 09:11
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Efama: semplificazione ESG? Solo se significativa per gli investitori 

“Il quadro normativo sulla finanza sostenibile dovrebbe garantire dati coerenti e comparabili lungo tutta la catena del valore”. Il tema è illustrato con chiarezza nel position paper con cui Efama indica punti di forza e fragilità nella nuova impostazione europea sulla finanza sostenibile introdotta con il Pacchetto Omnibus. Se da un lato l’associazione che riunisce gli asset manager europei indica come “positiva” la scelta di semplificare (“soprattutto alla luce degli sviluppi geopolitici attuali”), dall’altro ravvisa la necessità che “tale processo non comprometta la disponibilità e la qualità delle informazioni essenziali sulla sostenibilità per investitori e gestori patrimoniali”.

Nel documento, Efama evidenzia due priorità:

  1. mette in guardia contro una “riduzione eccessiva del perimetro delle entità soggette a rendicontazione, che rischierebbe di ridurre drasticamente la disponibilità di dati ESG utili per gli investitori”
  2. sottolinea l’importanza di concentrarsi “su dati significativi relativi alla sostenibilità, proponendo l’eliminazione di data point irrilevanti per le decisioni d’investimento”.

Per quanto riguarda le tempistiche, invece, l’associazione è favorevole alla decisione di Bruxelles di posticipare l’implementazione di CSRD e CSDDD. Tuttavia, richiama l’attenzione su una “rapida semplificazione degli ESRS”, soprattutto alla luce della revisione di SFDR.  “Il Pacchetto Omnibus rappresenta un’opportunità per ridefinire la finanza sostenibile a sostegno della competitività dell’UE e per continuare a contribuire alla transizione verde”, ha commentato Ilia Bekou, policy advisor di Efama.

Revisione ESRS

In merito al punto relativo agli ESRS, ossia gli standard di rendicontazione sulla sostenibilità, sviluppati dall'European Financial Reporting Advisory Group (Efrag) e adottati dalla Commissione per uniformare il modo in cui le aziende europee rendicontano il proprio impatto ESG, Efama propone una revisione basata su una serie di principi che vanno dall’eliminazione dei data point meno rilevanti alla distinzione tra dati obbligatori e dati volontari. A questo si somma anche l’urgenza di istruzioni più chiare sull’applicazione del principio di materialità e di un miglioramento dell’interoperabilità con gli standard internazionali.

“L’adozione di una strategia ESG olistica, nel contesto della revisione degli ESRS, deve porre al centro la disponibilità di dati significativi per gli investitori in materia di sostenibilità, garantendo che le informazioni divulgate siano pertinenti e utili”, sostitene Tanguy van de Werve, direttore generale di Efama che indica come la semplificazione degli obblighi di rendicontazione per le aziende sia “altrettanto fondamentale per migliorare la comparabilità e ridurre gli oneri amministrativi”. Se l’Unione si concentra su queste priorità, “è possibile costruire un sistema di rendicontazione sulla sostenibilità più efficiente ed efficace, che risponda agli interessi di tutti gli stakeholder e affronti il tema della competitività lungo l’intera catena del valore”.

Revisione SFDR

L’entità insiste in particolare sulla coerenza dell’allineamento normativo su tutta la catena di investimento. Per questo motivo, come sottolineato anche nelle scorse settimane, Efama ribadisce la necessità che la semplificazione prevista da Omnibus debba essere integrata “nel più ampio contesto della finanza sostenibile dell’UE”. I cambiamenti previsti dal pacchetto approvato dalla Commissione a febbraio, avranno infatti “impatti diretti su SFDR e sulla sua revisione”. I gestori patrimoniali, continua l’associazione, “devono poter disporre di dati affidabili e standardizzati da parte delle imprese”. Il problema sorge nel momento in cui i data point di CSRD divergono da quelli richiesti dal Regolamento 2019/2088, imponendo ai gestori il ricorso a stime e aumentando, di conseguenza, “costi e dipendenza da provider non europei”. Per questo motivo Efama “raccomanda che ogni modifica all’Omnibus sia riflessa nella revisione dell’SFDR, soprattutto per quanto riguarda i Principali Impatti Negativi (PAI) e la categorizzazione dei prodotti”.

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