Dal Covid al clima al terrapiattismo, più complotti per tutti: come arginare le teorie cospirazioniste

Scienziati climatici, enti governativi e organizzazioni scientifiche che si occupano di clima? Secondo le teorie cospirazioniste sarebbero in combutta da decenni per falsificare i dati sul clima e ottenere sovvenzioni o prestarsi a piani che mirano ad asservire l’intero Pianeta a un governo totalitario. Ma quello del clima è solo uno dei tanti fronti dei […] L'articolo Dal Covid al clima al terrapiattismo, più complotti per tutti: come arginare le teorie cospirazioniste proviene da Il Fatto Quotidiano.

Apr 29, 2025 - 14:42
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Dal Covid al clima al terrapiattismo, più complotti per tutti: come arginare le teorie cospirazioniste

Scienziati climatici, enti governativi e organizzazioni scientifiche che si occupano di clima? Secondo le teorie cospirazioniste sarebbero in combutta da decenni per falsificare i dati sul clima e ottenere sovvenzioni o prestarsi a piani che mirano ad asservire l’intero Pianeta a un governo totalitario.

Ma quello del clima è solo uno dei tanti fronti dei seguaci del complotto. Le teorie della cospirazione sono estremamente varie, ma hanno tutte una cosa in comune: l’idea che un gruppo lavori in segreto per il proprio vantaggio e contro il bene comune in modo tale da minacciare le regole fondamentali e/o da architettare inganni di grandi proporzioni.

Per contrastare queste teorie, è importante farsi un’idea di ciò che accade nella testa di chi teorizza complotti, esaminandone i meccanismi interni. È questo l’obiettivo di un saggio scientifico sul complottismo, frutto di molti anni di lavoro, scritto dai due scienziati statunitensi Joseph E. Uscinski e Adam M. Enders, Le teorie cospirazioniste (Franco Angeli).

Dal clima allo sbarco sulla Luna, dal Covid ai disastri aerei

Centinaia gli esempi che il libro riporta: la negazione dei cambiamenti climatici dovuti all’emissioni prodotte dall’uomo, in quanto il mondo non si starebbe affatto riscaldando, oppure il negare che il riscaldamento derivi da fattori non umani; ancora: la convinzione che la Terra non sia sferica ma piatta, o che sia cava all’interno e che ci vivano essere ultraterreni. Tantissime poi le visioni cospirazioniste sul Covid: la convinzione di un terzo degli americani che il virus fosse un’arma biologica creata o diffusa intenzionalmente, l’ipotesi che fosse messa in circolazione dalla Cina o dalla Russia. C’era chi credeva che il virus fosse creato in laboratorio e chi causato dalla tecnologia 5G, che il Covid si curasse con luce ultravioletta o disinfettanti. Per non parlare dei vaccini, con le accuse alle case farmaceutiche di aver fabbricato la pandemia, oppure la convinzione che i vaccini modificassero il DNA. Il complottismo arriva a mettere in dubbio l’efficacia della medicina moderna.

Altri presunti complotti riguardano anche lo sbarco sulla Luna: uno per tutti, che gli astronauti abbiano trovato basi aliene e che questa scoperta sia tenuta nascosta, o che le riprese dello sbarco siano state falsificate. E poi ci sono cospirazioni chiamate in causa per l’assassinio di Kennedy, le elezioni statunitensi del 2020, una serie di abbattimenti aerei, da quelli contro le Torri Gemelle alla scomparsa del volo Malaysia Airlines nel 2014, mai localizzato. E anche attentati, come a New York nel 2001, ma anche nella metro di Londra e Parigi.

Complottisti: non per forza psicopatici o pericolosi

Tutte queste teorie sono accomunate dal credere che attori potenti agiscano in segreto per conquistare denaro o potere ai danni del pubblico ignaro; che le autorità siano corrotte, inaffidabili e attivamente coinvolte nell’inganno. Da un lato si demonizza un determinato gruppo di persone, dall’altro si screditano le istituzioni che diffondono conoscenza. Il fatto è che ma anche molti personaggi pubblici hanno mostrato adesioni a visioni complottiste: politici, cantanti, telepredicatori, non solo gente comune.

