È morto Val Kilmer, da Top Gun a Batman e fino a Jim Morrison: addio all’attore con una carriera di alterne fortune, che fu conteso da Cindy Crawford e Angelina Jolie

Addio Val Kilmer. L’Iceman di Top Gun, Batman per una notte, Jim Morrison a torso nudo, aveva 65 anni e da tempo era malato di cancro alla gola. Una carriera strana, quella di Kilmer, da Top Gun a Willow, da Il Santo a Heat, intrappolato per decenni – anche da anziano e malato – nel […] L'articolo È morto Val Kilmer, da Top Gun a Batman e fino a Jim Morrison: addio all’attore con una carriera di alterne fortune, che fu conteso da Cindy Crawford e Angelina Jolie proviene da Il Fatto Quotidiano.

Apr 2, 2025 - 10:25
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È morto Val Kilmer, da Top Gun a Batman e fino a Jim Morrison: addio all’attore con una carriera di alterne fortune, che fu conteso da Cindy Crawford e Angelina Jolie

Addio Val Kilmer. L’Iceman di Top Gun, Batman per una notte, Jim Morrison a torso nudo, aveva 65 anni e da tempo era malato di cancro alla gola. Una carriera strana, quella di Kilmer, da Top Gun a Willow, da Il Santo a Heat, intrappolato per decenni – anche da anziano e malato – nel corpo e nel viso di un giovane uomo incredibilmente bello. Irascibile, intrattabile, eccessivo, talvolta perfino mistico esoterico, ma anche spesso ironico e divertito, Kilmer ebbe una reputazione “volatile” e finì comunque lontano dai piani alti dove bazzicavano Cruise, Clooney o Tom Hanks. Eppure diventò un volto noto della Hollywood che usciva dai favolosi settanta con in mano gli assi delle matrici di franchise stratosferici. Uno di questi è proprio Batman che Kilmer interpreta al posto di Michael Keaton nel 1995 in Batman Forever di Joel Schumacher, quello con Jim Carrey nella parte dell’Enigmista, terzo titolo della saga inaugurata da Tim Burton. Molti non lo ricorderanno, ma Batman Forever fu un notevole successo al box office, battendo diversi record soprattutto nei primi giorni di uscita. Eppure, anche qui, la critica non fu mai generosa, soprattutto con Kilmer che subito venne sostituito nel capitolo successivo da Clooney.

Kilmer era nato a Los Angeles l’ultimo dell’anno del 1959. Aveva frequentato buone scuole, tra cui la Juilliard. L’esordio teatrale off Broadway è in Slab Boys con Sean Penn e Kevin Bacon mentre appare su piccolo schermo per la prima volta nel 1983 con un episodio di ABC Afterschool special, assieme a Michelle Pfeiffer. Leggenda vuole che avesse rifiutato un ruolo in I ragazzi della 56esima strada di Coppola, mentre nel 1984 entra in scena dalla porta centrale della commedia demenziale Top Secret! (1984) del trio Zucker-Abrahams-Zucker dove è assoluto protagonista nei panni di una rockstar in tour nella Germania est coinvolta in una delirante e fracassona vicenda di spionaggio. La strada sembra spianata perché ne 1985 segue Real genius, film poco conosciuto in Italia ma che lo vede assoluto protagonista come audace genietto di un campus universitario. A questo punto inizia il decennio d’oro di Kilmer: nel 1986 è l’antagonista Tom Iceman Kazansky in Top Gun accanto a Cruise; giganteggia in un fantasy meraviglioso di Ron Howard, Willow, dove peraltro incontra la sua futura moglie (1988-1996) Joanne Walley e dalla quale avrà i figli Mercedes e Jack.

