Delitto di Garlasco, il gip di Pavia e la comparazione del Dna con le “ulteriori tracce biologiche” sulla scena del crimine
Il procuratore aggiunto di Pavia Stefano Civardi si è presentato in procura generale di Milano dove sono conservati i faldoni del processo. Con lui c'erano anche i carabinieri ai quali è stata delegata la nuova indagine L'articolo Delitto di Garlasco, il gip di Pavia e la comparazione del Dna con le “ulteriori tracce biologiche” sulla scena del crimine proviene da Il Fatto Quotidiano.

La comparazione del Dna di Andrea Sempio, l’amico di Marco Poggi nuovamente indagato della Procura di Pavia per l’omicidio di Chiara Poggi, uccisa a Garlasco il 13 agosto 2017, dovrà essere effettuata non sono con “il profilo genetico estratto dal materiale biologico rinvenuto sotto le unghie della vittima”, ma anche con “le ulteriori tracce di natura biologica rinvenute sulla scena del crimine”. Lo si legge nell’ordinanza con cui la scorsa settimana il giudice per le indagini di Pavia, Daniela Garlaschelli, ha disposto la convocazione di Sempio per il prelievo coattivo della saliva e dei capelli. Prelievo che è stato eseguito giovedì. Come si legge nell’ordinanza, la riapertura dell’indagine su Sempio – una era già stata archiviata così come una seconda che pur essendo a carico di ignoti si focalizzava su di lui – e “stata autorizzata (…) a seguito degli elementi nuovi e, in particolare, della utilizzabilità del profilo genetico estratto dal materiale biologico rinvenuto sotto le unghie della vittima e alla sua compatibilità con il profilo genetico riconducibile” al 37enne amico del fratello di Chiara. Utilizzabilità segnalata da una consulenza della difesa di Alberto Stasi, che sta espiando 16 anni di reclusione per l’omicidio, e poi confermata dal genetista che si occupò del caso di Yara, Carlo Previderè, nominato dalla Procura di Pavia.
Il gip, nelle due pagine del provvedimento, oltre alle frasi di rito, spiega che il Dna estrapolato dalla saliva e dai capelli di Sempio dovranno essere comparati con le altre tracce biologiche isolate sulla scena del crimine e che i carabinieri del nucleo investigativo di Milano stanno cercando tra i laboratori del Ris di Parma e l’ufficio reperti del Tribunale pavese. Al momento, a distanza di 18 anni, non si sa cosa sia ancora conservato e cosa sia leggibile. Allora, per esempio, il Ris di Parma aveva analizzato un capello corto e quelli spezzati e privi di bulbo trovati sia nella mano destra della ragazza sia in una pozza di sangue vicino all’ingresso della villetta di Garlasco, ma non erano emersi risultati rilevanti.
Gli esami successivi sul Dna mitocondriale consentì di ricondurre a Chiara i capelli spezzati. Inoltre dagli accertamenti sul dispenser in bagno erano state rinvenute le impronte digitali di Stasi mischiate alle tracce di Dna di Chiara. Ora insomma, anche alla luce delle nuove tecniche, si tenterà di riesaminare tracce biologiche rinvenute nella casa dei Poggi o di esaminare alcune non repertate, casomai esistano. E tutto questo per tentare di riscrivere una vicenda che è passata in giudicato con una sentenza della Cassazione e che non ha poi superato il vaglio di una revisione e della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.
Intanto oggi il procuratore aggiunto di Pavia Stefano Civardi si è presentato oggi in procura generale di Milano dove sono conservati i faldoni del processo. Civardi, che assieme alla pm pavese Valentina De Stefano ha riaperto, è stato intercettato nei corridoi in cui si affacciano le stanze dei sostituti pg e dove c’è l’archivio. Con lui c’erano anche i carabinieri ai quali è stata delegata la nuova indagine, la terza. I reperti che erano presenti all’ufficio corpi di reato del Tribunale di Pavia e che riguardavano il caso di Garlasco, come ad esempio il pigiama che Chiara Poggi indossava quando è stata uccisa, sono stati smaltiti nel 2022 e sono, dunque, andati distrutti, come avviene spesso in questi casi con sentenze definitive e dopo tanti anni, anche per questioni logistiche, di spazi.
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