Ddl AI al rush finale: audizioni in Commissione poi esame alla Camera entro il 5 giugno

In corso in Commissione Trasporti e Attività produttive della Camera il ciclo di audizioni sul Ddl Intelligenza Artificiale. Il disegno di legge sarà trasmesso alla Camera il 3 giugno e l’esame del provvedimento si chiuderà in aula entro il 5 giugno. Dopo il passaggio alla Camera dovrebbe diventare legge.   Le audizioni sono cominciate ieri […] The post Ddl AI al rush finale: audizioni in Commissione poi esame alla Camera entro il 5 giugno appeared first on Key4biz.

Mag 7, 2025 - 11:59
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Ddl AI al rush finale: audizioni in Commissione poi esame alla Camera entro il 5 giugno

In corso in Commissione Trasporti e Attività produttive della Camera il ciclo di audizioni sul Ddl Intelligenza Artificiale. Il disegno di legge sarà trasmesso alla Camera il 3 giugno e l’esame del provvedimento si chiuderà in aula entro il 5 giugno. Dopo il passaggio alla Camera dovrebbe diventare legge.  

Le audizioni sono cominciate ieri con i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil, Ugl. Si proseguirà con Cyber Guru, IQVIA Italia, Giacomo Lasorella (presidente Agcom), Fernanda Faini (ricercatrice e docente di informatica giuridica dell’Università Telematica Pegaso), Maurizio Sibilio (professore ordinario di pedagogia speciale e prorettore vicario dell’Università degli studi di Salerno).

In calendario, sempre per martedì, anche le audizioni di: rappresentanti della Fondazione “Centro italiano di ricerca per l’automotive”; rappresentanti di European guild for artificial intelligence regulation (Egair); Hewlett Packard Enterprise; rappresentanti del Consorzio interuniversitario Cineca e dell’Osservatorio artificial intelligence del Politecnico di Milano.

Le audizioni di oggi

Nella giornata di oggi, invece, verranno sentiti i rappresentanti della Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi), Pasquale Stanzione (presidente del Garante per la protezione dei dati personali), rappresentanti di Meta, Marco Pironti (professore ordinario di economia e gestione dell’innovazione dell’Università degli Studi di Torino).

Infine, verranno sentiti il direttore generale dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (Acn), Bruno Frattasi, i rappresentanti di Anitec-Assinform e della Federazione industria musicale italiana (Fimi).

Leggi anche: Senato, ok a Ddl delega su Intelligenza artificiale. Ma caos in Aula. Le novità principali

Lasorella (Agcom), zone grigie ancora da regolamentare a tutela copyright. Precisare governance

Per la tutela del copyright, nel disegno di legge delega sull’intelligenza artificiale, “restano alcune zone grigie che forse dovranno essere regolate: la soglia di sufficienza dell’apporto umano, le modalità di verifica nel caso di intelligenza artificiale ‘no-code’, la gestione del diritto di opt-out da parte degli autori. Ma queste si potranno evidentemente regolare a livello regolamentare”. Lo ha evidenziato il presidente dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, Giacomo Lasorella, nel corso dell’audizione sul provvedimento, già approvato dal Senato, convocata dalle commissioni Trasporti e Attività produttive della Camera.

Lasorella si è, tra l’altro, soffermato sul tema della governance dell’AI. “Un tema che resta fondamentale, l’obiettivo – ha puntualizzato – non è quello di rivendicare una governance di carattere generale, quale quella conferita all’Agenzia per l’Italia digitale (Agid) e all’Agenzia per la cybersicurezza (Acn), tuttavia, la legge fa salve le competenze di vigilanza assegnate a Banca d’Italia, Consob e Ivass, nonché le competenze assegnate al Garante della protezione dei dati personali. Sarebbe utile, dato che Agcom ha una serie di competenze rilevanti in questo settore, che ci fosse un ‘fatto salvo’ per le competenze dell’Agcom”. Il Garante delle comunicazioni ha inoltre suggerito, “non in un’ottica di rivendicazione di competenze, ma in un’ottica di sistema e di coordinamento, per far funzionare meglio il sistema”, che l’Autorità sia “espressamente menzionata” anche per quanto riguarda le autorità che possono essere consultate dal Comitato di coordinamento della Presidenza del Consiglio.

