Crisi d’impresa, l’emersione anticipata batte il concordato

Report Unioncamere-Infocamere. Nel 2024 le domande per la composizione negoziata salite dell’ 83 per cento. Le procedure concorsuali crescono del 22% Nel 2024 le domande di accesso alla composizione negoziata, il percorso extragiudiziale che punta all’emersione anticipata dalla crisi d’impresa, sono salite dell’83% e hanno superato quelle per il concordato preventivo. Il nuovo iter, introdotto […] L'articolo Crisi d’impresa, l’emersione anticipata batte il concordato proviene da Iusletter.

Mar 17, 2025 - 14:01
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Crisi d’impresa, l’emersione anticipata batte il concordato

Report Unioncamere-Infocamere. Nel 2024 le domande per la composizione negoziata salite dell’ 83 per cento. Le procedure concorsuali crescono del 22%

Nel 2024 le domande di accesso alla composizione negoziata, il percorso extragiudiziale che punta all’emersione anticipata dalla crisi d’impresa, sono salite dell’83% e hanno superato quelle per il concordato preventivo. Il nuovo iter, introdotto nel mese di novembre 2021 per far venire alla luce le difficoltà economico-finanziarie prima che diventino irrecuperabili, sta quindi cominciando a prendere piede. Ma lo scorso anno sono cresciute anche le altre procedure concorsuali con un incremento complessivo del 22 per cento.

A fotografare la situazione è il Report predisposto dall’Osservatorio crisi d’impresa di Unioncamere (sulla base di dati Infocamere) che mette sotto i riflettori anche l’obbligo per le imprese di dotarsi degli adeguati assetti amministrativi e contabili introdotto nel 2019 dal Codice della crisi al fine di consentire una tempestiva rilevazione dei segnali di difficoltà.

Il risultato è che solo pochissime aziende vi hanno adempiuto: appena il 3,5% delle imprese che hanno depositato il bilancio di esercizio 2023, (22.806 su 662.244) ha infatti dichiarato di aver istituito assetti adeguati alla natura e alla dimensione della società.

I dati

Nel 2024 sono aumentate tutte le procedure concorsuali tranne gli accordi di ristrutturazione (- 2,7%). La crescita prosegue da tre anni e rappresenta un campanello d’allarme delle difficoltà del mondo imprenditoriale. Nel 2024 gli iter avviati sono stati 11.701 con un incremento del 33% rispetto al 2022 e del 22% rispetto al 2023.

In termini assoluti la procedura più utilizzata resta la liquidazione giudiziale (prima del Codice della crisi si chiamava fallimento) che, nel 2024, ha rappresentato il 78,7% di tutte le procedure avviate dalla aziende (per un’analisi dei dati sulla liquidazione si veda il Sole 24 Ore del 3 febbraio 2025).

Anche se con numeri molto più bassi, al secondo posto, c’è la composizione negoziata (1.089 istanze) che, per la prima volta, ha superato il concordato preventivo (762 domande). È diventata quindi lo strumento più utilizzato dalle imprese che puntano ad individuare soluzioni di risanamento ed uscita dalla crisi.

Il fatto che la composizione negoziata sia un percorso extragiudiziale (ci si rivolge al tribunale solo in alcuni casi come ad esempio la richiesta delle misure protettive) in cui l’imprenditore continua a gestire la propria azienda spiega probabilmente le ragioni di questo sorpasso. Nell’iter negoziato, infatti, l’imprenditore viene affiancato da un esperto indipendente che lo aiuta a trovare una soluzione e a trattare con i creditori per i quali costituisce, invece, una garanzia di assenza di propositi dilatori.

Al 1° marzo 2025, le imprese che, grazie all’iter negoziato, hanno individuato un percorso di risanamento sono 266 e occupano circa 13.500 persone. Il tasso di successo, ossia il rapporto fra le istanze chiuse con esito favorevole e il totale delle domande chiuse (1.369), è del 19 per cento.

Le imprese

Le aziende che hanno chiesto di accedere alla composizione negoziata nel 2024 hanno una dimensione media superiore a quella delle imprese che utilizzano le altre procedure (tranne l’accordo di ristrutturazione del debito) sia in termini di occupazione sia di fatturato. Questo non toglie però che le piccole aziende siano moltissime: il 49% ha fino a nove addetti e il valore della produzione del 55% delle aziende è inferiore a 2,5 milioni (per il 71% è sotto i 5 milioni).

«L’adesione alla composizione negoziata sta crescendo – dice Andrea Prete, presidente di Unioncamere -. Questo è un fatto positivo perché consentirà a tante aziende oggi in difficoltà di restare operative una volta riequilibrata la propria posizione. Lo strumento funziona e sta dando i suoi frutti. Emerge però una maggiore adesione e un superiore tasso di successo da parte delle imprese di maggiori dimensioni, in forza della propria organizzazione più solida e strutturata. Per questo, soprattutto le piccole imprese vanno supportate aiutando la consapevolezza dell’imprenditore, affinché approdino alla procedura senza indugio, non appena si presentano situazioni di difficoltà».

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