Nel 1989 è assieme alla Walley nel torbido noir Kill me againmentre nel 1991 si trasforma con mimetica esuberanza performativa in Jim Morrison grazie ad Oliver Stone, all’apice della carriera nel suo The Doors. Kilmer viene osannato dalla critica per quello che a conti fatti rimane la sua più grande e totale interpretazione. Nel 1992 va ricordato Thunderheart, perché Kilmer veste i panni di un agente FBI di sangue sioux che interviene per indagare sull’omicidio di un indiano di una riserva. Il film si ispira alla rivolta indiana di Wounded Knee nel 1973 e sarà scintilla e motivo d’orgoglio per Kilmer tanto da portarlo a combattere parecchie battaglie politiche nazionale a favore dei nativi. Nel 1993 fa ancora il belloccio con Kim Basinger in The real McCoy, è Elvis in True Romance di Tony Scott e infine è il crepuscolare Doc Holliday, malato di tubercolosi, assieme a Kurt Russell in Tombstone di George Pan Cosmatos. Il 1995 è l’apice della fama di Kilmer: c’è si Batman, ma è anche co-protagonista assieme a De Niro e Pacino di Heat, l’action poliziesco di Michael Mann. Kilmer spalleggia De Niro, compagno criminale di impressionanti rapine, ma sul set litiga ferocemente – ricambiato – con Tom Sizemore. È qui che l’etichetta di fastidioso rompiballe gli si appiccica addosso senza più lasciarlo. L’isola del dottor Moreau, uno dei film dalla produzione più travagliata della storia di Hollywood, ne è la prova lampante.

Kilmer litigò con il regista John Frankenheimer e soprattutto con Marlon Brando che a un certo punto abbandonò il set per ritirarsi sulla sua isola. Inutile, l’interruttore di Val si spegne. In tanti tentato di rianimarlo, ma è come se la sua parabola di bello e incazzato sia giunta al termine. Nel 1997 veste i panni dell’iconico Simon Templare, già indossati da Roger Moore, in Il Santo. L’inciampo, quello da pernacchi, arriva nel 1999 quando Kilmer interpreta il massaggiatore non vedente di A prima vista assieme a Mira Sorvino. Un errore di sopravvalutazione del proprio bagaglio recitativo, dove tutto, nonostante i crismi da commedia romantica e a un veterano alla regia come Irwin Winkler, sembra grondare artificiosità e ridicolaggine. Con gli anni duemila iniziano a scarseggiare le parti da protagonista (è il pornoattore John Holmes in Wonderland) con l’eccezione nel 2005 di Kiss kiss bang bang di Shane Black, assieme a Robert Downey Jr. che Peter Bradshaw sul Guardian definisce “il suo momento migliore come attore (…) superbo nel ruolo dell’investigatore privato Gay Perry Shrike: una performance gloriosamente elegante e paffuta che era trasparentemente – e scandalosamente – basata su Tom Ford”. Bradshaw continua: “Se solo Kilmer avesse potuto iniziare la sua vita da attore con quella performance da virtuoso e mostrare al mondo cosa sapeva fare”. Invece la carriera si arena, langue. Kilmer si dedica alla pittura, alla poesia, svacca in pacchianate apparizioni mondane con rapper, misticheggia da cristiano scientista (Scientology non c’entra nulla), racconta di viaggi in isole lontane in preda al delirio curato dai santoni locali. Il bel ragazzo conteso da Cindy Crawford e Angelina Jolie lascia che la stella si spenga senza troppo clamore. E poi c’è la malattia. Terribile, devastante. Kilmer prima non fa trapelare alcuna notizia, si trincera dietro a frasi religiose e una certa ritrosia nelle cure. Poi tutto appare nella sua evidenza di un corpo ancora robusto e affascinante minato dal cancro. Quando nel 2022 torna in scena, fortemente voluto da Tom Cruise, in Top Gun: Maverick sono solo lacrime. I postumi delle operazioni alla gola a poco più di 60 anni mostrano tutto il peso della malattia. Kilmer appare irrigidito, avvolto in morbide larghe sciarpe e vista l’impossibilità di parlare utilizza una tastiera e un monitor, fino a quando non pronuncia un paio di battute con un filo di voce. Nessun intervento di Intelligenza Artificiale per riprodurre ex novo la voce di Kilmer, precisò il regista del film, ma solo un software per alterarla e migliorarla digitalmente. Nel 2020 è uscito il suo memoir che in originale fa I’m your huckleberry, “sono la persona giusta per questo lavoro”.

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