Resta quindi aperto il tema della governance e della convivenza fra le diverse authority che, per le rispettive competenze, rivendicano uno spicchio di campo di gioco nella gestione della nuova tecnologia.

Cineca, nel ddl sull’IA richiamo a collaborazione centri ricerca

Nel disegno di legge sull’intelligenza artificiale “all’articolo 5 c’è un richiamo alla collaborazione tra centri di ricerca e istituti per il trasferimento di conoscenze”: lo ha ricordato in un’audizione sull’IA alle Commissioni riunite Trasporti e Attività produttive alla Camera, Francesco Ubertini, presidente di Cineca, il consorzio interuniversitario italiano cui aderiscono università, ministeri e istituzioni pubbliche nazionali.

“L’articolo 5, il richiamo all’importanza di infrastrutture presenti sul territorio nazionale, è un aspetto centrale quando si parla di intelligenza artificiale – ha aggiunto – Altro aspetto fondamentale, sempre all’articolo 5, è il richiamo alla collaborazione tra centri di ricerca e istituti per il trasferimento di conoscenze. Qualificante è l’articolo 8 sull’uso secondario dei dati sanitari per attività di ricerca scientifica. La formulazione consente la dovuta sicurezza accelerando la ricerca in ambito medico. Infine, l’articolo 23, con il riferimento al fondo di investimento di 1 miliardo, strategico nell’ottica di far evolvere i processi di innovazione. Il disegno di legge si inserisce perfettamente nel quadro europeo ma ora bisogna andare veloci nell’approvazione del disegno”, ha concluso Ubertini.

Se tutto va bene, entro il 5 giugno il provvedimento diventerà legge.

Miragliotta (Polimi), ‘insegnare l’IA dalle scuole inferiori’

“Bisogna formare le nuove generazioni sui temi dell’Intelligenza artificiale a partire dalle scuole inferiori”. Così Giovanni Miragliotta, professore associato del Politecnico di Milano dell’Osservatorio artificial intelligence, intervenuto in audizione.

“Nativi digitali – ha aggiunto – non vuol dire essere fluenti nell’utilizzo delle tecnologie ma comprenderne bene le implicazioni e sviluppare uno spirito critico. L’Italia deve agire tempestivamente per contrastare la fuga dei talenti. Stime parlano di 200.000 giovani che lasciano il paese dopo aver completato gli studi superiori. Non si tratta solo di materie legate all’intelligenza artificiale ma i numeri restituiscono comunque un quadro poco incoraggiante sulla capacità di mettere a frutto gli investimenti nella formazione”.

E’ intervenuto anche Nicola Gatti, ricercatore presso il Dipartimento di Elettronica e Informazione del Politecnico di Milano che ha sottolineato l’importanza di supportare economicamente il mondo della ricerca “oggi finanziariamente sottodimensionato in Italia rispetto al resto d’Europa”. “Dal punto di vista economico – ha sottolineato – l’IA si sviluppa su tre livelli. Il primo riguarda il segmento dei provider, sui quali l’Italia non gioca un ruolo di primo piano. Possiamo invece essere protagonisti negli altri due, lo sviluppo delle applicazioni verticali e l’adozione delle stesse, per i quali il margine è più ampio”.

Ddl IA, HPE: Non si menzionano sistemi di performance computing

“Nel Ddl manca il riferimento ai sistemi di performance computing come leva per l’evoluzione e lo sviluppo di strategie sull’intelligenza artificiale. Senza l’accesso a strutture nazionali o europee le imprese italiane potrebbero rimanere dipendenti da piattaforme estere, perdendo competitività e controllo sui dati che sono strategici. Il testo non menziona questo aspetto, di cui auspichiamo l’integrazione”. Lo ha detto Alessandro Moriondo di Hewlett Packard Enterprise (HPE). “Il ddl è una base solida – ha aggiunto – ma per diventare abilitante servirebbero anche incentivi mirati e una regia che integri pubblico e privato”.

