Debito mondiale a 100mila miliardi, il rifinanziamento diventa più costoso

Ocse. Le nuove emissioni di bond pubblici e privati valgono più del Pil di Germania e Giappone. Sale la spesa per interessi al 3,3% del Pil. Secondo l’organizzazione «servono investimenti senza precedenti che dovranno essere finanziari dal debito» Cresce l’indebitamento dei governi e delle imprese all’interno dei 38 paesi dell’area Ocse mentre salgono i costi […] L'articolo Debito mondiale a 100mila miliardi, il rifinanziamento diventa più costoso proviene da Iusletter.

Mar 21, 2025 - 12:38
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Debito mondiale a 100mila miliardi, il rifinanziamento diventa più costoso

Ocse. Le nuove emissioni di bond pubblici e privati valgono più del Pil di Germania e Giappone. Sale la spesa per interessi al 3,3% del Pil. Secondo l’organizzazione «servono investimenti senza precedenti che dovranno essere finanziari dal debito»

Cresce l’indebitamento dei governi e delle imprese all’interno dei 38 paesi dell’area Ocse mentre salgono i costi di finanziamento per le nuove emissioni che influenzano negativamente i bilanci, dal momento che il 40% del debito sovrano e il 33% di quello corporate dovrà essere rifinanziato a costi più alti. Mentre sale il costo del debito, al livello più alto dal 2007, superando i costi della difesa e dell’ordine pubblico, l’Ocse avverte che per le sfide future servono investimenti senza precedenti che dovranno essere finanziati dal debito.

È la fotografia fatta dall’Ocse sul debito mondiale che anche nel 2024 conferma la cifra di record di 100 mila miliardi di dollari come riporta il secondo report «Financing growth in a challenging debt market environment» presentato a Parigi. La cifra tiene conto del debito sovrano salito a 55 mila miliardi di euro nel 2024 da 54 mila miliardi nel 2023 con una proiezione di 59 mila miliardi nel 2025, oltre il debito corporate che ha accumulato uno stock di 35 mila miliardi di dollari.

Record delle emissioni statali

Mentre si parla di aumentare la spesa pubblica per finanziare il piano di Rearm Europe anche facendo ricorso al mercato obbligazionario, l’Ocse ricorda che restano da finanziare i debiti contratti durante la pandemia, oltre al fatto che nel 2027 scadrà il 40% del debito sovrano (e il 33% di quello corporate) il quale dovrà essere rifinanziato a costi più alti. Già nel 2024, le nuove emissioni sul mercato primario hanno toccato la cifra record di 16 mila miliardi di dollari contro i 14 mila miliardi di dollari nel 2023 e si prevede che nell’anno in corso saliranno a 17 mila miliardi. Secondo il rapporto, i livelli di debito dovrebbero aumentare ulteriormente nel 2025, con il rapporto debito su Pil che raggiungerà l’85%, oltre 10 punti percentuali in più rispetto al 2019 e quasi il doppio rispetto al 2007.

Tutto questo per la parte pubblica perché quando si considerano anche le emissioni di corporate bond e quelle dei paesi emergenti i nuovi collocamenti si sono attestati a 24mila miliardi nel 2024, il triplo del 2007, prima della crisi finanziaria.

Aumenta la spesa per interessi

Nonostante la riduzione dei tassi di interesse avviata dalle Banche centrali e il calo dell’inflazione, i costi di finanziamento per le nuove emissioni sono rimasti elevati. Questo ha portato a un aumento della spesa per interessi che ha raggiunto il 3,3% del Pil nel 2024, rispetto al 3,0% nel 2023 e al 2,4% del 2021, secondo quanto riporta il report dell’Ocse. In Italia la spesa per interessi è passata al 4,1% nel 2024 dal 3,7 nel 2023, negli Stati Uniti al 4,7% dal 4,4% nel 2023, in Germania all’1% dallo 0,9 per cento.

