Crescono i tagli agli investimenti, cala la fiducia dei consumatori

Gli investitori sono nervosi e il sentiment dei consumatori è in calo a causa dell’incertezza sugli effetti dei dazi.A cura di Antonio Tognoli, Responsabile Macro Analisi e Comunicazione presso Corporate Family Office SIM

Apr 4, 2025 - 08:34
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Crescono i tagli agli investimenti, cala la fiducia dei consumatori

Produzione industriale della Francia MoM di febbraio in uscita oggi alle 8:45 (stima +0.5% contro -0.6% di gennaio) e vendite al dettaglio MoM di febbraio dell’Italia alle 10:00 (stima +0.2% contro -0.4% di gennaio). Alle 14:30 sono attesi importanti dati statunitensi di marzo: il tasso di disoccupazione, previsto stabile al 4.1% e la variazione occupati (stima 139k contro 151k di febbraio). Secondo le stime di Trading Economics e le aspettative di consensus degli analisti, il tasso di disoccupazione potrebbe raggiungere il 4.4% nel 4Q25 e oscillare intorno al 4.3% nel 2026 e al 4.2% nel 2027.

PMI servizi dell’Europa di marzo, pari a 51 punti, maggiore delle attese (50.4) e del dato di febbraio (50.6), così come maggiore delle attese il PMI composito di marzo (50.9 punti contro 50.4 atteso e 50.2 di febbraio). In leggera contrazione rispetto alle attese i prezzi alla produzione dell’Europa MoM di febbraio (+0.2% contro +0.3% atteso) e in più marcata flessione rispetto al +0.7% di gennaio.

In leggero calo e pari a 219k, i sussidi settimanali USA alla disoccupazione sia rispetto alle attese che alla scorsa settimana (225k). PMI servizi di marzo, pari a 54.4 punti, leggermente migliore delle attese (54.3) e in decisa crescita rispetto ai 51 punti di febbraio. PMI composito, pari a 53.5 punti, in linea con le attese e in crescita rispetto ai 51.6 di febbraio. Più basso delle attese e in contrazione rispetto a febbraio l’ISM non manifatturiero di marzo (50.8 punti contro 53 atteso e 53.5 di febbraio).

Abbiamo continuato a sottolineare l'importanza della pazienza e dello sfruttamento delle potenziali opportunità che si presentano sui mercati finanziari. L'aumento della volatilità dei prezzi sia nelle azioni che nelle obbligazioni da metà febbraio è stato a dir poco evidente: ad un certo punto l’S&P 500 è stato scambiato al 10% al di sotto del massimo storico registrato all'inizio di quest'anno e il rendimento del Treasury Note a 10 anni è crollato. Gli investitori sono nervosi e il sentiment dei consumatori e delle aziende è in calo, poiché è aumentata l'incertezza sulla crescita economica e sugli effetti finali delle tariffe che hanno preso avvio ieri.

Riteniamo che la chiave per poter sfruttare le potenziali opportunità del mercato sia avere una certa convinzione su quali saranno le prospettive per l'economia nell'orizzonte temporale di breve-medio termine (6-18 mesi). Ci aspettiamo che l'economia statunitense rallenti dal ritmo robusto registrato nella seconda metà dell'anno scorso a qualcosa di più sostenibile per un’economia da 25 trilioni di dollari di PIL.

La spesa dei consumatori, che rappresenta circa il 70% dell'economia statunitense, probabilmente rallenterà nella prima metà dell'anno creando un vento contrario per la crescita complessiva. Parte del rallentamento sarà probabilmente dovuto ad un mercato del lavoro in graduale indebolimento. Ci aspettiamo di vedere un rallentamento significativo nella prima metà di quest'anno.

Non dimentichiamo i dazi e le tariffe, che pure hanno un ruolo. Ci sono costi economici. Non sono facili da quantificare, ma è sufficiente leggere i titoli delle notizie finanziarie degli ultimi due mesi e prendere nota dei numerosi casi di aziende che ridimensionano i piani di spesa in conto capitale (capex) a causa dell'elevata incertezza su come sarà l'economia in futuro.

Allo stesso modo, il sentiment e la fiducia dei consumatori sono diminuiti notevolmente dalla fine dell'anno scorso. La domanda è se i consumatori statunitensi taglieranno drasticamente le spese discrezionali come le vacanze e le cene fuori? Mentre la storia suggerirebbe che i consumatori con soldi in tasca tendono ad uscire e spenderli, questa volta potrebbe essere diverso. Nei mercati finanziari c'è per definizione sempre un certo livello di incertezza, ma gli eventi recenti hanno spinto le preoccupazioni a livelli che non vedevamo da tempo.

Di recente, i mercati finanziari sono passati dall'essere più concentrati sull'inflazione ad essere apparentemente più preoccupati per la crescita. Questa è probabilmente la ragione principale per cui il rendimento del Treasury decennale è sceso intorno al 4.2%, rispetto al quasi 4.8% che abbiamo visto all'inizio di quest'anno. Gran parte degli investitori continua a credere che il rendimento decennale terminerà il 2025 nell'intervallo tra il 4.5% e il 5.0%. E questo per il fatto che si aspettano una crescita migliore ma anche un'inflazione più elevata di quanto molti si aspettino.

Considerando le prospettive di rendimento e il rally del mercato obbligazionario (diminuzione del rendimento), vediamo come sia timidamente in atto una riallocazione dalle obbligazioni alle azioni mid-cap statunitensi.