Gli autori però sottolineano che non è detto che se una teoria del complotto non risponde a verità non abbia valore. Le nostre autorità “espistemiche”(scienziati, esperti, etc) a volte possono sbagliare e in questo senso le teorie cospirazioniste possono paradossalmente contribuire alla trasparenza. I teorici della cospirazione possono inoltre richiamare l’attenzione su problemi che i giornalisti, o altri attori, non vedono o ignorano.

Non solo: anche se nei casi estremi gli individui influenzati da teorie complottiste hanno maggiori probabilità di presentare tratti narcisisti o psicopatici e commettere o approvare atti di violenza per raggiungere i propri obiettivi, queste teorie non sono necessariamente sintomo di una psicopatologia; inoltre, anche se molte teorie cospirazioniste sono false e alcune pericolose, la maggior parte di esse è inoffensiva, qualcuna persino utile. In questo senso non vanno ridicolizzate, né confuse con altro.

I danni per la democrazia

Occuparsi delle teorie cospirazioniste, però, è importante, soprattutto perché le credenze possono ispirare azioni, sia individuali che collettive che – se prive di legame con la realtà – sono non soltanto inopportune e inutili ma potenzialmente pericolose in un altro senso: la democrazia ha bisogno di persone che facciano scelte informate.

Di nuovo, proprio il cambiamento climatico è un esempio di come il cospirazionismo sia dannoso: una notevole percentuale di americani si rifiuta di credere all’esistenza di cambiamenti antropogenici, ritenendo che si tratti di una bufala orchestrata da comunisti, globalisti e politici privi di scrupoli. Ma la mancanza di sostegno pubblico ai cambiamenti climatici è proprio uno dei motivi per cui la maggior parte dei governi non vara leggi significative.

Purtroppo, per chi crede in una teoria del complotto, l’assenza di prove valide del complotto non fa altro che dimostrare l’abilità dei cospiratori nel coprire le proprie tracce; e l’abbondanza di prove della falsità di quella teoria del complotto non fa altro che confermare l’abilità dei cospiratori nell’ingannare gli investigatori, oppure che questi ultimi sono a loro volta coinvolti nel complotto. Ecco perché, suggeriscono gli autori, quando si discute con qualcuno che crede a una determinata teoria del complotto, una delle prime domande da porgli è: quali prove potrebbero convincerlo a cambiare idea? Se la risposta è “nessuna”, tanto vale abbandonare la discussione.

Ma allora come difendersi dai cospirazionisti? Secondo i sociologi, alcuni modi sono: allertare preventivamente le persone sulle teorie cospirazioniste in circolazione (prebunking). Un altro modo è quello di correggere a posteriori (debunking) delle credenze complottiste con prove che smentiscono quelle teorie da parte di climatologi, autorità sanitarie etc. Sappiamo però che chi si sente ostracizzato potrebbe addirittura diventare più complottista, dunque questi metodi potrebbero essere controproducenti. Il governo potrebbe mettere in atto censura verso alcune credenze, o regolamentare i social network, ma interventi dall’alto di questo tipo rischiano di nuovo di esasperare i cospirazionisti e, anche, di ridurre la libertà di espressione. Molti ricercatori, concludono gli autori, indicano soprattutto nell’istruzione un modo per arginare le teorie cospirazioniste, in particolare lo sviluppo delle capacità di pensiero critico. Secondo altri, una maggiore inclusione nel processo politico potrebbe aiutare i cospirazionisti, che spesso si sentono persi ed esclusi. Esigere, inoltre, una maggiore trasparenza da parte dei potenti ridurrebbe la necessità di affidarsi a teorie del complotto. Ma, soprattutto, concludono i due scienziati, “dobbiamo eleggere leader che rifiutino sia di cospirare che di diffondere teorie della cospirazione per tornaconto politico”.

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