Meno banche centrali in azione

Con la fine del Quantitative Easing, le banche centrali hanno ridotto le loro partecipazioni attraverso gli acquisti di obbligazioni sovrane, passando da un picco di 15mila miliardi di dollari nel 2021 a 12mila miliardi nel 2024. Questa circostanza ha aumentato l’ammontare di obbligazioni che deve essere assorbita dal mercato, un cambiamento che ha reso i mercati del debito più sensibili agli shock economici e finanziari e più soggetti alla volatilità. Anche la base degli investitori è cambiata, con una maggiore partecipazione di investitori domestici e stranieri: mentre la presenza sul mercato delle banche centrali è diminuita dal 29% nel 2021 al 19% nel 2024, la partecipazione degli investitori stranieri è aumentata dal 29% al 34% così come quella delle famiglie cresciuta dal 5% all’11% sempre a livello Ocse.

In Italia spread sul Bund stabile

L’Italia è ora tra i Paesi dell’Ocse con la più alta quota di debito sovrano detenuta dalle famiglie (circa il 14%) dopo l’Ungheria e gli Stati Uniti a seguito del successo delle emissioni di nuovi prodotti al dettaglio introdotti dopo la pandemia. In termini di rapporto tra l’indebitamento netto ed il Pil l’Italia è tra i 16 paesi Ocse che hanno registrato un calo. Inoltre, in Italia nel 2024 la liquidità investita dal Tesoro sul mercato è stata pari a più del doppio dei depositi della banca centrale. Infine l’Ocse segnala che l’Italia è tra i paesi della zona euro che hanno registrato un ampio calo dello spread Btp-Bund tedeschi nel 2024 superiore a 10 punti base

Corporate, poche insolvenze

Nonostante il forte ricorso al mercato del debito anche da parte dei corporate, i tassi di insolvenza delle aziende sono rimasti relativamente bassi e nessuna grande economia è andata in default o ha subito una significativa ristrutturazione del debito. Tuttavia, mette in guardia l’Ocse, le imprese hanno utilizzato l’era dei bassi tassi di interesse dando priorità a operazione finanziarie, meno agli investimenti, un trend che -secondo il report- deve cambiare.

La transizione energetica

La transizione verso un’economia a zero emissioni nette sta avvenendo in un contesto caratterizzato da alti livelli di debito e costi di finanziamento elevati. Il modo in cui gli investimenti necessari saranno finanziati avrà un impatto significativo sulle economie globali. Ancora una volta se il settore pubblico si farà carico della maggior parte degli investimenti, il rapporto debito pubblico sul Pil aumenterà di 25 punti percentuali nelle economie avanzate e di 41 punti percentuali in Cina entro il 2050. Se invece il settore privato sarà il principale finanziatore, l’indebitamento delle imprese crescerà significativamente, richiedendo un rapido sviluppo dei mercati dei capitali, in particolare quelli obbligazionari per le aziende energetiche nei mercati emergenti.

Mercato del debito strategico

Gli attuali cambiamenti nei mercati del debito stanno avvenendo in un momento in cui i paesi si stanno concentrando sempre di più sul rafforzamento della loro competitività attraverso investimenti in infrastrutture, transizione climatica e digitalizzazione, inclusa l’intelligenza artificiale, nonché l’aumento della spesa per la difesa. «Il mondo è già passato a un nuovo paradigma in termini di livelli di indebitamento, con governi e imprese che prendono in prestito dai mercati circa 10mila miliardi di dollari in più all’anno rispetto al periodo pre-Covid (2015-19), più del Pil di Germania e Giappone insieme» ha commentato Carmine Di Noia, direttore affari finanziari e d’impresa Ocse. I debiti «negli ultimi quindici anni hanno svolto un ruolo fondamentale nel sostenere la ripresa dalle due crisi globali di questo secolo, la crisi finanziaria del 2008 e la pandemia». Il mondo ora deve fare di più che riprendersi dalle crisi» ha concluso Di Noia perché il trend demografico e il clima «richiedono un livello di investimenti senza precedenti, in gran parte finanziati dal debito».

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