Ecco “L’estate di Nanà”, il nuovo libro di Chiara Clausi

Nanà ha deciso: tra pochi giorni stravolge la sua piccola vita. Parte, prende il treno e si trasferisce a Roma. Abbandona gli amici di sempre e la sua Napoli, la lussuria e la mancanza di limiti morali. Eppure, in qualche modo, sembra che il passato la perseguiti sempre, anche altrove. Questa è la storia narrata […]

Mag 12, 2025 - 13:38
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Ecco “L’estate di Nanà”, il nuovo libro di Chiara Clausi

Nanà ha deciso: tra pochi giorni stravolge la sua piccola vita. Parte, prende il treno e si trasferisce a Roma. Abbandona gli amici di sempre e la sua Napoli, la lussuria e la mancanza di limiti morali. Eppure, in qualche modo, sembra che il passato la perseguiti sempre, anche altrove. Questa è la storia narrata ne “L’estate di Nanà� da Chiara Clausi.

Il personaggio del libro ha i tratti della prostituta Anna Coupeau, detta Nanà, protagonista del capolavoro di Emile Zolà. A lei l’autrice si è ispirata, così come alle eroine tragiche di Thomas Hardy. Ma c’è anche qualche spunto attinto dalla realtà, dagli incontri fatti e dalle storie ascoltate.

Nata in un paesino della Calabria, l’autrice stessa ha desiderato vedere cosa ci fosse oltre i confini regionali. Prima a Roma, poi a Torino, e infine a Beirut, dove ha vissuto dal 2016 al 2022, prima di tornare di nuovo a Torino, Clausi oggi scrive per diverse testate: Il Giornale, Il Venerdì, D, il Foglio, per citarne solo alcune. “L’estate di Nanà� è il suo terzo libro. Nel 2022 aveva pubblicato “Beirut au revoir� (Paesi Edizioni), un lungo reportage sulla capitale libanese. Nel 2024, sempre per Affiori, era stata la volta del suo primo romanzo “Claudine�.

Di seguito un breve estratto del libro “L’estate di Nanà”:

Nanà ha deciso, tra pochi giorni stravolge la sua piccola vita. Parte, prende il treno, si trasferisce a Roma. Abbandona gli amici di sempre: Giò, Anna, Francesca, Beppe. Napoli l’ha stritolata, distrutta, e le ha sempre promesso di risorgere, ma questo non è mai avvenuto. Giuramenti vani di luoghi magnetici, magici e oscuri, sempre disattesi. Napoli, sacra e profana, abitata da angeli e demoni che si confondono fino a diventare la stessa cosa, un magma potente. Luogo benedetto e maledetto che ha firmato un patto eterno con il diavolo.

Città di uomini-bestie, di simboli contraddittori e indecifrabili. Ma di bellezza immortale, perenne. È mattino, un bellissimo mattino di maggio e Nanà spalanca la finestra. Le rondini volano nel cielo turchese. È primavera e lei sta per iniziare una nuova esistenza. Il mare le mancherà e la spensieratezza dei suoi vent’anni. Ma la vita la vuole mordere, e lei è stufa di aspettare che qualcosa accada e la porti via da quella esistenza normale, povera, mediocre, turbolenta. Giò la chiama per il loro ultimo caffè in piazza del Plebiscito, che è così bella in questa stagione, bianca, piena di luce, immutabile. Si vedono in lontananza, entrambe sorridono ignare del futuro. Si abbracciano felici di rivedersi.

«Allora hai deciso?», esordisce Giò.
«Sì, vado via. Napoli è bella, ma è malata, se resto mi ammalerò anche io. In parte lo sono già, malata», risponde Nanà.
Sorseggiano il caffè, si scambiano effusioni, tra loro c’è sempre stata più di un’amicizia, un rapporto indefinito, ma speciale, bellissimo.
«Torna ogni tanto», fa Giò.
«Vieni tu da me, ti aspetto a Roma», e fa un sospiro. «Sono felice di raggiungere Nic, ci amiamo. Il nostro amore è folle. E poi lui sembra così un bambino indifeso, è come se mi avesse ipnotizzato, non mi era mai capitato», dice Nanà tra le lacrime.
Si abbracciano forte si stringono le mani e si lasciano con il cuore in gola.
Nanà ritorna verso casa nei Quartieri Spagnoli, lì dove ha trascorso la sua adolescenza, ha amato ed è stata tradita. C’è la mamma Barbara che stende i panni dal balcone. È poco prima dell’estate così carica di promesse e sogni.
«Mi dai una mano, per favore? O stai con la testa per aria e a innamorarti di un nuovo ragazzo? Chi non fatica non mangia!», la provoca Barbara, che in realtà non conosceva così bene la figlia, né il suo lato più oscuro.
«Sì, ora arrivo. Mi dai sempre della scansafatiche!», ri￾sponde Nanà. Si avvicina alla madre e scoppiano a ridere entrambe.
«Mi mancherai!».
«Anche tu piccola, ma è meglio che impari a camminare con le tue gambe. La vita non è un gioco, devi avere le spalle larghe, è tutto così complicato».