Economia USA in negativo per la prima volta dal 2022

Il dato diffuso oggi sul Pil USA del primo trimestre è risultato nettamente inferiore alle previsioni degli analisti, alimentando le incertezze sullo stato di salute della più grande economia al mondo.

Apr 30, 2025 - 13:53
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Economia USA in negativo per la prima volta dal 2022

Brusca frenata dell’economia statunitense nei primi tre mesi del 2025, notizia poco incoraggiante anche in considerazione del fatto che si tratta degli ultimi dati prima dell’entrata in vigore ad aprile dei dazi di Donald Trump.

Il Pil USA annualizzato del primo trimestre ha frenato al -0,3%, in calo dal precedente +2,4%, segnando così una crescita negativa per la prima volta dal 2022 per gli USA, mentre le attese erano ancora per un dato positivo (+0,2%).

Dal fronte occupazione, i dati sui posti di lavoro non agricoli (ADP) di aprile hanno mostrato la creazione di 67 mila unità, cifra nettamente inferiore alle 114 mila previste e alle 155 mila del mese precedente.

Oggi era atteso l’indice dei prezzi (PCE) ‘core’ del trimestre, risultato a +3,5% dal +2,6% del mese precedente. Alle ore 16 italiane seguirà il dato di marzo, atteso in rallentamento a +2,2% dal precedente +2,5%, per la misura di inflazione preferita dalla Fed.

La spesa al consumo, che rappresenta due terzi del Pil, è aumentata a un ritmo dell'1,8%, il più debole da metà 2023. Le spese delle imprese per le attrezzature, l'unica nota positiva del rapporto, sono aumentate del 22,5% su base annua.

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I future sul Nasdaq e quelli sullo S&P500 scambiavano in negativo prima del dato macro di oggi, per poi accelerare al ribasso e cedere l’1%, seguiti in negativo dai contratti sul Dow Jones (-0,30%).

Il dollaro USA recupera leggermente nei confronti dell’euro e la coppia EUR/USD scende a 1,1373, mentre l’oro resta debole (-1,40%) a 3.280 dollari l’oncia. Bitcoin stabile a 95 mila dollari.

I prezzi del petrolio scendono di oltre mezzo punto percentuale: Brent a 62,90 dollari e greggio WTI a 60 dollari al barile.

Tra oggi e domani quattro delle cosiddette "Magnifiche Sette" pubblicheranno i loro risultati del primo trimestre. Dopo la chiusura di Wall Street l’attenzione sarà rivolta a Meta Platforms e Microsoft, mentre domani sarà il turno di Apple e Amazon.

Gli analisti si attendono che il gruppo registrerà una crescita media degli utili del 15% nel 2025, previsione che non si è mossa quasi per niente dall'inizio di marzo, nonostante l'inasprimento delle tensioni commerciali.

Dai loro risultati si cercherà di capire quali siano le prospettive del settore tech, in particolare sugli investimenti incentrati sull’intelligenza artificiale.

Gli investitori sono moderatamente ottimisti (il Nasdaq 100 è vicino a cancellare tutte le perdite questo mese) dopo le inversioni a U sui dazi e le speculazioni sulla possibilità che la Federal Reserve taglierà i tassi di interesse per evitare una recessione. Ma la spinta rialzista delle big tech, che ha spinto l'indice S&P 500 a crescere del 23% lo scorso anno, è sotto esame.

"Anche escludendo l'esito della storia dei dazi, credo che ci sia un problema per le big tech e il mercato probabilmente inizierà a concentrarsi su questo aspetto quando avremo questa stagione degli utili", spiega a Bloomberg TV Christopher Wood, responsabile globale della strategia azionaria di Jefferies. "Rimane il problema dell'enorme quantità di investimenti in conto capitale spesi dalle Big Tech, che stanno spendendo troppo per questa storia dell'intelligenza artificiale", aggiunge l’esperto.

Snap (-16%): non ha diffuso la guidance sulle vendite per il trimestre in corso, spiegando di stare affrontando "venti contrari" macroeconomici per la sua attività pubblicitaria.

Super Micro Computer (-17%): prevede ricavi tra i 4,5 e i 4,6 miliardi di dollari, in calo rispetto alla precedente previsione di 5-6 miliardi.

Starbucks (-6%): le vendite complessive nei suoi negozi sono diminuite dell'1% nel secondo trimestre, calo superiore alla stima media degli analisti di un calo dello 0,26% (dati LSEG).

Caterpillar (+1%): utile trimestrale rettificato per azione sceso a 4,25 dollari, rispetto ai 5,60 dollari di un anno fa.

Norwegian Cruise Line Holdings (-10%): previsioni di rendimento netto annuale ridotte ad una crescita compresa tra 2% e 3% rispetto al 3% precedente.

First Solar (-12%): prevede ricavi netti per l'anno in corso compresi tra 4,5 e 5,5 miliardi di dollari, inferiori alla precedente previsione di 5,3-5,8 miliardi.

GE HealthCare Technologies (+6%): utile annuo per il 1° trimestre a 1,01 dollari per azione, battendo la stima media degli analisti di 91 centesimi per azione (dati LSEG).

Apple

Barclays: sell e prezzo obiettivo ridotto da 197 a 173 dollari.

Amazon

BNP Paribas Exane: neutral e target price tagliato da 250 a 200 dollari.

Meta

Jefferies: buy e prezzo obiettivo confermata a 600 dollari.

Pfizer

JP Morgan: neutral e target price sempre a 30 dollari.

Jefferies: buy e prezzo obiettivo ribadito a 32 dollari.

Coca-Cola Co

RBC: buy e target price alzato da 73 a 76 dollari.

UBS: buy e prezzo obiettivo aumentato da 84 a 86 dollari.

JP Morgan: buy e target price incrementato da 78 a 79 dollari.

Snap

Jefferies: buy e prezzo obiettivo tagliato da 14 a 10 dollari.

UPS

JP Morgan: neutral e target price diminuito da 115 a 110 dollari.