BANCO BPM avvia le danze ma l’Opa mps andrà lunga

Da questa mattina si comincia a fare sul serio. L’autorizzazione della Consob arrivata giovedì sera sulla scrivania di Giuseppe Castagna ha dato una accelerazione all’offerta pubblica di acquisto (opa) che Banco Bpm ha lanciato su Anima sgr. E da oggi fino al 4 aprile la prima delle sei operazioni straordinarie in calendario a Piazza Affari […] L'articolo BANCO BPM avvia le danze ma l’Opa mps andrà lunga proviene da Iusletter.

Mar 17, 2025 - 14:01
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BANCO BPM avvia le danze ma l’Opa mps andrà lunga

Da questa mattina si comincia a fare sul serio. L’autorizzazione della Consob arrivata giovedì sera sulla scrivania di Giuseppe Castagna ha dato una accelerazione all’offerta pubblica di acquisto (opa) che Banco Bpm ha lanciato su Anima sgr. E da oggi fino al 4 aprile la prima delle sei operazioni straordinarie in calendario a Piazza Affari andrà a compimento.

Se da punto di vista dell’esito quella che inizia oggi è, con Ifis-illimity, la meno incerta, dal punto di vista strategico rappresenta il primo momento di costruzione di una posizione che riverbererà sulle due grandi operazioni annunciate, ovvero Unicredit su Banco Bpm e Mps su Mediobanca, questa con immediati riscontri su Generali. La valenza strategica dell’opa di Banco Bpm su Anima risiede nel fatto che, se andrà a compimento raccogliendo almeno il 67 per cento delle azioni in circolazione, questo permetterà al Banco Bpm di presentarsi all’assemblea del Monte dei Paschi di Siena unendo le due posizioni oggi distinte e mettendo assieme il 9 per cento circa del capitale e soprattutto dei voti.Passaggio fondamentale

Quella del 17 aprile è una data fondamentale nel percorso di avvicinamento di Mps a Mediobanca. Al momento, i principali azionisti del Monte sono il governo italiano attraverso il Mef, con l’11,7 per cento del capitale, Delfin con il 9,78 per cento, Caltagirone con l’8 per cento. Se a questi tre azionisti, che hanno approvato l’operazione Mediobanca e che mettono assieme circa il 29,5 per cento delle azioni si dovesse aggiungere il Banco Bpm, si formerebbe uno zoccolo duro pesante circa il 38,5 per cento di Mps. Non poco.

L’opa su Anima parte bene: Banco Bpm inizia tenendo in mano già il 45 per cento delle azioni, rappresentate dalla volontà di aderire già espressa da Poste, Fsi, dai manager e ovviamente dalla quota della ex popolare milanese. A queste dovrebbe poi aggiungersi la partecipazione dell’onnipresente Caltagirone, che di Banco Bpm controlla poco meno del 2 per cento. Quindi, la strada che a Milano conduce da Piazza Meda a Corso Garibaldi, sede di Anima, sembra spianata.Il principio di neutralità

Non va invece dato per scontato il comportamento del Banco Bpm all’assemblea del Monte. Castagna ha ovviamente preso tempo, riservando la priorità alla soluzione delle urgenze. Deciderà cosa fare il 17 aprile solo in un secondo momento, a ridosso dell’assemblea che si terrà a Siena in presenza, anche valutando tutte le novità che andranno a maturazione nel corso del mese che inizia oggi. In queste settimane caratterizzate dall’attesa delle varie autorizzazioni necessarie a procedere prendono sempre più corpo le posizioni che potranno assumere i grandi azionisti. Di alcuni la posizione è nota, di altri assai meno. La partita infatti non verrà decisa, se non per frazioni di punto dal retail, ma dai grandi soci. Nel caso di Banco Bpm il riferimento è al Crédit Agricole, che oggi ha il 9,9 per cento e una tentazione a salire ulteriormente. Ma non va scordato l’Unicredit di Orcel, con la sua capacità di fuoco e l’imprevedibilità delle mosse. Poi, per tutte, Banco Bpm compreso, il grande azionista è l’insieme dei fondi di investimento il cui voto sarà decisivo in ognuna delle sei partite aperte a Piazza Affari e anche della settima, quella che Unicredit ha iniziato nei confronti della tedesca Commerzbank e che venerdì ha ottenuto il nulla osta da parte della Banca centrale europea.

Cosa faranno dunque i fondi di investimento? Hanno sostanzialmente due strade. O presentarsi individualmente in assemblea, oppure appoggiarsi al Comitato dei Gestori, vicino ad Assogestioni, che si ispira ai Principi di Stewardship. Prevedere il futuro è impossibile, così talvolta può aiutare guardare al passato. Quando nelle scorse assemblee di Tim e di Salini il voto dei fondi sarebbe potuto risultare determinante ai fini della guida della società, quindi determinante in assemblea, i fondi si sono chiamati fuori, non si sono espressi, fedeli all’idea che loro non vogliono determinare le scelte operative della società ma solo controllare, come soci di minoranza e a favore di una pluralità di piccoli investitori anche internazionali, che l’attività sociale sia compiuta secondo le best practice in essere e applicando un principio di neutralità. È un punto da tenere presente. Un altro elemento da tenere in opportuna luce è la comunicazione, arrivata la settimana scorsa da Bruxelles, sulla piena capacità di Mps a promuovere l’operazione.L’ok della Commissione

Teresa Ribeira, vicepresidente della Commissione Ue, scrive che per l’Unione «alla data dell’annuncio da parte di Mps della sua offerta pubblica di scambio volontaria sulle azioni di Mediobanca, il 24 gennaio 2025, l’Italia aveva già rispettato l’impegno» con Bruxelles per la cessione della partecipazione pubblica nell’istituto. Mps dunque «non era più soggetta al divieto di acquisizione o ad altri vincoli connessi agli aiuti di Stato che avrebbero impedito la sua offerta».

Parallelamente, va rilevato, che uno dei punti più attraenti dell’offerta di Mps, ovvero l’importante volume dei crediti di imposta annunciati verrà valorizzato solamente se l’acquisizione sarà consolidata nel perimetro senese, ovvero se Mps otterrà almeno il 51 per cento del capitale di Mediobanca. La strada da compiere è dunque ancora molto lunga. Bisogna passare attraverso l’esame dei conti del primo trimestre dell’anno, l’assemblea di Mps del 17 aprile, il pagamento dei dividendi ( a maggio: full year per Mps, in acconto per Mediobanca) per arrivare alle attese autorizzazioni e al comporsi dei vari fronti per dare poi vita a quella che, cinematograficamente, si annuncia essere la lunga estate calda della finanza italiana.

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