Ddl IA, Egair: Consenso informato per cessione dati contro web scraping

“Siamo contrari al business model dei principali provider mainstrem di intelligenza artificiale che stanno facendo la pratica illecita di web scraping di opere coperte da privacy. Ci devono essere obblighi di trasparenza maggiori, tutte le clausole vessatorie che riguardano la cessione dei diritti per lo sfruttamento di dati per l’intelligenza artificiale dovrebbero essere considerate nulle in contratti che le prevedono come secondarie. La cessione dei diritti per lo sfruttamento per l’intelligenza artificiale deve essere sempre oggetto primario del contratto, non un ricatto per ottenere un lavoro o partecipare a concorsi. Lo scenario ideale è che le aziende chiedano il permesso per l’utilizzo dei dati, con esito la negazione del consenso, la cessione con contratto economico o gratuita, comunque sempre informata”. Lo ha detto Lorezzo Ceccotti, socio fondatore di European guild for artificial intelligence regulation.

Ddl IA, Centro Ricerca Automotive: Definizioni troppo generiche, incertezza per imprese

“Le definizioni previste nel ddl e riprese dal regolamento europeo sono troppo ampie e generiche e questo crea profili di incertezza soprattutto rispetto agli obblighi normativi per le imprese”. Lo hanno detto i rappresentanti della Fondazione Centro italiano di ricerca per l’automotive.

“C’è un tema di coordinamento tra regolamento sulla protezione dei dati personali e regolamento sull’intelligenza artificiale – hanno aggiunto – Per le imprese sarebbe di interesse avere una distinzione chiara del ruolo che il Garante della privacy dovrà assolvere in futuro nella gestione di questo sistema complesso”.

Ddl IA, Sibilio (Unisa): Manca visione sistema integrato uomo-macchina

“Nella proposta non emerge una visione di inserimento dei sistemi di intelligenza artificiale nelle pubbliche amministrazioni e nelle aziende che tenga conto della coesistenza uomo macchina. Non c’è un sistema di protezione del lavoro, andrebbe previsto un processo di riqualificazione professionale per definire il nuovo sistema integrato uomo macchina, un sistema ibrido in cui si mantiene la rilevanza e la predominanza del fattore umano”. Lo ha detto Maurizio Sibilio, professore ordinario di pedagogia speciale e prorettore vicario dell’Università degli studi di Salerno.

Ddl IA, Faini (Unipegaso): Perplessi su governance duale e invarianza finanziaria

“Esprimo perplessità per il fatto che il regolamento europeo deve essere ancora pienamente applicato, per cui sarebbe stato opportuno attendere l’implementazione per poi valutare le criticità e i vuoti di disciplina. È poi critica la clausola di invarianza finanziaria, prevista dal ddl a più riprese, perché impone alle pubbliche amministrazioni di provvedere con le risorse vigenti. Lascia perplessi anche la governance duale con competenze divise tra Agid e Acn con potenziali sovrapposizioni, conflitti e difficoltà applicative. Il Garante della Privacy doveva essere coinvolto maggiormente, e sarebbe stato opportuno immaginare un’autorità amministrativa indipendente”. Lo ha detto Fernanda Faini, ricercatrice e docente di informatica giuridica dell’Università Telematica Pegaso.

“Troppo ampi, infine – ha aggiunto – gli ambiti delle materie di delega al Governo, mentre è da mitigare l’impatto del ddl sulle sanzioni”.

