Ecofin, 150 miliardi dall’Ue per la difesa: Giorgetti punta al Recovery Fund

All’Ecofin si discute di sicurezza Ue, investimenti in difesa, regole fiscali sull’e-commerce, eurobond da 150 miliardi e proroga del Pnrr senza nuovo debito

Mag 14, 2025 - 16:46
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Ecofin, 150 miliardi dall’Ue per la difesa: Giorgetti punta al Recovery Fund

Nel corso della riunione Ecofin a Bruxelles, i ministri dell’economia dell’Ue hanno affrontato diversi temi di rilievo. Dall’ottimismo su nuovi eurobond da 150 miliardi di euro garantiti dall’Ue per finanziare la difesa comune, fino alle misure fiscali sul commercio online extra-europeo, l’agenda è densa.

In primo piano anche le dichiarazioni della presidenza di turno sull’urgenza di ulteriori interventi a sostegno dell’industria della difesa, l’intesa su nuove regole Iva per gli acquisti dall’estero e una proposta italiana per estendere il Piano di Ripresa oltre il 2026 senza generare nuovo debito.

Difesa europea, verso un accordo Ecofin sugli eurobond da 150 miliardi

Uno dei punti centrali discussi dall’Ecofin è la creazione di un meccanismo europeo di prestiti per 150 miliardi di euro destinati a finanziare progetti di difesa comuni. Lo strumento, noto come Safe (Security Action for Europe), prevede prestiti agevolati ai Paesi membri finanziati tramite l’emissione di debito comune Ue, di fatto un nuovo eurobond garantito dall’Unione.

La presidenza polacca del Consiglio spinge per un accordo entro fine maggio, evitando rinvii al vertice dei leader di giugno. Secondo fonti europee, c’è “determinazione a procedere rapidamente” nonostante restino nodi sui bilanci nazionali. I ministri sostengono un’intesa rapida per “sbloccare centinaia di miliardi di euro” da investire nella difesa. “La sicurezza è la nostra massima priorità”, ha detto Andrzej Domański, presidente di turno Ecofin, auspicando l’adozione del regolamento Safe “il prima possibile”.

Temu e Shein, rinviata la stretta fiscale sui pacchi sotto i 150 euro

Sul fronte del commercio online, l’Ecofin ha deciso di rinviare una possibile stretta fiscale sui pacchi a basso valore provenienti da piattaforme e-commerce asiatiche come Temu e Shein. La Commissione europea aveva proposto di eliminare l’esenzione Iva e dazi per i beni importati di valore inferiore a 150 euro, misura volta a colpire l’afflusso di piccoli pacchi dalla Cina e altri Paesi extra-Ue.

Attualmente infatti spedizioni di basso importo non pagano Iva né tariffe doganali, rendendo molto competitive offerte di siti extraeuropei. Nel 2025 si stima l’ingresso nell’Ue di circa 4 miliardi di pacchi di basso valore, quasi tre volte il volume del 2022, con crescenti dubbi sulla qualità e sicurezza delle merci.

Nonostante il sostegno di economie di peso come Francia e Italia all’abolizione della soglia dei 150 €, il Consiglio si è diviso sul tema e ha scelto di non procedere immediatamente. La discussione su questa “mini tassa” è rinviata ai negoziati sulla riforma del codice doganale Ue in corso, rinviando così qualsiasi decisione a una fase successiva.

E-commerce estero, l’Ecofin approva la nuova direttiva Iva per importazioni e vendite online

Malgrado il rinvio sul nodo dei piccoli pacchi, l’Ecofin ha raggiunto un’intesa importante in ambito fiscale: via libera alla proposta di direttiva Ue sull’Iva per le vendite a distanza e le importazioni. I ministri hanno concordato una posizione comune su nuove regole che mirano a migliorare la riscossione dell’Iva sulle merci importate.

In base alla direttiva, la responsabilità di riscuotere l’Iva non ricadrà più sul consumatore finale al momento dell’importazione, ma direttamente sulle piattaforme di vendita online che facilitano la transazione. Questo meccanismo sposterà dunque l’onere fiscale sugli operatori e-commerce, incentivandoli a utilizzare il sistema dello sportello unico per l’Iva all’importazione (Ioss) già predisposto a livello comunitario. L’obiettivo è recuperare gettito Iva finora evaso o non riscosso su milioni di acquisti extra-Ue, garantendo condizioni più eque per il commercio.

Dopo il “general approach” raggiunto in Consiglio, il testo passerà al Parlamento europeo per consultazione prima dell’adozione definitiva.

Pnrr oltre il 2026, la proposta di Giorgetti all’Ecofin: no a nuovo debito per la difesa

Durante il vertice, l’Italia ha proposto di estendere il Pnrr oltre il 2026 per finanziare la spesa militare senza generare nuovo debito. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha espresso sostegno al piano Safe, ma ha invitato a valutare attentamente l’impatto dei prestiti sulle finanze pubbliche.

Ha suggerito di esplorare fonti private e utilizzare fondi europei già stanziati, come il Recovery Fund, per garantire maggiore flessibilità di bilancio. La posizione italiana punta a usare risorse Ue esistenti prima di ricorrere a nuovo debito comune.