Ddl IA, Baroni (ad Cyber Guru): Istituire formazione continua obbligatoria

“È necessario utilizzare piattaforme di formazione e istituire una formazione continua non solo rispetto alla cybersecurity ma anche all’intelligenza artificiale, che può essere utilizzata in modo molto subdolo dagli attaccanti. È necessario che il legislatore consideri la possibilità di regolamentare la formazione obbligatoria per l’intelligenza artificiale. Non è secondario l’impatto che la normativa può avere sull’ecosistema del business in Italia”. Lo ha detto Gianni Baroni, amministratore delegato di Cyber Guru.

Ddl IA, Cgil: Delega al governo eccessiva, serve governance pubblica

“Riteniamo che la delega al Governo sia eccessiva, sia nell’ampia discrezionalità delle scelte di merito sia nei tempi di attuazione. Infatti, buona parte della regolamentazione è già definita nel regolamento europeo che è già vigente. Inoltre è necessaria una governance pubblica del fenomeno sia sul piano delle politiche industriali sia su quello della regolazione. Sono necessarie strategie pubbliche di coordinamento a livello nazionale ed europeo per affrontare i ritardi maturati dall’Italia e dall’Europa sullo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Le iniziative di privatizzazione sono contrarie agli interessi collettivi”. Lo ha detto Alessio De Luca, responsabile Ufficio 4.0-Politiche dell’innovazione digitale della Cgil.

“Riteniamo opportuno predisporre un confronto a livello contrattuale e aziendale per definire gli utilizzi appropriati, non essendo sufficiente l’istituzione di un osservatorio – ha aggiunto – Infine, sono sbagliate le modalità di costituzione dell’autorità pe l’intelligenza artificiale. L’autorità che svolge l’azione di controllo deve essere indipendente e non può essere a nomina governativa, sarebbe opportuno predisporre un’autonomia funzionale ed economica dall’Esecutivo”.

Ddl IA, Ugl: Investire su formazione, università e ITS Academy

“La formazione iniziale e continua è fondamentale, l’intelligenza artificiale può contribuire a diminuire gli infortuni sul lavoro e favorire l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro. Per questo è necessario investire sull’istruzione terziaria, sulle università e sugli Its academy”. Lo ha detto Luigi Ulgiati, vice segretario generale vicario dell’Ugl.

“Il ddl prevede Agid e Acn come autorità nazionali per l’intelligenza artificiale – ha aggiunto – È una scelta strategica da ponderare con attenzione attraverso un quadro normativo chiaro utile a evitare eventuali conflitti di competenze che potrebbero insorgere”.

Ddl IA, Uil: Prevedere authority ad hoc contro distorsioni

“Manca un’assegnazione al Garante della privacy, anzi probabilmente va fatto un passo in più, prevedere un’authority ad hoc con poteri di intervento e di stop rispetto ai rischi legati alla proprietà e all’addestramento per rassicurarci rispetto a distorsioni che possono ledere diritti fondamentali. Manca poi il perno dell’intelligenza artificiale ovvero l’organizzazione del lavoro, richiami alla sicurezza sul lavoro, al diritto alla disconnessione, all’informazione e consultazione dei lavoratori”. Lo ha detto Francesco Maria Gennaro della Uil.

Ddl IA, Cisl: Regolamentare uso tra domanda e offerta lavoro

“Il regolamento europeo considera l’intelligenza artificiale come prodotto ma è carente rispetto al tema lavoro. E anche nel ddl troviamo criticità. Riteniamo dunque opportuno prevedere una norma che riconosca l’esercizio del diritto di consultazione e informazione a favore dei lavoratori in caso di introduzione dell’intelligenza artificiale nell’organizzazione del lavoro. Prevedere la regolamentazione dell’uso dell’intelligenza artificiale nell’incrocio tra domanda e offerta di lavoro. L’intelligenza artificiale può e deve essere utilizzata nell’ambito della salute e della sicurezza sul lavoro per promuovere l’adozione di misure preventive e contrastare l’illegalità e combattere la concorrenza sleale di imprese che non adottano misure di sicurezza”. Lo ha detto Giorgio Graziani segretario confederale di Cisl.

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